martedì, maggio 30, 2006

25: ciò che ci distingue da loro




Jeeg si dirige a Berlino, deciso a parlare con Cutie Honey. Dopo molte perplessità, i partigiani tedeschi sembrano decidersi a portare il temuto androide dal loro capo, solo perché ormai lo riconoscono pienamente come un membro dell’Armata Mazinger. Il modo in cui viene acolto è ben diverso da quello con cui hanno portato Kabuto. Berlino riposa tra le sue stesse ceneri, tutto apare silenzioso e stanco.
Aspettandosi una reazione negativa anche da parte del capo della rivoluzione tedesca, Hiroshi si prepara a parlare con un tono che non ammette repliche, veloce e spiccio.
Con suo sommo stupore, però, Cutie Honey lo accoglie in maniera estremamente più rilassata di quanto non abbia fatto con Koji, trattandolo (come non è mai successo in terra tedesca) da essere umano. Hiroshi, lievemente stupito della cosa, inizia a esporre il problema principale che l’ha portato lì: trovare il dottor Heinrich, sparito dalla fine della battaglia, chiave di volta (per Jeeg) per la guarigione sua e di Mayumi.



Honey non solo si dichiara più che disposta a mobilitare i suoi compagni per la ricerca dello scienziato ma confida di aver avuto moltoa che fare con lui e con i suoi colleghi. In particolare, con un disumano scienziato giapponese di robotica, un tale Dottor Shiba, che prima dell’arrivo dei mostri di Mikeros conduceva esperimenti ai limiti dell’etica contro inermi cavie umane. Hiroshi si sente ribollire di rabbia. Poi si accorge di una cosa…

Tutti sembrano aspettare impazienti l’arrivo di Honey, a parte Tetsuya – che approfitta dell’attesa per una doccia – e Hiroshi, che non sembra essere affatto presente alla base.
Koji, tirato a lucido come non mai, aspetta con la solita impazienza, guardando lo sportello della Sala Briefing con la speranza di vedersi arrivare Honey da un momento all’altro e la paura di vedere invece irrompere la furibonda Sayaka.
Anche Boss è presente alla scena, insieme ai suoi due illustri compari. Mentre il capo ha i capelli imbrillantinati all’indietro, leccatissimi, Nuke sembra vestito come al solito e Moocha con una sorta di allucinante frac ed eleganti scarpe slacciatissime. Gli altri piloti, che non hanno una grandissima di chi si troveranno davanti (e che tutto sommato si aspettano un altro Maggiore Schwartz con tutta la rigidità teutonica dalla sua), sono curiosi ma non particolarmente eccitati dalla situazione.
Lo sbigottimento si fa strada alle aspettative quando le telecamere della Fortezza delle Scienze inquadrano la scena che si sta consumando proprio sotto la base: a gran carriera sta infatti arrivando una motocicletta guidata da Hiroshi (a cui sta aggrappata Cutie Honey) e il “mezzo” dei ribelli tedeschi.
Una camionetta nazista rubata alle Croci di Ferro, riverniciata di rosa e con un enorme cuore al posto della svastica.
Per un attimo Yumi rimane completamente basito dalla scena, e anche gli altri piloti (tra cui un serissimo Sosuke Oshiba) non riescono a dire assolutamente nulla. La camionetta frena a fatica davanti alla base, evitando per un soffio di andarsi a schiantare e sbuffando una quantità immane di fumo nerissimo. La presenza di Honey, chi più chi meno, viene salutata invece con una certa felicità da parte di tutta la popolazione maschile (tra piloti, scienziati e militari) all’interno dell’Armata Mazinger. E quando le porte si aprono e la ragazza entra nella Sala Briefing accompagnata dai suoi compagni e da Hiroshi, Boss si piazza immediatamente tra lei e Koji, prima di essere letteralmente scagliato via dal pilota di Zeta.



A un sempre più sbigottito Yumi viene presentata la “guerrigliera dell’amore”, che – al solito – non sembra esattamente a suo agio all’interno della Fortezza delle Scienze, malgrado l’accoglienza estremamente calorosa. Tentando una vaga forma di serietà, Koji inizia a discutere sul come riorganizzare Berlino dopo la sconfitta di Yuri Caesar e del Conte Blocken. Proprio in quel momento arriva Tetsuya, che si siede accanto alla ragazza, guardando lievemente turbato tutti i ninnoli a forma di cuore con cui è vestita. Cutie Honey non sembra avere una grandissima capacità organizzativa e anche quando viene insignita della responsabilità di assumere la guida del territorio liberato (responsabilità più che condivisa dai suoi compagni) appare decisamente titubante. Tetsuya e Maria notano in lei qualcosa di indefinibilmente strano che non riescono a focalizzare per bene. Maria, nella maniera più discreta possibile, cerca di sondare la sua mente, trovandosi però faccia a faccia con l’impossibilità di farlo. La stessa sensazione di quando ha provato a leggere la mente delle Gamia Q3. Mentalmente, fa presente della cosa a Tetsuya, il quale le chiede che fine abbia fatto la sua famiglia, se ne ha una.

“Sono morti durante i bombardamenti”, risponde la ragazza, ma con una vaghezza e una piccola freddezza di fondo che non manca di lasciare un po’ perplesso il pilota del Great.

L’Armata Mazinger decide comunque il da farsi. Viene discussa la necessità di lasciare un presidio in Germania, in modo da evitare che le forze di Mikeros la occupino un’altra volta. Tutti sono abbastanza concordi nel pensare che tale presidio dovrebbe essere lasciato alle forze di liberazione americane, in modo anche da evitare spiacevoli incidenti una volta che Schwartz e i suoi venissero ad accorgersi che Maria e Grace sono due cloni uguali a quella che ha ucciso un loro soldato all’Area 51. Nonostante questo, viene anche valutata la possibilità di lasciare un pilota dell’Armata Mazinger a controllare il tutto.
Quando viene fatto il suo nome, Masai – il giovanissimo pilota del Dyon Gamma - ha un tuffo al cuore, non sentendosi dentro di sé del tutto all’altezza della situazione.
A tale proposito, Tetsuya si informa anche sulle condizioni dei partigiani di Schwartz, e Yumi gli dice che al momento sembrano aver abbandonato il progetto di una futura liberazione delle loro terre, da quando molto dell’esercito di Mikeros sembra starsi trasferendo da Tokyo al Sud America, dove si presume possa esserci una base molto importante del Gran Maresciallo delle Tenebre. Cupamente, il pilota del Great si ripromette di parlare con gli americani al più presto.
La porta della Sala Briefing si apre ancora.
Koji chiude gli occhi (tenuti accuratamente aperti finora sui seni di Honey) temendo sia arrivata Sayaka.
E’ Miwa, invece a entrare nella stanza, e Honey, inspiegabilmente si irrigidisce di colpo, come presa da un’improvvisa e paralizzante paura. La cosa non sfugge inosservata agli occhi di Hiroshi, che guarda la scena con un certo turbamento, ripromettendosi un chiarimento più tardi.
La discussione verte intanto sul futuro di Berlino. Parte della ristrutturazione (in un clima di non totale approvazione, da parte degli altri piloti), verrà affidata alle Machinebeast, ricostruite a scopi assolutamente pacifici.
Cutie Honey accetta di guidare i piloti dell’Armata verso alcune fabbriche di costruzione dei robot di Blocken, ed è proprio quando stanno per andarsene che la porta della Sala briefing si apre ed entra Sayaka.
La quale squadra Koji. Poi Honey.
“Sayaka, dobbiamo andare in missione… è importante”
“VENGO ANCHE IO”



Letteralmente rapito da Sayaka, Koji segue gli altri, più o meno tutti in moto, per andare nel centro di Berlino. Per un momento, la moto di Tetsuya suscita l’attenzione di tutti, essendo armata di due piccoli Rocket Punch e, con un certo imbarazzo, il pilota del Great tenta di giustificare un mezzo che anche a lui appare un po’ kitsch con una sua indubitabile funzionalità nel caso di piccoli scontri.

Durante il viaggio, Hiroshi chiede a Honey, aggrappata in moto a lui, il motivo di quella reazione quando ha visto Miwa.
“Non la conosci?”, le chiede l’androide.
“Dimmi quello che sai”, risponde semplicemente lui, con un nodo alla gola.
“Era l’assistente personale del dottor Shiba. Ha collaborato con lui nei suoi esperimenti più mostruosi”
Hiroshi serra le mani sulla moto, senza aggiungere una parola.

Le fabbriche sono uno spettacolo inquietante, perfino adesso che la battaglia per Berlino si è conclusa. Decine di Machinebeast (alcune esattamente uguali a mostri che Mazinger Zeta ha combattuto durante la guerra contro Hell). Molti cadaveri di soldati delle Croci di Ferro, di partigiani tedeschi e di soldati di Mikeros giacciono ancora con la faccia nella polvere.
I robot, dentro, sono il simbolo immobile e mostruoso del regime oppressivo che ha schiacciato questo paese sotto il suo piede.
Le fabbriche – spiega Honey – possono essere riattivate ripristinando i collegamenti a una centrale elettrica poco fuori città. Il problema energetico è stato in effetti il motivo per cui Blocken ha accelerato disperatamente la costruzione di Demonica. Nel silenzio generale, Sosuke Oshiba inizia a raccogliere i morti, accatastarli con freddezza in un angolo e accertarsi del loro stato di decesso infilzandoli alcune volte con la sua katana.

Honey spiega di esser capace di lavorare alla ricostruzione delle Machinebeast, spiegando a un sospettoso Tetsuya e a una perplessa Maria di avere alcune conoscenze in campo robotico. In ogni caso, tutti i membri dell’Armata concordano nel ritenere necessario ritrovare il dottor Heinrich, sia per consulenze più o meno “volontarie”, sia per informazioni ancora sepolte sul regime di Blocken.


Sayaka, ritenendo che il motivo della loro permanenza sia finito, ordina a Koji di seguirla per un “allegro e romantico” pic-nic in cui DOVRANNO divertirsi. Quando il pilota di Zeta avanza la necessità di aiutare gli altri a rimettere in funzione le fabbriche, i suoi ghignanti compagni lo rassicurano sul non avere bisogno del suo aiuto, dicendogli che può andare tranquillamente. Ringhiando minacce sottovoce, Koji viene trascinato via da Sayaka, mentre un’ingenua e stupita Cutie Honey chiede innocentemente agli altri (che ancora si scambiano occhiate compiaciute) se non sia lei ad aver creato qualche problema.



Tornato alla base, Hiroshi immediatamente chiede di parlare a Miwa.
Una volta che la ragazza è nella sua stanza, senza mezzi termini le chiede se debba dirgli qualcosa sul suo passato. O se, anche questo, deve impararlo per bocca altrui.
Miwa spalanca gli occhi, senza riuscire inizialmente a capire.
Poi abbassa il capo, sconfitta.
E alla fine, scoppia in un pianto disperato.

“Perché piangi? – chiede Hiroshi, con la voce tirata – NON HAI IL DIRITTO di piangere”

Tra le lacrime, Miwa confessa di sapere da tempo, cosa stava succedendo a Mayumi. Di essere stata con lei durante l’Invasione e di averla conosciuta tramite gli esperimenti del Dottor Shiba. Afferma però anche di non aver mai preso parte a nessuna sperimentazione su di lei, e di aver fatto di tutto per proteggerla, da quando i mostruosi Mikeros si sono fatti avanti.
E’ troppo tardi, però, per guadagnarsi la fiducia di un furibondo Hiroshi, che si sente tradito come non mai. Convinto che Miwa abbia torturato la sua sorellina col Dotaku Project esattamente secondo la volontà di suo padre, con una voce gelida le ordina di far tornare Mayumi umana.

“Credimi, Hiroshi… è molto meglio che quelle nanomacchine continuino a funzionare. Se dovessimo spegnerle, le conseguenze sarebbero terribili”
Senza soffermarsi a valutare il senso della frase, Hiroshi la congeda con un’unica secca battuta.
“Quando mia sorella non sarà più umana, sarai tu a spiegarle perché”



Minerva X, Boss Borot e il Great Mazinger sono impegnati intanto nella ricostruzione di Berlino e nello sgombero dalle macerie. Quando Mazinger Zeta si affianca, con Koji visibilmente scocciato dal “romantico pic-nic con Sayaka”, Boss si rivolge subito a lui.
“Te la sei spassata, eh Kabuto?”
“ROCKETTO PUUUUNCH!!!”
“Ehi!!”
Il Rocket Punch colpisce Boss Borot, facendo volare la sua testa a parecchi metri di distanza.
Con il tipico senso di esclusione di una donna presa in mezzo da discorsi tra maschi, Maria vede Koji che rompe il ghiaccio con Tetsuya in inenarrabili commenti a proposito delle grazie della “guerrigliera dell’amore”.
Quando torna alla base, Ryo Asuka sta chiacchierando con Mayumi.

Un po’ perplessa, Maria chiede alla bambina cosa voglia il loro inquietante ospite, di cui ancora non riesce a fidarsi nemmeno in minima parte. Mayumi dice che nei giorni in cui è stata particolarmente male, Ryo è stato molto spesso a tenerle compagnia, e che adesso sono diventati grandi amici. Con una sensazione di inquietudine, Maria dice a Mayumi che è bello che Ryo possa contare su un’amica come lei, perché è un ragazzo molto spesso solo e senza nessuno con cui parlare.
Tuttavia, internamente si chiede cosa voglia un personaggio del genere dalla piccola sorellina di Hiroshi.

Proprio in quel momento, viene diramata la notizia che alcuni uomini di Cutie Honey hanno visto alcune Croci di Ferro, senza divisa (e ciò confermerebbe l’ipotesi che i regolari di Blocken non fossero lobotomizzati come i soldati Mikeros o le Maschere di Ferro) in un villino piuttosto isolato poco fuori da Berlino.
Jeeg si è già lanciato all’inseguimento, convinto che gli ultimi reduci dell’esercito di Blocken siano una scorta ad Heinrich. Maria, Tetsuya e un manipolo di soldati della Fortezza delle Scienze, vengono mandati a fare da squadra di supporto.

Hiroshi, accorso prima di tutti, è anche il primo a vedere le ultime camionette militari dei soldati di Blocken. Sono poche, ma bastano ad accendere nella già provata psiche dell’androide, una sete di violenza insaziabile.
Si avvicina lento alla casa. E’ abituato ad azioni furtive, ormai. Arriva proprio sotto le finestre, finestre rotte e in cattivo stato come il resto della casa. Sporge la testa per vedervi attraverso.

E il suo sguardo è ricambiato da decine di occhi luminosi, tutti che si voltano verso la sua direzione.

Ritrae la testa si abbassa appena prima che una Croce di Ferro entri, guardandosi intorno. E’ senza elmetto e con la divisa strappata: una squallida ombra del terrore che, un tempo, quelle mostrine erano in grado di incutere.
Quando accende la luce, attorno a lui lo scenario sembra quello di un incubo. Decine di piccoli robot, molti dei quali mai finiti, coi circuiti esposti, sono buttati tra la polvere di vecchia mobilia abbandonata. Tutti raffigurano Lorelei, la bambina figlia di Heinrich, prima di venire trasformata nel mostro conosciuto col nome di Rain X1.
Tetsuya e Maria arrivano, dividendo i soldati con loro in due squadre: quella di Maria (in cui c’è anche Sosuke) entrerà dalla porta principale della casa. La squadra di Tetsuya farà irruzione dal retro, insieme a Cutie Honey e ad alcuni suoi uomini.

Perfettamente sincronizzate, le due squadre danno il via all’operazione.
Dentro, i robot li accolgono girando tutti la testa verso di loro e dicendo una sola frase.



Ciao! Sono Lorelei Heinrich! Vuoi fare amicizia con me?
Ciao! Sono Lorelei Heinrich! Vuoi fare amicizia con me?
Ciao! Sono Lorelei Heinrich! Vuoi fare amicizia con me?
Ciao! Sono Lorelei Heinrich! Vuoi fare amicizia con me?
Ciao! Sono Lorelei Heinrich! Vuoi fare amicizia con me?
Ciao! Sono Lorelei Heinrich! Vuoi fare amicizia con me?
Ciao! Sono Lorelei Heinrich! Vuoi fare amicizia con me?
Ciao! Sono Lorelei Heinrich! Vuoi fare amicizia con me?
Ciao! Sono Lorelei Heinrich! Vuoi fare amicizia con me?
Ciao! Sono Lorelei Heinrich! Vuoi fare amicizia con me?


In preda all’esasperazione, Hiroshi colpisce una di loro, che si inceppa.
Una Croce di Ferro fa per entrare nella stanza in cui la squadra di Tetsuya ha fatto irruzione . Vedendo i militari con le armi spianate, alza le mani, senza dire nulla.
Simile sorte capita all’altra Croce di Ferro di guardia nell’atro. Maria si accorge prima di tutti della sua presenza facendo uno scan psichico della zona, e gli intima di gettare le armi.
L’esercito di Blocken, tutto quello che ne è rimasto, è formato da un paio di soldati disperati, costretti a guidare le due squadre della Fortezza delle Scienze fino al piano interrato in cui si nasconde Heinrich. Quando uan di loro digita il codice per aprire l’ingresso di sicurezza del rifugio dello scienziato, Tetsuya legge negli occhi di Hiroshi la volontà di ucciderla, esaurito il motivo per cui è stata tenuta in vita.

“Perché no? Sono Croci di Ferro. Non sono umani”
“Sono solo disperati, Hiroshi. Non possono più far male a nessuno”

Un ultimo sguardo dell’androide al soldato nazista ai suoi piedi, che cerca a stento di trattenere lacrime di paura.
“Fa che non riveda la tua faccia”
“E sbarazzati di quella divisa, se tieni alla pelle”, aggiunge freddamente Maria.

Ciao! Sono Lorelei Heinrich! Vuoi fare amicizia con me?
Ciao! Sono Lorelei Heinrich! Vuoi fare amicizia con me?
Ciao! Sono Lorelei Heinrich! Vuoi fare amicizia con me?
Ciao! Sono Lorelei Heinrich! Vuoi fare amicizia con me?


La nenia orribile delle bambole meccaniche in cui Heinrich ha trasferito i lineamenti di sua figlia accompagna Maria, Hiroshi, Honey, Sosuke e Tetsuya mentre si inoltrano nel laboratorio dell’ex scienziato di Blocken. Buio, con robot-Lorelei dappertutto, appesi al soffitto, legati in bozzoli di cavi o abbandonati senza alcun rivestimento per terra.
Heinrich è davanti a loro, seduto con lo sguardo fisso nel vuoto, circondato dalle sue bambole.

“E’ andato”, commenta Tetsuya, guardandone lo sguardo spento.
“Si riprenderà?” Chiede Hiroshi con impazienza.
“Difficile dirlo con sicurezza, ora”, risponde Maria, a cui nemmeno la sua telepatia riesce a dare una risposta sicura.

Ciao! Sono Lorelei Heinrich! Vuoi fare amicizia con me?
Ciao! Sono Lorelei Heinrich! Vuoi fare amicizia con me?
Ciao! Sono Lorelei Heinrich! Vuoi fare amicizia con me?




Sosuke, in preda alla furia infilza uno dei robot con la sua katana.
Poi un altro. Un altro e un altro ancora, in preda a una rabbia selvaggia. Li colpisce, li mutila, li decapita e li fa a pezzi. Finchè nei suoi gesti non c'è quasi una bramosia selvaggia di distruzione. A nulla sembra servire, pensare che quelli sono solo robot: il pilota di God Mazinger fa a pezzi corpi di decine di bambine con quella che negli occhi è un'inequivocabile, feroce gioia.
Cutie Honey, portandosi una mano a coprirsi la bocca per l’orrore, fugge fuori, senza dire nulla, seguita da Tetsuya e Hiroshi.

Maria fronteggia Sosuke, ordinandogli di smetterla.
“Non prendo ordini da te”, ribatte il pilota del God Mazinger con odio.
Lo sguardo carico di rabbia e di disprezzo con cui lo guarda la ragazza, però, ha un’intensità tale che la katana di Sosuke si abbassa appena.
“Andiamocene”, dice Maria, seguendo gli altri che sono andati dietro Honey, e assicurandosi che il cupo e fanatico samurai della Fortezza faccia altrettanto.

Fuori, Cutie Honey è sconvolta. Sembra che stia per mettersi a piangere, ma nessuna lacrima gli esce dagli occhi.



“E’ tempo che tu ci dica alcune cose”, dice Tetsuya.
Honey guarda terrorizzata verso Hiroshi. “Nessuno ti farà del male”, dice lui, con l’aria di sapere benissimo la verità che i suoi compagni dovranno affrontare. Lo sguardo omicida di Sosuke, però, è ben impresso anche nella sua mente e sembra smentire il suo tono ottimista.
Con Tetsuya, Maria e Jeeg davanti, Cutie Honey abbassa lo sguardo, mentre Heinrich viene portato alla Fortezza delle Scienze dai militari.

Honey racconta di essere stata creata da Heinrich. All’inizio era un modello particolare di Gamia Q3, con un rivestimento realizzato in una particolare lega polimorfica, per poter cambiare forma e venire usato in azioni di infiltrazione e spionaggio.
I piloti dell’Armata Mazinger si scambiano un’aria preoccupata, avendo colto nell’accenno a questa misteriosa lega ben più di un’analogia con il misterioso robot rosso che li ha aiutati più di una volta.
Honey continua il racconto, dicendosi in grado di cambiare i propri connotati e parte delle proprie abilità, a seconda della missione che le è stata assegnata. La sua IA è particolarmente complessa, studiata per elaborare un numero altissimo di azioni al secondo e simulando il più possibile un raziocinio umano.
Da un po’ di tempo a questa parte, Honey ha cominciato a sviluppare parametri di “giusto” e “sbagliato” che non erano stati inseriti nel suo programma. Non trovandosi d’accordo con lo scopo per cui sono state create le Gamia, ha deciso di scappare e organizzare una resistenza. Quando i piloti dicono che - per forza di cose - devono essere sicuri che la sua missione primaria (infiltrazione e sabotaggio) sia disattivata, prima di darle in mano Berlino, Honey risponde con una visibile angoscia nella voce che non è in grdao di saperlo. Che forse anche parlare con loro, in quel momento potrebbe far parte della sua programmazione e lei non lo saprebbe mai.
"Hai compiuto una scelta... è questo ciò che fa la differenza tra te e i robot dentro quella casa", dice Tetsuya, gravemente, con ben chiaro in mente l'importanza di poter decidere di qualcosa.
Honey di nuovo scuote la testa spaventata, ribadendo di non essere sicura di compiere davvero scelte. Ha paura di continuare a seguire routines talmente raffinate che nessuno, a parte forse Heinrich le distinguerebbe da un normale comportamento umano.
Più ci pensa, più sente un'assoluta confusione dentro di sé.

“Ora che sapete che sono una Gamia, mi ucciderete?”
“Non siamo le Croci di Ferro”, risponde Tetsuya.
Lo sguardo di Honey va alla sagoma di Sosuke, che sta raggiungendo gli altri.
“Per un attimo non ho visto molte differenze”, ribatte Honey, con un tono che non vuole essere di offesa a nessuno, ancora spaventato com’è.
Tetsuya sta per ribattere qualcosa. Poi non dice nulla. “Forse hai ragione”, aggiunge soltanto.

mercoledì, maggio 24, 2006

la sorpresa di cui vi parlavamo...



... è il blog di Tetsuya. Gureto (lo trovate pure nella colonnina dei link) è un cosiddetto spin-off, una storia parallela a Dei o Demoni.
Per chi l'avesse notato, dopo esser tornato dalla sua rabbiosa fuga dalla Fortezza delle Scienze, Tetsuya è leggermente cambiato. In Gureto - scritto dal volenteroso e molto bravo Magus Rex - si parla di ciò che è successo al pilota del Great in quell'arco di tempo in cui l'Armata Mazinger era a Berlino a sopportare Blocken e a prepararsi per l'attacco di Yuri Caesar. E si parla anche un po' del passato del buon Tsurugi, facendo luce su molte cose del suo carattere...


Ok, ora non ho ufficialmente più scuse per tornare a commentare!