giovedì, luglio 13, 2006

27: Human Alliance




Tempo di buttare giù antiche e odiose barriere.

Ormai tutte le macerie del combattimento sono state tolte, a Berlino. L'unica cosa di cui sbarazzarsi, l'unica testimonianza dell'occupazione nazista di Blocken è il muro che circonda il ghetto di indesiderabili.
"Koji - dice Yumi, qunado il ragazzo finisce di togliere le ultime macerie con Mazinger Zeta - cavale giù, non ne avremo più bisogno"
Per un momento Mazinger solleva le braccia per scatenare la furia del Breast Fire contro l'odiato simbolo di tutte le angherie del gerarca. Poi le braccia ricadono lungo i fianchi, senza che il raggio venga emesso dalle piastre.
"Cosa stai facendo, Koji?", chiede una Maria piuttosto meravigliata.
"... relazioni sociali", risponde Kabuto, prima di chiamare al suo fianco Masai.



"Signore?"
"Masai... butta giù quel muro!"
Dyon Gamma scarica il suo Breast Fire addosso al muro, mentre la folla delle persone riunite ai piedi dei robot esulta nel vederlo progressivamente fuso. La mossa che Kabuto ha organizzato per far accettare nel miglior modo possibile Masai (che resterà a presidiare la Germania, mentre l'Armata volerà verso la Corea) sembra riuscita perfettamente. Il timido ex Bambino Randagio non riesce a capacitarsi dell'esultanza che sembra circondare lui e il suo robot.
In questo clima, Hiroshi sembra distaccarsi. Parlando a tu per tu con il dottor Yumi, chiede che Heinrich venga affidato alla sua sorveglianza, e che sia messo a lavorare principalmente su una possibile cura per Mayumi. Yumi, benché abbia ricevuto una richiesta simile da Sanshiro, il quale sembra estremamente preoccupato per il suo robot.
Sempre più recluso nel suo hangar, in interminabili e muti confronti col Gaiking, Sanshiro sembra estraniarsi da tutto e da tutti.



Il pomeriggio stesso, quando Heinrich finalmente dà al personale della Fortezza le coordinate per raggiungere la base in Cornovaglia, Sanshiro non è tra quelli che andranno.
Dalla Fortezza delle Scienze volano il Great Mazinger, Mazinger Zeta, Jeeg, Minerva X e God Mazinger, trasportato dagli altri.
Durante il viaggio, Koji si apparta per un momento, distaccandosi dalla formazione.
"Finalmente posso farlo... MAZINGER BLADE!"
Un silenzio assoluto, spezzato solamente dal rumore dei reattori dei robot.
"MAZINGER BLAAADE!"
Nulla, il nulla più assoluto.
Poi, la voce rassegnata di Tetsuya. "Il nome con cui è stata chiamata la tua spada è ZETTO BLADE, Koji"
"Ah... già.... ZETTO BLADE!"
Un vano nello Scrander si spalanca, facendo cadere la lama un tempo appartenuta a Yuri Caesar, ora stretta saldamente tra le mani di Mazinger.
Brandendo orgogliosamente la sua spada, Mazinger si ricongiunge in formazione con gli altri, la cui enorme velocità già permette di cominciare a scorgere l'Inghilterra.



Sanshiro, nel frattempo, sempre più insospettito dai modi degli ospiti americani, ascolta una conversazione molto preoccupante tra Schwartz e Lambert: i due, infatti, accortisi che maria e Grace sono dei cloni del mostro che ha ucciso parte di loro all'Area 51, sembrano star studiando un modo per danneggiarle.
Tsuwabuki, preoccupato, va a parlare con Sakon di quello che sta succedendo, il quale - non meno teso del pilota di Gaiking - sceglie di dar ordine a Grace di non uscire per nessun motivo da ben determinate aree del Drago Spaziale.
E' Sanshiro a dare la notizia alla ragazza, col solito tono gelido e seccato che contraddistingue le conversazioni tra i due. Grace non sembra nemmeno aiutare molto ad alleggerire la situazione: senza la minima intenzione di confinarsi all'interno della sua stessa base, inizia ad avere dei toni estremamente aspri verso Sanshiro. Le tensioni accumulate in tutto questo periodo, tra i due, raggiungono la punta più dura finché, a un certo punto, di nuovo Sanshiro non sente quella rabbia estranea che ha invaso il suo corpo più volte. Facendo uno sforzo d'orgoglio notevole, chiede a Grace di leggergli nella mente, sempre più impaurito che qualcosa stia schiacciando la sua coscienza.
La ragazza non capisce la richiesta del pilota ma, con un'aria stizzita, decide comunque di accontentarlo.
I suoi occhi, di colpo, si spalancano dal terrore. Il sangue defluisce via dalla sua pelle, facendola impallidire violentemente. In preda a un improvviso e inspiegabile terrore, Grace caccia Sanshiro dalla sua cabina, senza addurre la minima spiegazione. Quando Tsuwabuki inizia a farsi più insistente per comprendere le motivazioni di un atteggiamento così drasticamente cambiato, la ragazza non ha la forza di dire nulla e non fa altro che scoppiare in quella che sembra una crisi isterica di paura.



Frattanto, la visione che l'Armata Mazinger ha dell'Inghilterra non sembra essere affatto rassicurante. Né i mostri di Mikeros nè gli esseri umani sembrano essere presenti in tutto ciò che una volta stava nei confini del Regno Unito. Per quanto Maria si sforzi di cercare, non percepisce una sola presenza vivente. Solo i segni dei bombardamenti, probabilmente i bombardamenti selvaggi scatenati dagli stessi umani poco dopo l'avvento di Mikeros, che in questa zona sembrano essersi abbattuti con più intensità e ferocia, rispetto alle altre parti. Gli appelli di Tetsuya, dal Great Mazinger, sembrano cadere in una coltre di assoluto e spettrale silenzio.
Nessuno dei piloti riesce ad accettare l'idea di un luogo nel mondo in cui la vita sia stata completamente sradicata via.

La stessa base indicata da Heinrich, in una zona isolata della Cornovaglia, pare essere teatro della stessa devastazione che si è abbattuta tutt'intorno. Sorvolandola, i robot vedono solo i resti di un'installazione paramilitare abbandonata, delimitata da metri di filo spinato e di riflettori ormai distrutti.
Jeeg e Maria sono i primi a percepire qualcosa, in modi completamente diversi. Hiroshi vede tre forme che si aggirano in due edifici del complesso, grazie alla sua vista a raggi X. Maria percepisce tre menti. Non menti umane: l'idea è quella di animali, mossi più da sensazioni istintive che da pensieri raziocinanti. Una leggera sensazione di inquietudine la scuote mentre lo comunica ai suoi compagni.
Brivido condiviso anche da Tetsuya, al quale la scena ricorda fin troppo la discesa nell'Area 51. Lo ricorda così tanto che d'impulso il suo sguardo corre a controllare tracce di jeep o mezzi militari, gli stessi lasciati da Schwartz e dai suoi, la volta in cui il pilota del Great e quello di Grendizer hanno fatto per la prima volta la sua conoscenza. Ovviamente, nulla di tutto ciò: la base sembra essere stata lasciata a se stessa dai bombardamenti.

"Siamo l'Armata Mazinger, non abbiamo intenzioni ostili. Se qualcuno è ancora all'interno di questa base, è pregato di dare una traccia della propria presenza"

Di nuovo, l'annuncio cade nel vuoto. Sosuke esce dal God Mazinger, stringendo forte tra le mani la sua katana. Koji, scendendo lungo un braccio di Mazinger Zeta, sale sul tetto di uno degli edifici, un dormitorio a due piani, controllando il piano superiore mentre Tetsuya e Maria guarderanno quello inferiore. Hiroshi, ancora in forma di Jeeg, tiene intanto d'occhio gli altri edifici: una fabbrica, un centro ricerche, un vecchio deposito.

Col cuore in gola, Koji guarda le varie camerate.
Col cuore in gola, Tetsuya, Sosuke e Maria controllano il piano.



Maria rimane un attimo in silenzio, quasi in attesa.
"Qui c'è qualcosa, lo sento"
Nello stesso istante, Koji sfonda una porta, trovandosi davanti a una stanza con le pareti completamente imbrattate di sangue, sangue ormai incrostato e inscurito dal tempo.
Un'ombra scura nella visuale di Tetsuya che punta la pistola un attimo più tardi perchè la sagoma si lanci contro una finestra e salti via, rifugiandosi nel deposito, rincorsa da Sosuke.
Il pilota di God Mazinger entra troppo in fretta nell'edificio, togliendo a Jeeg l'impulso di demolirlo, impulso che gli arriva da un nervosismo crescente, una scarica di adrenalina che assomiglia a un gong di battaglia in procinto di suonare. Il robot d'acciaio, però, inizia freneticamente a smantellare l'edificio in cui ha visto le altre due sagome, per costringerle a venire allo scoperto.
Sosuke, intanto, entra nel deposito. Per quanto sia giorno, l'interno è completamente buio e anche le concitate voci dei suoi compagni, che si danno istruzioni all'esterno, gli arrivano lontane e molto fioche.
Con una secca mossa, sfodera la katana. Un bagliore si riflette sulla sua lama, un bagliore originato dai pochi raggi di luce che filtrano dall'esterno... un bagliore che inquadra una creatura con il torso e la testa sormontato da tentacoli, un attimo prima che uno di essi si abbatta con una forza devastante sul corpo del samurai.



Nel Drago Spaziale, intanto, Sanshiro corre disperatamente per i corridoi, verso la Fortezza delle Scienze. Nelle sue orecchie, rimbombante, il richiamo cupo e basso del robot che ha pilotato finora, sia nelle sue azioni più nefaste che in quelle più eroiche.
Spingendo via chiunque si pari sulla sua strada, Sanshiro prende una navicella e vola fino all'hangar di Gaiking.
Ringhia allo staff di manutenzione e alle guardie di andarsene via, non esitando ad alzare le mani contro chi non obbedisca al suo disperato imperativo.
Quando davvero tutti se ne sono andati, resta solo con un demone metallico dalle lunga corna ritorte, i cui occhi brillano nel buio più totale. Sanshiro sa cosa fare, sentendo come non mai che ciò che Gaiking gli sta rivolgendo è una sfida, una richiesta, qualcosa che da troppo tempo deve succedere. Stringe forte un pugno e sale sul robot.



Sosuke riesce ad aprire un profondo squarcio nel petto del mostro, ma questo non lo ferma. ANimato da una forza sovraumana, la creatura si lancia ancora contro il smaurai, proprio nel momento in cui anche gli altri stanno entrando dentro il deposito abbandonato, aprendo il fuoco all'unisono.
Sosuke e il mostro si impegnano in una battaglia privata, inquisitore contro demonio. Un lampo di consapevolezza brilla nell'unico occhio del samurai: la consapevolezza di trovarsi a che fare con qualcosa di ben conosciuto, di già combattuto. Per un breve istante, i ricordi lo riportano a quando - appena dopo l'invasione di Mikeros - era il giustiziere e la lama al servizio del Signore, in un piccolo villaggio vicino Yoshida. I tempi in cui, agli ordini del suo maestro spirituale Kosuke Utsugi, smascherava i demoni dissimulati tra gli esseri umani, i lupi travestiti da agnelli...
Di nuovo un dolore bruciante, quando uno dei tentacoli del mostro si flette sulla sua costola. Un raggio però, stavolta fende l'oscurità del deposito e si abbatte sul demone, uccidendolo.
La pistola laser di Koji, appena entrato a sua volta.

"Che diavolo era quella roba?"
"Demoni", sibila Sosuke a denti stretti, cercando di non far caso al dolore della ferita.
"Ce ne sono altri!" avverte Jeeg, proprio mentre da uno degli altri edifici che sta tenendo d'occhio, altri due mostri scappano fuori.
Koji e Sosuke ripartono verso i loro robot, mentre sotto gli occhi freddi ma intimamente spaventati di Tetsuya e Maria, un ragno grande quanto un uomo, con un ghigno sul volto e un unico sulla fronte, scatta verso il cortile della base. Dietro si agita un'altra creatura, che Jeeg abbatte così velocemente da far solamente intuire la forma mostruosa del suo corpo.
Nelle menti di Maria e Hiroshi c'è un unico pensiero: quello del villaggio nel Kanto, dove sono stati recuperati i Bambini Randagi. Un villaggio in cui ogni abitante sembrava esser stato dilaniato da animali mostruosi, e dove le tracce di esseri umani in moto, si trasformavano via via in quelle di creature bestiali.
REITO BEAAAAM!!

Il raggio congelante di Mazinger Zeta si abbatte sul demone ragno, ghiacciandolo insieme a una parte di terreno intorno.
"Dottor Yumi - comunica Kabuto alla base - abbiamo trovato qualcosa, vi amndiamo le immagini. Mandate una squadra di elicotteri a prendere questo coso"
E' l'intervento del dottor Yumi, in collegamento dalla Fortezza delle Scienze, ad evitare che Jeeg e God Mazinger continuino nella loro opera di distruzione di tutto il complesso. Con difficoltà, i piloti si calmano, decidendosi dopo molte riserve a scendere dai propri robot.
Qualunque cosa siano quei mostri, sembra chiaro non abbiano molto a che fare con gli ibridi biomeccanici dell'Impero Mikeros.
Con estrema cautela, i piloti fanno irruzione nel centro ricerche del complesso. Intorno a loro, telecamere spente, muri ancora squarciati dalle esplosioni, un'oscurità e un odore di chiuso che risultano nauseanti.
La paura di far rumore e attirare qualcosa si scontra col senso del dovere dei piloti, che imporrebbe di cercare a tutti i costi se qualche essere umano si è salvato. Non essere a bordo dei propri robot significa per molti di loro esporsi eccessivamente.
Koji si avventura per trovare un generatore di corrente ausiliario, in modo da ripristinare la corrente all'edificio, mentre Maria - col fiato sospeso - continua incessamente a monitorare la zona grazie ai suoi poteri telepatici, per controllare che non ci sia nessun altro lì con loro.
Da solo, Hiroshi scende ai piani inferiori del centro di ricerche, trovandovi celle su celle imbottite e completamente vuote.
Non appena Koji fa ripartire la corrente (pur con la perplessità di star riattivando anche eventuali sistemi di sicurezza), il centro viene di nuovo illuminato e i computer riprendono a funzionare. Essendo collegati da una rete interna, i piloti iniziano a scaricare i dati e guardare febbrilmente i file in memoria, per vedere se qualcosa può loro spiegare cosa stia succedendo.

La prima cosa che colpisce la loro vista è un filmato, registrato come johnbird.avi.
Il filmato mostra un ragazzo emaciato, palesemente denutrito, gettato in una stanza vuota da un paio di guardie. Una voce femminile dice di dare corrente.
Il pavimento della stanza comincia a essere percorso da scariche elettrostatiche, potenti quanto da far scatenare John Bird in una grottesca danza per evitare di poggiare i piedi per terra il più possibile. La voce di donna, implacabilmente, ordina di aumentare il voltaggio, sempre di più, finchè quello che presumibilmente è un suo collaboratore, non gli dice di smetterla.
Incurante della richiesta, con una freddezza disumana, la donna dà ordine di aumentare ancora.
Il ragazzo che fa da cavia all'esperimento lancia un urlo disperato che si trasforma in un ruggito, prima che le sue scapole si spacchino e da esse la carne e le ossa delle spalle si trasformi in un paio di ali scure, molto ampie.
Solo allora la stanza viene riempita di gas e il prigioniero prelevato di nuovo dai suoi aguzzini.



Ma non è solo questo a sconvolgere i piloti, e in particolare Maria. E' soprattutto il fatto che la voce nella registrazione è sicuramente quella di Ran Asuka, molto diversa dalla donna gentile e innamorata che ha conosciuto.

Il tutto viene riconfermato dall'organigramma del personale della base, dove Ran Asuka viene genericamente nominata come responsabile e il filmato stesso è accompagnato da una secca e-mail.


Pur agendo di fretta, Testuya continua scorrere con gli altri compagni negli archivi della Human Alliance, tra cui un progetto per nuovi tipi di robot e un altro documento che - anche se solo in parte - getta un po' di luce su ciò che è appena successo e che non manca di destare la completa attenzione del resto dei piloti. Tetsuya in particolare si dimostra piuttosto particolare riguardo ai Protocolli MZ, di cui non sembra esservi traccia in tutto l'archivio.
Ma è soprattutto uno scambio di mail che spinge Koji dapprima a tenere i documenti nascosti a Hiroshi e poi, in disparte, a dare un secco ordine alla Fortezza delle Scienze.

"Professor Yumi... faccia arrestare Miwa Uzuki. Ci ha traditi tutti"

Dopo aver dato la sua allarmata comunicazione alla Fortezza delle Scienze, Koji si ricongiunge ai suoi compagni, che intando stanno prendendo con loro il server della Human Alliance, in modo da poter controllare ogni documento presente nella base in tutta tranquillità.
E' solo quando risalgono sui robot, che Koji decide - spinto dalla muta desolazione tutt'intorno - di diffondere un ultimo messaggio radio in FM.

Siamo l'Armata Mazinger... stiamo combattendo le forze di Mikeros nel mondo. Se c'è ancora qualche essere umano in vita, rispondete e comunicateci la vostra posizione!

Intanto, nel buio dell'abitocolo del Gaiking, sulla Fortezza delle Scienze, Sanshiro respira lentamente. Per mesi ha fatto intense meditazioni a bordo del suo robot, sperando di diventare tutt'uno con esso e, adesso, il risultato sembra sinistramente a portata di mano. Le luci dell'hangar si spengono, una dopo l'altra.
Alla sensazione di rabbia, provata ogni volta che è salito sul suo robot, Sanshiro sembra sentirne sovrapporsi una nuova: una cupa soddisfazione, che non riesce a rallegrarlo ma - anzi - gli insinua il presagio che qualcosa stia cambiando in maniera irreparabile.
Poi, un sottile formicolio lungo tutto il corpo.
Il tempo di abbassare lo sguardo e il respiro si mozza nella gola del giovane pilota, un urlo talmente compresso e terrorizzato da non poter essere buttato fuori. Decine di cavi, animati da vita propria, sembrano uscire dalla consolle di pilotaggio del robot e innestarsi direttamente nella carne viva di Sanshiro. I cavi strisciano sul suo corpo, poi sulla sua faccia, invadendo orecchie, naso, occhi, avvolgendo completamente il suo viso come se volessero imbozzolarloe divorarlo.
E' solo allora che Sanshiro trova la forza di esplodere in un urlo... un urlo mentale, che un urlo fisico non è già più possibile.

GRAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAACEEEE!!!!

Nel buio, gli occhi di Gaiking si accendono.

mercoledì, luglio 12, 2006

Rintocchi (racconto di Nix)





Dong....dong....dong....
“Un suono metallico, soffocato, regolare... come una campana sotto l'acqua... o sotto terra...” dong.... dong....dong....


“Ch5, è da questa sigla che forse si è scelta il nome...”
Dong....
“e pensare che se non l'avessi conosciuta non avrei potuto sapere nulla di Miwa”
Dong.... Dong....
“Chissà se veramente me ne avrebbe parlato, o se me lo avrebbe ancora tenuto nascosto.” Dong...
“Sta di fatto che è successo, e non sono nessuno per pensare a dei se o dei ma... quindi va bene come è andata...”
Dong...
“Anche se ancora devo metabolizzare”
Dong...


[immagine di una mano di ferro che accarezza una rossa gota bagnata da lacrime, e prontamente questa mano si ritrae di scatto, capendo che il gelo del metallo non può confortare...]


“Merda!”
Dong... Dong...
“dopo aver parlato con lei, il capo della resistenza, avevo ritrovato le speranze”
Dong....
“ e mi ha detto di Miwa... mi è crollato tutto dopo”
Dong.... Dong....
“ma poi abbiamo ritrovato Heinrich... lui, il padre di Lorelai”
Dong...
“colui che forse mi ha dato altre speranze, che per riscattarsi è disposto ad aiutarmi con questa storia dei nanodroidi”
Dong... Dong....
“del resto, però, lei è un soggetto B... magari quei nanocosi le servono davvero”
Dong...
“non vorrei che le succedesse qualcosa di peggio...”
Dong... Dong....

“Ah, Jun! si sta riprendendo...”
dong....
“quasi mi mancava la sua presenza qui in palestra”
Dong...
“entrambi tristi e malinconici... quasi facevamo gruppo di sostegno!”
Dong... Dong...
“magari ora che Tetsuya è tornato starà meglio”
Dong... Dong...
“Goda...”
Dong...
“quello che gli avevo detto lo ha colpito”
Dong....
“mi ha aiutato... forse è proprio vero che si può cambiare in meglio”
Dong...
“basta avere gli stimoli giusti e la possibilità di farlo”
Dong... Dong...
“forse veramente anche Miwa...”
Dong...
“come le ho detto, ora è meglio aspettare”
Dong.... Dong...Dong... Dong...
“Ora che Heinrich lavorerà per me, l'unica cosa che davvero resta ignota è il Dotaku”
Dong.... Dong....
“la Campana di Bronzo, e quei riferimenti alla civiltà Yamatai”
Dong... Dong...
“la Campana...”
Dong.... Dong...
“....questo pezzo di ferro sotto i miei pugni suona come una campana...”
Dong... Dong...