venerdì, aprile 27, 2007

Intermezzo: l'ombra del padre






L'uno davanti all'altro, il prigioniero e Hiroshi si confrontano.
Hiroshi, in una cella appositamente preparata dentro il Drago Spaziale, guarda il volto arrogante e allo stesso tempo intimamente spaventato del soldato dell'Armata del Mazinkaiser, appena catturato.
Ore di minacce, domande, ruoli tra poliziotto buono e poliziotto cattivo.

Com'è strutturato il Geo-Front?
Quali sono i codici di comunicazione dei Mass Production?

... Come funzionano le tue nanomacchine?

Con una tacita sensazione di paura, Hiroshi torna con la memoria al momento in cui lui e Tetsuya, dopo aver preso le informazioni di cui erano in cerca dentro al Tenku Maryu, sono stati braccati da uno stormo di Mass Production e costretti a un atterraggio di emergenza.
Ricorda la loro fuga in una piccola macchia di bosco, dopo che il Brain Condor aveva smesso per un momento di funzionare.
Hiroshi ricorda ancora quel momento, lui e Tetsuya mimetizzati tra le foglie e i soldati nemici che si avvicinano al Condor vuoto.
E si trasformano in creature uguali alla forma cyborg di Jeeg, come se nei loro corpi fossero stati iniettati gli stessi nanoidi.

Se non fosse stato per l'intervento tempestivo di Koji, Maria e Sanshiro, ora i ruoli tra prigioniero e carceriere sarebbero invertiti.

Il prigioniero, l'unico rimasto vivo di quel gruppo di soldati, è un ragazzo. Un ragazzo fin troppo fiero e orgoglioso di far parte dell'Armata del Mazinkaiser. Sono solo le truppe di elite, pochi in tutto il mondo, a ricevere le nanomacchine nel proprio corpo.
Parla con un linguaggio diverso da quello delle persone che l'hanno catturato: dove loro usano il termine sperimentazioni, lui intende privilegi. Dove loro nominano massacri e ditattura militare, lui risponde definendole conseguenze inevitabili per la sicurezza. Quando Koji entra a interrogarlo, il prigioniero non crede a una sola parola sul viaggio temporale che la vecchia Armata Mazinger ha suo malgrado sperimentato. Pensa sia un clone che i ribelli hanno creato, un droide, in tutto simile al glorioso pilota di Mazinkaiser, tutto per debilitarlo psicologicamente.

Hanno provato in ogni modo a farlo parlare. Alla fine, Koji ha minacciato di usare le loro conoscenze sui nanoidi per bloccargli le funzioni vitali, se non fornirà entro un giorno le informazioni di cui hanno bisogno.
Il prigioniero, per tutta risposta, ha chiesto di farsi portare una copia dell'Hagakure.


Un paio di volte, ha provato a scappare prima che Hiroshi lo ricacciasse di forza dentro la cella.
E ora sono solo loro due, con Hiroshi che riprende la consueta sequela di domande e minacce.
Il cyborg prova una strana forma di pena, per il prigioniero. Conosce una storia falsa in più punti, è totalmente incapace di vedere l'orrore che i suoi superiori stanno scatenando, pensa di essere un soldato scelto mentre è poco più di una cavia.
Parlano.
Solite domande. Solite risposte, rabbiose e orgogliose.
Finché...

Una scarica improvvisa di energia elettromagnetica fa saltare le telecamere, che brancolano cieche nel buio. Ogni sistema di allarme, apertura delle porte, comunicazione con l'esterno. Tutto in tilt, di colpo.
Hiroshi tende i suoi muscoli d'acciaio, prevedendo una prossima trasformazione del prigioniero e l'ennesimo, conseguente, tentativo di fuga.
Invece, l'altro cade ginocchioni, urlando e tenendosi la testa.
Jeeg fa un passo in avanti.
L'altro lo guarda. Nell'oscurità, il suo sorriso si fa luminoso.
"Figlio", dice il prigioniero, con la voce del dottor Shiba.

"E' tutto inutile, figlio mio"
Superato il primo istante di choc, Hiroshi freme di un lungo e basso ringhio. "Mostro schifoso... quando torneremo indietro giuro che ti ammazzo!"
Il volto del prigioniero si tende in un sorriso. Per un momento, nell'oscurità il suo volto ha molte più rughe addosso, quasi che la faccia del dottor Shiba voglia farsi spazio tra i lineamenti del suo ospite.
"Sai che non puoi farlo"
"Formatterò ogni computer della Fortezza delle Scienze, se necessario, a cominciare da quello che abbiamo portato via dalla Build Base. Cancellerò ogni piccola probabilità che tu possa replicarti o tornare a esistere... padre"
Il dottor Shiba sorride a quel padre sputatogli in faccia con tale disprezzo.
"Non potrai farlo. Dovresti uccidere te stesso, per riuscirti"

Per un momento, Hiroshi resta parole.
"Che intendi dire?"
"Io vivo in te, Hiroshi. Quando l'ho modificata, ho trasferito i miei dati nei nanoidi di Mayumi e questi sono poi entrati a far parte di te. Tutta la Machine Father che avete trovato anni fa nella Build Base vive ed è continuamente aggiornata dentro al tuo corpo... figlio"
I pugni di Hiroshi si stringono in una morsa di rabbia, frustrazione, paura.
"Sei l'ultimo hardware in cui la mia memoria è depositata. In te vivo io, vive Mayumi... riuniti e benedetti come la famiglia che siamo dai nanoidi che scorrono nel tuo sangue!"
"STAI MENTENDO!"
"Tu SAI che è vero. Sai che il tuo destino è diventare l'essere perfetto che ho sempre voluto tu fossi"
E' tutto vero, sembra dire una voce dentro Hiroshi.
Come spiegare l'esilio autoimposto del suo futuro alter ego, altrimenti?
"Cos'è veramente il Dotaku Project?"
"E' la garanzia, Hiroshi, che non puoi morire. Nemmeno io posso morire. Quando sarà tempo, trasferiremo le nostre coscienze dentro ogni macchina, ogni computer, ogni circuito. Fai come ti dico, figlio, non ti ho creato per alcun obbiettivo se non renderti un dio"
"Un... dio"
La mente è una ragnatela di possibilità, timori, implicazioni in cui i pensieri restano aggrovigliati.
La lama di Sosuke che lo trafigge, senza ucciderlo.
I nanoidi, che gli privano ogni bisogno di cibo, sonno per... per quanto tempo?
Se davvero non potesse morire, se non potesse farlo nemmeno provando a togliersi la vita, non sarebbe la prova che suo padre ha ragione?
Ha ragione ad affermare che non si può sfuggire al proprio destino?

Tutto, nel passato, sembra andare nella direzione indicata da quel futuro orribile che stanno vivendo.
Non esiste via d'uscita?
Non ne esiste alcuna, oltre diventare il dio biomeccanico creato dal dottor Shiba?

Via via che il prigioniero riacquista coscienza e la voce di suo padre ammutolisce, la rabbia sale dentro Hiroshi, rimasto come al solito senza risposte.
Senza nessuna risposta.

Oltre quelle oscure e fatali dettate dal suo cuore.

venerdì, aprile 20, 2007

37: "Aphrodite A, Dianan Ace... MAJIN GO!"



"Non puoi chiedermi di tradire Hayato. Quando Edo è caduta per i rastrellamenti dell'Armata Mazinger, è stato solo grazie a lui che sono sopravvissuto. Capisco che può sembrare uno stronzo, ma un debito grosso, con lui"
"Non ti sto dicendo di tradirlo. Ti chiedo però di guardare cosa sta succedendo. Jin ha sparato a un uomo a sangue freddo. Ti ha mai detto il motivo per cui combattete questa guerra?"
"Cavarsi quel maledetto mostro dalle palle, una volta per tutte"
"... e se ci fosse altro?"
"Dannazione, Tsurugi, perché non parli chiaramente?"
"Non c'è molto da dire. Voglio solo che tu faccia attenzione. Per il momento, finchè si tratterà di distruggere Mazinkaiser andremo tutti d'accordo. Ma quando cadrà, se noi non saremo tornati al nostro tempo..."
"..."
"... allora sì. Allora forse ti chiederò di tradire Hayato Jin. In nome di Edo e di tutto ciò che rappresentava"


Go Ichimonji fa un sorriso sprezzante. E' passato molto tempo da quando lui venne accolto nel villaggio di Edo, un centro di profughi giapponesi in fuga dai mostri di Mikeros. Ed è passato molto tempo anche da quando Tetsuya vi arrivò, poco dopo la scoperta che il Direttore della Fortezza delle Scienze era il padre di Koji e poco prima della devastante battaglia di Berlino.
C'è voluto molto, a Tetsuya, per convincere Go - adesso tenente dell'Armata Getter - della verità delle sue parole, quando gli ha raccontato di essere giunto dal passato e di essere contro Mazinkaiser.
Go accarezza pensosamente la superficie lucida della sua Getter Machine.
"Così, finalmente hai anche tu un robot", commenta Tetsuya con un mezzo sorriso, ricordandosi tutte le volte in cui Ichimonji si lamentava di non avere mezzi del genere per proteggere il suo villaggio.
"Il Neo Getter, dici? è un modello sperimentale. Non va nemmeno a Energia Getter"
"Forse questo lo rende migliore di altri", dice Tetsuya.
Poi, a sua volta risale sul Brain Condor.
"In bocca al lupo, Ichimonji"
Go si volta verso di lui, prima di prendere posto sul suo Neo Eagle. "Non preoccuparti, non ho intenzione di farmi ammazzare da quel fottuto bastardo"

La Torre si erge davanti agli altri piloti. Alcuni la rivedono dalla Kujira, altri dai robot, altri dalla tremenda Yamata No Orochi.

"Ancora una volta, è riuscito a non prendere decisioni nette, professore", mormora cupo Koji, alludendo alla discussione di prima a proposito dell'equipaggio del Drago.
"Ti sbagli - replica Umon con tranquillità - L'ho presa eccome. Koji, tu non puoi saperlo, ma anche se le tue intenzioni sono buone, le tue motivazioni giuste... è esattamente così che è cominciata. Con ottime intenzioni"
"Mmm... quando tornerò nel mio tempo, toglierò loro il Drago in anticipo", dice Koji, scherzandoci su.
Morimori si intromette nella discussione. "Ci sono cose che è bene sappiate su Mazinkaiser. Le stavo studiando prima dei rastrellamenti di ostaggi dell'Armata Getter. Dite che possiamo parlarne anche con il signor Jin e gli altri?"
Koji guarda cupamente la Torre, una lapide nera, gigantesca, piantata tra cielo e terra.
"Sono i nostri alleati, dopotutto", mormora senza troppa convinzione.



Ad accogliere i piloti sulla Torre, c'è un'atmosfera da battaglia imminente: lo scontro con Mazinkaiser, forse accelerato dai piloti arrivati dal passato, è ormai prossimo. Soldati si preparano e volano sui giganteschi Getter Dragon, Liger e Poseidon. Altri si dedicano a un'ulteriore fortificazione della base, occupandosi della manutenzione delle batterie di missili, dei cannoncini a energia e dei generatori per la barriera.
Altri ancora si stanno addestrando. Buona parte di loro sembra si dedichi anche ad alcuni esercizi di meditazione, ascoltando gli insegnamenti di un corpulento istruttore. Proprio quest'ultimo, nel veder scendere Hayato e Ryoma si stacca per un istante dai suoi allievi andando a parlare al capo della fortezza.
Sanshiro, intanto, sta guardando con rabbia i suoi compagni del Drago venir portati via dalle guardie.
"Perchè non gli hai raccontato ogni cosa?", urla il ragazzo bendato a Sakon, mentre sono scortati verso l'area di detenzione.
"Non sarebbe servito a niente", risponde amareggiato l'altro.
La frase non sfugge al pilota del Gaiking, che manda uno sguardo fin troppo eloquente a Koji.
"L'ultimo disperato tentativo di arrampicarsi sugli specchi", commenta con fastidio quest'ultimo.



"Dai nostri studi - dice Morimori - siamo giunti alla conclusione che il modo in cui Mazinkaiser fa comparire la Kaiserblade dal suo petto e dalle sue spalle sia in realtà un fenomeno di smaterializzazione simile a quello usato dalla corazzata Demonica per teletrasportarsi e, più in piccolo, simile a quello che vi ha portato qui"
"Vuol dire che anche Mazinkaiser usa l'Energia G?", chiede Tetsuya.
"Questo no. Però pensiamo che sia in qualche modo direttamente e perennemente connesso all'Imperatore delle Tenebre. E' come se, attraverso un canale che non siamo in grado di individuare, venisse rifornito di continuo di altissimi quantitativi energetici"
Le osservazioni di Morimori portano a molte altre discussioni, ma il consiglio di guerra non procede bene come sperato.
In un clima piuttosto gelido, viene discussa l'eventualità - proposta soprattutto da Tetsuya e Hiroshi - di andare a liberare i prigionieri del Centro Anti-Vegan, tra cui soprattutto il professor Yumi, chiuso lì dentro da anni sotto false accuse per essersi rifiutato di collaborare con l'Armata del Mazinkaiser.
"E' una follia. Un inutile spreco di uomini, in previsione dell'attacco al Geo-Front", ribatte Hayato, la cui principale preoccupazione sembra essere invece la presa del quartier generale dell'Armata del Mazinkaiser, nelle cui profondità giace il nucleo di energia Getter che da alcuni viene chiamato Imperatore delle Tenebre.
Koji annuisce, trovandosi stranamente d'accordo con il comandante dell'Armata Getter. "Se non riusciremo a tornare indietro, non solo il nostro mondo, ma anche questo avrebbero molte possibilità in meno. L'unico modo per possiamo davvero cambiare qualcosa è non facendolo mai avvenire"
"E se non fosse così? - replica Tetsuya - Se non potessimo tornare o questo non cambiasse nulla? Non possiamo lasciare in mano a Mazinkaiser e a te stesso tutti quanti"
"Allora facciamolo durante l'attacco al Geo Front! Almeno costringeremo le loro forze a dividersi"
"Non è affatto così semplice - dice Hayato, interrompendo Koji - Potremmo trovarci in difficoltà noi. Le loro risorse restano un po' più numerose delle nostre, pur con tutta l'Armata Getter e Fleed riunite. Potremmo essere noi a subire le conseguenze di un fronte diviso"
"Creiamo un diversivo - insiste Tetsuya - Se le forze di Duke Fleed simulassero un attacco in forze a Tokyo, buona parte dei Mass Production verrebbe mandata lì, dando tempo a poche persone di entrare nel Centro Anti-Vegan. Credi sia possibile fingere un attacco?"
Rivolto a Duke Fleed, Tetsuya calca molto la voce su quel fingere, ancora turbato sia dalla mostruosità dell'esercito del pilota di Grendizer, sia dal suo disinteressamento all'umanità.
"E' possibile fingerne uno - risponde Duke, mostrando di aver capito il sottinteso - Hai la mia parola"
"Anche a me piacerebbe venire, ma temo che la mia presenza verrebbe scoperta più facilmente di quella di altri. Tuttavia, se oltre a dissidenti politici ci sono anche davvero degli esseri umani infettati dai Vegan, c'è un modo anche per organizzare un diversivo interno... forse hai capito ciò che intendo", dice Maria.
Duke resta un attimo in silenzio. Poi annuisce, lievemente turbato.
"E' solo uno spreco di energie", ripete Hayato, suscitando un cenno d'assenso da parte di Koji.
"Io non intendo partecipare a questa cosa. Dobbiamo tornarcene nel passato, è questa l'unica priorità", taglia secco Sanshiro.
"Diamoci del tempo - suggerisce Koji, visto che ognuno pare rimanere nelle sue posizioni - E' inutile programmarci adesso che i nostri mezzi sono troppo danneggiati per entrambe le operazioni. Ripariamone il più possibile e aggiorniamoci"
Gli altri annuiscono, anche se nessuno - in cuor suo - ha la minima intenzione di tornare indietro sui suoi passi.
E' solo quando Koji fa per uscire che Hayato lo ferma sulla porta, assicurandosi che nessun altro sia rimasto.
"Kabuto... ricordati una cosa. Quando Mazinkaiser sarà distrutto, se voi non tornerete indietro, dovrete fare una scelta"
"Che genere di scelta?"
"Stare dalla parte di chi ha liberato il Giappone con te o dalla parte dei mostri", risponde il comandante della Torre, senza mezzi termini.
"E chi mi dice che l'hai davvero liberato come dici? Io non ho potuto vederti mentre lo facevi"
"Se ciò che dici è vero, lo vedrai. E comunque, meglio dei mostri, no?"
Koji alza le spalle. Nessun segno di ironia, nella sua voce.
"Onestamente, mi ci sto abituando"

"Ho già visto abbastanza. Flora, andiamocene", ordina seccamente Duke Fleed alla sua guardia del corpo, terminata la discussione.
"Aspetta!"
Quando Duke si volta, dietro di lui c'è Maria.
"Vengo con te. Hai promesso di farmi parlare con Rigarn, ricordi?"
Dopo un attimo di silenzio, Duke annuisce. "Seguici con Minerva X"

Senza dire altro, Maria si dirige verso Minerva. Senza avvertire nessuno, l'arpia robotica e Yamata No Orochi decollano alla volta dell'Himalaya.

Koji, intanto è in riunione con Hiroshi, Umon e il solito trittico Morimori, Sewashi e Nossori.
"Se c'è una minima possibilità che io possa diventare come in questo futuro, va scongiurata", esordisce Koji.
Sostenendo gli sguardi interrogativi degli altri, Koji continua tranquillamente il discorso. "Questo è un progetto che ho ideato. Si basa in larga parte sul funzionamento dei tuoi nanoidi, Hiroshi. Te ne estrarremo un po', appena una goccia di sangue, e cercheremo di riprogrammarli. E' un sistema di sicurezza: non appena darò segni di squilibrio, un tuo comando vocale attiverà i nanoidi che mi inietterò"
Quando Hiroshi gli chiede a cosa i nanoidi serviranno, Koji sostiene tranquillamente il suo sguardo. "A distruggere il mio sistema nervoso e uccidermi"
"E' inaccettabile", sbotta Umon. Scuote la testa e lo ripete più volte. "E' così che vogliamo sempre risolvere ogni situazione? Con la più totale sfiducia?"
"Io ho fiducia in Hiroshi", replica Koji.
"Ma perchè? Perchè io?", chiede Hiroshi, sempre più confuso.
"Consideralo un risarcimento per tutte le volte che ho disattivato i tuoi componenti", ghigna Koji.
Hiroshi rimane senza parole. Poi annuisce.
"Immagino che non possiamo dire nulla per farti cambiare idea, vero?", dice Morimori, estremamente angosciato.
"Esatto", annuisce Koji con un sorriso triste.
Morimori manda uno sguardo agli altri due. "Va bene".
Umon squadra i tre scienziati come se non credesse ai propri occhi, come se non potesse accettare che proprio le ultime figure rimaste in vita del Laboratorio per l'Energia Fotoatomica si creino così pochi problemi nel creare una simile condanna a morte per Koji.
"Dovrai registrare tre parole, Hiroshi - spiega Kabuto - Questo sarà il nostro comando vocale"

L'antro di Rigarn sembra più scuro degli altri dentro Fleed.
Flora e la scorta di soldati di Duke Fleed lasciano Maria proprio lì davanti, sola, senza alcuna difesa.
Maria è ancora lì a osservare quel buio infinito, quando Duke spezza il silenzio.
"C'è una cosa che mi chiedevo"
Maria si volta verso di lui, esortandolo silenziosamente a continuare.
"A Berlino, quando scelsi di stare dalla parte di Himika, hai giurato di uccidermi. Eppure, adesso, non sembrerebbe che ancora la pensi in questo modo"
Maria lo guarda senza parlare. Poi cerca i suoi occhi dietro l'elmo inespressivo. "Non ti nascondo che è anche perchè una parte di me vive fusa in te. Ma non è l'unica ragione. Per quanto ancora adesso le nostre strade possano essere profondamente diverse, sei molto cambiato. E' come se ci fosse un motivo preciso per quello che fai e che sei, un motivo lucido che ti spinge a seguire questa strada. E io questo lo rispetto"
Duke Fleed annuisce, con un'espressione indecifrabile negli occhi. "Buona fortuna, con Rigarn"
"Grazie", mormora Maria, entrando.



Nel buio, si sente solo il respirare profondo di una creatura gigantesca. Una creatura di cui l'ombra nerissima fa appena indovinare la sagoma: una criniera leonina, un torso umano, il corpo di una bestia di stazza massiccia, quasi un mostruoso ippopotamo.
Due occhi che si illuminano ad altezza della testa.
Altri due occhi che si illuminano ad altezza del torso e un ghigno, un ghigno terribile.
"Cosa vuole un simile microbo da me?"
Maria fronteggia il suo sguardo.
"Parlare. Non abbiamo mai parlato, noi e voi. Eppure credo che discutere porterebbe dei vantaggi a entrambi. Ho notato delle cose, combattendo contro il Mazinkaiser, ripensando a determinate cose successe in questa guerra. E credo che ci siano domande a cui solo voi potete dare una risposta"
"Potrei ucciderti. Sarebbe facile, sai? Ucciderti qui e adesso"
"So che potresti farlo. Ma so anche che esiste un onore tra i guerrieri, di qualunque schieramento essi siano"
Il Generale Rigarn ghigna orribilmente. "Sono stato responsabile della caduta del Grande Generale Nero, il più nobile che sia mai esistito tra le nostre fila. Non avrei la minima esitazione nello schiacciarti come si schiaccia un insetto, non appena mi volteresti le spalle"
L'espressione di Maria, dura, determinata, non accenna a cambiare nè a mostrare paura. "Allora so di confidare almeno sulla tua sincerità"
"Sei coraggiosa, umana. Bene... facciamo così: risponderò alle tue domande, se solo accetterai di fare una cosa per me... e quale sia questo prezzo, lo saprai solo alla fine della nostra discussione"
Per un attimo, Maria si sofferma sull'amara ironia di sentirsi chiamare umana dalla creatura più mostruosa con cui ha avuto occasione di parlare. Poi annuisce. "Accetto"
La ragazza accenna ai suoi dubbi. "I miei compagni mi hanno riferito di aver visto Mazinkaiser cadere e che il suo corpo è stato avvolto da una fiamma vivida, prima di rialzarsi di nuovo. La stessa cosa che abbiamo visto fare a voi, molte volte in combattimento..."
"Quindi - la interrompe Rigarn - vuoi la verità su questo. Sarà un piacere, sai? Saprai tutta la verità... saprai davvero ogni cosa su di noi. E alla fine, quando ritornerai indietro nel tempo questa consapevolezza distruggerà te e i tuoi compagni"
Con una risata terribile, rimbombante e carica di odio, il Generale Rigarn comincia a parlare.
A raccontare una storia che nessuno, oltre Maria, ha mai sentito finora.



Nell'area di detenzione della Torre, Koji e Hiroshi sono alle prese con Sakon.
"Guarda chi è venuto a farmi visita... il piccolo Blocken", commenta il capitano del Drago Spaziale.
"Certo, il piccolo Blocken... senti, non sono qui per litigare. Puoi spiegarmi cos'è successo, una volta per tutte?", replica Koji, cercando di fare appello a tutta la sua pazienza.
"Com'è che adesso ti interessa improvvisamente saperlo?"
"E' il tuo amico che ha parlato di cose che non ci avevi detto"
Sakon è inizialmente molto reticente, nel raccontare. Ogni tentativo di dialogo di Koji e Hiroshi si traducono in uno sbuffo seccato e nella considerazione che non cambierà nulla.
"Vi abbiamo aiutati e siamo a marcire in una cella"
"Non era questo che volevo. Dirò ad Hayato di tirarvi fuori di qui"
"Per stare in una cella un po' più grande? Chissenefrega"
Con durezza, Sakon comincia a raccontare quello che è successo. A Berlino i militari di Schwartz, poco dopo la battaglia finale con Mikeros, hanno cominciato a trasformarsi in esseri mostruosi. Esseri che, subito, Koji e Hiroshi ricollegano alle aberrazioni tenute nascoste nei centri studi della Human Alliance. Nessuno sa perché sia cominciata questa mutazione di massa, ma Schwartz e i suoi hanno finito per incolparne Grace - da loro odiata perché portatrice del parassita Vegan - scatenando una folle caccia alle streghe. Masai non è stato capace di gestire la situazione e l'ammutinamento si è risolto in un bagno di sangue. Nel tentativo di far scappare Grace (poi rifugiatasi come altri nella sua situazione a Fleed) e di salvare Masai, molti uomini del Drago hanno perso la vita. Da quel momento, Schwartz si è impadronito del Drago e ha sfruttato Sakon e gli altri per la costruzione delle altre due corazzate e dei robot. Ha lavorato come mercenario neutrale sia per l'Armata Getter che per l'Armata Mazinger, facendosi dare da questi ultimi come pagamento per un lavoro i familiari dell'equipaggio del Drago. Così, quelli che un tempo erano partigiani impavidi e determinati, hanno finito per operare le stesse identiche scelte che i loro nemici fecero un tempo.
"Dammi un motivo per cui dovremmo ridarvi il Drago"
Sakon fa un sorriso stanco. "Non ve ne darò nemmeno uno e vi dirò di più. Io mi auguro fortemente che moriate tutti, in questa guerra. Tu, i tuoi amici, Mazinkaiser e la gente di Jin. Il mio più grande sogno è che nessuno di voi sopravviva. Perchè qualunque parte in campo vinca, non cambierà niente: siete solo un branco di nazisti capaci solo di distruggere e rovinare le vite altrui"
"Non abbiamo altro da dirci", risponde Koji, alzandosi.
Quando lui e Hiroshi escono dalla cella, Morimori avverte al comunicatore che i nanoidi sono stati riprogrammati e pronti a essere innestati nel sistema nervoso di Kabuto.
"Tra poco inizieranno l'operazione. Vieni con me?"
"Più tardi - fa Hiroshi con un sorriso sinistro - prima vorrei fare due chiacchiere con gli uomini di Schwartz"




La guardia di piantone alla cella di Lambert, il secondo di Schwartz, fa finta di non sentire lo schiocco dell'osso che si rompe e l'urlo del prigioniero.
Nè tantomeno la risata bassa e compiaciuta del demone d'acciaio che è entrato lì dentro.
"Adesso fai il bravo e rispondi alle mie domande", ghigna cupo Hiroshi, vedendo Lambert che si stringe l'indice fratturato della mano, trattenendo le lacrime dal dolore.
Lambert però non fornisce una versione troppo differente da quella di Sakon: si limita a giustificarsi, dando come alibi per le atrocità che lui e gli altri uomini hanno compiuto il doversi difendere da dei mostri. Quando Hiroshi gli chiede chi abbia commissionato a Schwartz l'attacco al villaggio della resistenza, Lambert afferma di non saperlo: solo il loro capo aveva rapporti con i committenti. Si limitava a dare agli altri i dettagli delle operazioni e a dividere l'incasso, senza nessuna spiegazione. E, finchè i soldi non mancavano, agli altri andava bene così.


"Vedremo. Farò le mie ricerche. E se scopro che hai mentito... tornerò", minaccia Hiroshi.
Con una profonda soddisfazione, vede il terrorizzato Lambert rincantucciarsi sulla sua branda, in preda alla più profonda paura.

A Fleed, Duke guarda l'espressione sconvolta di Maria, tornata dalla discussione con Rigarn.
"Ti ha detto ciò che volevi sapere?"
"Sì. Credo di sì"
"Capisci perchè ho cercato di tenervelo nascosto? E perchè mi sembra opportuno che ancora tu non dica niente agli altri?"
Maria annuisce, senza dire nulla. Il volto è ancora tirato, decisamente scuro e meditabondo.
"Cos'ha voluto in cambio?"
"Ha voluto che gli dicessi che cosa lui sia davvero"


Sanshiro, intanto sta guardando la corazzata di cui l'Armata Mazinger si è impossessata. Un'equipe di tecnici della Torre sta analizzando ogni macchinario, capeggiata da un ben poco rassicurante scienziato con metà faccia bruciata.
"Che cosa fai qui?"
"Davo un'occhiata. In fondo questa roba interessa più a me che a ogni altro", risponde Sanshiro, pronto a far valere in modo pesante le proprie ragioni. Ma Shikishima risponde con un ghigno da pazzo, per nulla infastidito dalla sua presenza.
In preda a un entusiasmo ben poco rassicurante, spiega che la corazzata terrestre che hanno requisito si chiama Daichi-Maryu. L'altra, non appena Sanshiro la descrive al dottore, viene invece riconosciuta come Tenku Maryu. Sono state entrambe sviluppate e costruite da Sakon, sotto pressione di Schwartz. Ma le sorprese non sono finite: il Raiking non è infatti l'unico robot realizzato a somiglianza del robot di Sanshiro. Dentro il Daichi Maryu ne è alloggiato un altro, decisamente più massiccio, chiamato Vullking.
Sanshiro osserva con uno sbuffo di disprezzo entrambi i robot. "Sono solo delle copie", commenta.
"Sono molto più che delle copie! - ribatte Shikishima - Raiking e Vullking sono dotati di parti removibili che, combinate al Gaiking, possono corazzarlo in una configurazione molto più potente, il Gaiking the Great!"
"Gaiking... the Great?", ripete Sanshiro, alzando un sopracciglio decisamente perplesso.
Shikishima si lancia in una lunga descrizione sui micidiali armamenti della nuova configurazione. Quando Sanshiro chiede se sia possibile testarla sul suo Gaiking, Shikishima scuote decisamente la testa.
"Da quel poco che abbiamo visto, i componenti di Raiking e Vullking non sono compatibili col tuo robot. Non c'è da stupirsi del resto: evidentemente Sakon progettava di ricostruire il Gaiking da cima a fondo, dopo che il tuo robot è stato completamente distrutto nella battaglia contro il Generale Nero"
Sanshiro, non ancora abituato all'idea di essere ufficialmente morto in questo futuro, annuisce gravemente.



Ore dopo, tutto è pronto per l'operazione a Koji. Le nanomacchine prelevate da Hiroshi stanno per essere riprogrammate, gli attrezzi per l'impianto del distruttivo microchip tutti pronti. Morimori, Sewashi e Nossori hanno ottenuto da Hayato il permesso di poter usare una parte dell'infermeria e delle sue attrezzature a questo scopo. Koji guarda i bisturi in bella fila vicino al suo lettino.
Nessun ripensamento.
"Hiroshi. Devi registrare il comando vocale che attiverà il processo di distruzione"
Hiroshi, davanti a un computer annuisce.
Pensa, con un brivido, a quali parole Koji vorrebbe sentire prima di morire. Le parole che lo condanneranno a morte, attivando il distruttivo processo delle nanomacchine.
"Aphrodite A... Dianan Ace... MAJIN GO"
Koji, con un mezzo sorriso, annuisce. Poi si stende sul lettino e l'operazione comincia.
"Chiamatemi, quando avete finito", mormora Hiroshi, scuro in volto, prima di uscire dalla sala operatoria.

Ciò che fa il cyborg nell'attesa dell'esito dell'operazione, è cercare le scatole nere dei robot e delle corazzate abbattute. Anche Tetsuya si unisce a lui: entrambi vogliono capire chi ha commissionato a Schwartz l'ordine di attaccare il villaggio in cui Umon e gli altri membri della resistenza erano stati portati.
Difficilmente, riflettono i due piloti, potrebbe essere stata l'Armata di Mazinkaiser: il Koji Kabuto di quest'epoca non avrebbe avuto alcun problema a portare personalmente un attacco. La sua ferocia e la sua potenza sarebbero stati più che sufficienti per una simile operazione.
"Forse Mikeros, quello che ne resta... Shiro diceva che gli Stati Uniti sono ancora sotto il controllo del Generale Hardias", riflette Hiroshi.
Tuttavia, per quanto spregevole si sia dimostrata la sua condotta, il pensiero che Schwartz abbia prestato servizio anche ai mostruosi nemici di un tempo non risulta credibile, specialmente considerato che lui e i suoi uomini sono impazziti dopo che molti di loro hanno cominciato a trasformarsi in esseri altrettanto disumani dei Mikeros.
Visto che ogni cosa a bordo del Daichi Maryu, scatole nere comprese, sembra esser stata portata via da Shikishima e la sua equipe, Tetsuya decide di recarsi a bordo del Brain Condor, assieme a Hiroshi, per perlustrare il Tenku Maryu, lasciato ancora abbandonato dopo la battaglia.



Il viaggio viene compiuto a grandissima velocità. Con un'espressione tesa, Tetsuya ripete ancora una volta a Hiroshi di non fidarsi affatto di Hayato Jin e del suo esercito e teme fortemente che gli uomini dell'Armata Getter abbiano già ripulito anche la seconda corazzata.
Non è così: i resti del Tenku Maryu sembrano ancora abbandonati. Tuttavia, una comunicazione improvvisa gela il sangue nelle vene dei due piloti.
"Qui GM Mass Production 025... chi siete? identificatevi!"
Cercando di vincere il panico improvviso, Tetsuya ripete il codice del Mass Production dato loro da Hayato, sul cui Condor stanno volando in questo preciso istante.
"Chiedo un codice d'identificazione del pilota"
Tetsuya guarda Hiroshi. "Dobbiamo sbrigarci. Ora siamo veramente nei guai"
Poi, armeggiando con la radio, simula un disturbo di ricezione, per prendere tempo.

Il Brain Condor atterra all'interno dell'hangar del Tenku Maryu, passando attraverso l'hangar divelto. Rendendosi conto di non avere molto tempo, i due piloti iniziano a incamminarsi lungo la sala di controllo della corazzata.
Il puzzo di morte, dentro, è nauseante: il sangue sembra essere schizzato fino a coprire le intere pareti.
I morti non sono solo quelli causati dallo schianto della corazzata. Sembra che le torture e le crudeltà fossero all'ordine del giorno, nel cupo regno di terrore di Schwartz. Nessuno dei due piloti osa aprire del tutto gli sportelli socchiusi a lato del corridoio che stanno attraversando. Nel buio della corrente elettrica saltata via, il tanfo è così insostenibile che il pilota del Great Mazinger è spesso in preda a conati di vomito, repressi a fatica. Febbrilmente, Hiroshi e Tetsuya iniziano a rovistare tra le apparecchiature di bordo, fino a trovare la scatola nera.

La situazione è spaventosa.
Sono soli in una base abitata ormai solo da cadaveri.
Tra poco, i Mass Production arriveranno.
"Presto", sibila un'altra volta ancora Hiroshi.

Senza sapere cosa aspettarsi, consultano le registrazioni della scatola nera e delle telecamere di bordo.
Presto, arrivano al filmato che a loro interessa, risalente ad appena un giorno prima l'attacco: un volto in ombra impartisce delle istruzioni a Schwartz.
- Non mi interessa del modo in cui lo farai, ma riportami indietro quell'uomo. Lo riconoscerai: è coperto di bende e in pieno stato confusionale. Le mie fonti dicono che dovrebbe essere insieme agli altri ribelli.
- Non si può fare una frittata senza che si rompa qualche uovo... potrebbero esserci danni collaterali.
- Degli altri non mi importa. Ma se succede qualcosa a quell'uomo, non credo che le conseguenze ti piaceranno. Sono stato chiaro?
- ... chiarissimo.

Hiroshi trattiene a stento la rabbia. Tetsuya scuote la testa, come se trovasse la prova tangibile di qualcosa da sempre sospettato.
La voce del committente è inequivocabile.

Hayato Jin.

giovedì, aprile 12, 2007

36: la solita, vecchia storia




Quando Hiroshi apre gli occhi, l'espressione stupita dei suoi compagni è la prima cosa che vede. Si alza.
All'inizio non capisce cosa stia succedendo: perchè Maria, Sanshiro e Koji lo guardino con un'espressione piena di meraviglia nè perchè Tetsuya aggiunga nel suo sguardo anche una certa strana cupezza. Poi, alza le mani verso i suoi occhi e anche la sua faccia resta per un momento impietrita.
Pelle, sulle sue dita d'acciaio.
Pelle.
"Sono... sono tornato normale?"
Mentre Sanshiro annuisce, Hiroshi si specchia nella lucida superficie del Great Mazinger in riparazione.
"Sono di nuovo Hiroshi Shiba", mormora con un filo di voce.
Tutti trattengono il fiato.


"Grazie", mormora Hiroshi. All'inizio, è difficile capire a chi si riferisca.


Poi lo ripete. "Grazie". Al bambino che gli ha regalato la lumaca, ai suoi compagni di viaggio, perfino ai mostri che lo circondano.
Nessuno sa come commentare. Koji è l'unico con la faccia tosta di stringere una spalla dell'amico: l'acciaio è ancora sotto la pelle, inscalfibile, infrangibile, ancora inumano come lo era un tempo.
"Non sei tornato normale", gli dice a voce bassa, dopo un attimo di esitazione.
"Non importa - mormora Hiroshi - Non importa. Almeno posso sembrarlo". I suoi capelli crescono a vista d'occhio, mentre parla.


Hiroshi scuote la testa.
"Fa lo stesso. Fa lo stesso... è..."
Si zittisce sentendo qualcosa, sulle guance e poi sulle labbra, che non solcava il suo viso da tempo.
Lacrime.
Tetsuya non commenta. Non che non sia felice per quello che è capitato a Hiroshi ma, in cuor suo, si fa strada inesorabilmente un dubbio.
Quello che stanno vivendo è un probabile futuro o un ineluttabile destino? In disparte, bisognoso di risposte, sale sul Brain Condor.
Un'unica comunicazione, diretta alla Torre.
"Go Ichimonji, se sei in ascolto... ho bisogno di parlare con te"


Correndo per tutta Fleed, Hiroshi stringe in abbracci improvvisi e stretti ogni abitante che abbia una forma vagamente umanoide. Sente il sudore, le lacrime, il piegarsi dei muscoli del volto in un sorriso. Non importa se, ancora, sotto la sua pelle, l'acciaio delle nanomacchine attende solo il momento di tornare in superficie. Non importa se, in fin dei conti, non è tornato un essere umano oltre quest'apparenza. Per quanto piccolo possa sembrare, questo traguardo è uno dei più felici da anni.





Mentre Hiroshi riassapora tutte quelle sensazioni che la sua natura di cyborg gli ha negato per tutto questo tempo, Koji va a parlare con Duke Fleed.
"Ti sei preso abbastanza tempo per pensarci?", chiede il pilota di Zeta, entrato nella vuota sala del trono.
Duke Fleed alza lo sguardo verso di lui. "Sì... l'ho fatto"

Per un momento, Koji è sicuro che la risposta che seguirà sarà assolutamente negativa. Poi, Duke parla di nuovo. "Abbiamo entrambi un nemico tremendo. Ma l'Imperatore delle Tenebre può rivelarsi qualcosa di ancora peggiore, rispetto a Mazinkaiser. Fleed e l'Armata Getter combatteranno insieme, finchè Mazinkaiser non cadrà. Ma se Hayato Jin vuole impadronirsi dell'energia dell'Imperatore, la nostra alleanza finirà un momento dopo"

Koji annuisce. Un'espressione molto più rilassata compare sul suo volto. "E' ragionevole".
Poi, con lo stesso tono scanzonato con cui si rivolgeva al pilota di Grendizer, quando ancora era solo Daisuke Umon, aggiunge: "Dì un po'... sei poi diventato capace di pilotare quel tuo robot?"
Per un momento, dietro il suo impenetrabile elmo, Duke Fleed sembra avere un'aria divertita. "Spero di aver fatto qualche progresso".
E' un breve istante in cui i due sembrano essere tornati ai tempi della Fortezza delle Scienze, con i battibecchi e le sfide al simulatore. Con un sorriso appena accennato, Koji esce dalla grotta, lasciando posto a Maria, anche lei giunta a parlare con Duke.



"Sono pronta. Sono pronta per parlare con Rigarn"
Duke annuisce. "Stai attenta a ciò che dirà"
"Pensi che possa mentirmi?"
"No - mormora a voce sempre più bassa il monarca di Fleed - temo che userà la verità per ferirti e per confonderti. Per quanto ora sia sotto la mia bandiera, non ha mai dimenticato le perdite che ha subìto durante la guerra. Nessuna creatura di Mikeros l'ha mai fatto"
Maria resta in silenzio per qualche istante. Qualche istante in cui quasi cerca lo sguardo di Duke, un essere in cui si rispecchia per metà.
"Starò in guardia, non preoccuparti"
Lontano, all'uscita della grotta che fa da sala del trono a Duke, la telepate scorge Flora, che attende con impazienza. Quando Maria le passa vicino, scatta sull'attenti, pronta a scortarla, con una certa sorpresa da parte di quest'ultima.
Flora fa cenno di seguirla.

In quel momento, poco lontano, il comunicatore di Koji segnala un'emergenza.
"Professor Umon, che succede?"
"Koji... siamo sotto attacco!"
"L'Armata di Mazinkaiser?"
"No... non sembrano loro... siamo in pericolo!"
"Arriviamo subito, resistete!"
Koji dirama l'avviso a tutti i suoi compagni.

Nel sentire al comunicatore la chiamata alle armi, Hiroshi è colto da un brivido.

Se non fosse più in grado di ritrasformarsi? O, peggio, se una volta riuscito non potesse più tornare a questa parvenza di umanità? Varrebbe la pena sacrificare per sempre la sua utilità in battaglia per tenersi stretta qualcosa di simile a una vita comune? Che la sua esistenza non possa comunque essere normale, sprofondata com'è in un truce futuro che non gli appartiene, è al momento solo un dettaglio. La pelle sulle sue mani è una promessa molto più forte di ogni altra.




Chiude gli occhi. Si concentra. Unisce i pugni.
Una profonda scarica di energia elettromagnetica forma un piccolo cratere attorno a lui. Quando, però, Hiroshi si porta le mani al volto, nulla è cambiato: non è riuscito a ritornare alla sua forma di cyborg.
Poco lontano da lui, gli altri piloti risalgono sui loro robot, pronti a partire.
"Non riesco a ritrasformarmi". La voce di Hiroshi, al comunicatore, è piena di panico.
"Aspetta - dice Koji - conosco un modo infallibile".
Senza lasciargli il tempo di dire nulla, Mazinger Zeta afferra Hiroshi tra le sue enormi dita. Poi, a tradimento, lo lancia in aria a parecchi metri dal suolo. Lo spavento improvviso fa urlare Hiroshi a squarciagola, sicuro che da lì a poco andrà a sfracellarsi. In preda al panico, unisce i pugni mentre la pelle formicola per l'affiorare dell'acciaio dei nanoidi.
Quando cade a terra, Hiroshi ha di nuovo la sua vecchia forma di cyborg.
Alza lo sguardo verso Mazinger.
"Sei impazzito? E se non fossi riuscito a trasformarmi?"
"Per chi mi hai preso? Ti avrei afferrato al volo, ovvio! Muoviti coi componenti, al villaggio sono nei guai!"
Mentre Hiroshi si trasforma completamente in Jeeg, Koji apre un'altra comunicazione.
"Dais... Duke. Vieni anche tu!"
"Te l'ho già detto. Siamo alleati solo per quanto riguarda Mazinkaiser e l'Imperatore delle Tenebre"
"DANNAZIONE, DAISUKE! E' TUO PADRE!"
"... non lo è mai stato", replica l'altro, chiudendo bruscamente la conversazione.
Koji scuote la testa, amareggiato. Tutta l'umanità che sembrava venuta a galla un istante prima, ora è improvvisamente ridotta in cenere.
Mazinger Z, Jeeg, Minerva X e Gaiking decollano e si dirigono verso il piccolo villaggio ai piedi del Monte Daisetsu, dove sopravvivono le braci dell'esercito di partigiani.



Per quanto le parole di Umon ("Non sembrano dell'Armata di Mazinkaiser") insospettiscano molti di loro, credono di essere pronti a tutto.
Non a quello che si trovano davanti, una volta arrivati, però.
Il Drago Spaziale, insieme ad altre due corazzate che ne riproducono il macabro stile scheletrico: una aerea, raffigurante un falco, e una terrestre, dalle fattezze di cavallo.
Dalla prima, arriva una comunicazione.
Schwartz.
"Non credevo di rivedere nessuno dei vostri robot"
"Schwartz? Sono Koji Kabuto... quello vero. Ascolta, è una lunga storia..."
"Per me non fa alcuna differenza"
A interrompere la discussione è un furibondo Sanshiro. "Maledetto bastardo? Cos'hai fatto al Drago?"
"... e perchè ti stai preparando a colpire questa gente?", aggiunge a bassa voce Koji.
"Lavoro... nulla di più. Mi pagano bene per catturare queste persone. Cosa vogliano farci, non è affar mio"
"CHI?", ringhia Sanshiro, avvicinandosi progressivamente.


Un sorriso cattivo compare sul volto di Schwartz.
"Segreto professionale, amico mio"
"Schwartz! torna da dove sei venuto. E' l'ultima possibilità", sussurra Koji.
"COSA NE HAI FATTO DEGLI ALTRI?", urla Sanshiro, che non sembra affatto volenteroso di offrire all'americano un'ultima chance.
"Li ho uccisi. Ho ucciso tutti quelli che non reputavo capaci di gestire la situazione"
Un secco tremito di orrore scorre sulle spalle di tutti i piloti.
Gli occhi di Gaiking si accendono di rabbia.
Koji, nel Pilder, stringe i comandi. "Anche... anche Masai?"
"Sì. Anche quell'inetto"
"ERA SOLO UN BAMBINO!"
Il volto di Schwartz si accende ancora di una mostruosa allegria. "Su questo, sono d'accordo con te"
Non importa che ci siano tre corazzate contro di loro, che ognuna di essa vomiti i robot del vecchio esercito di Schwartz, nè che l'ex maggiore sia in netta superiorità numerica. I nostri si lanciano contro di loro, senza la minima esitazione.
Lo stesso Schwartz entra in battaglia con uno strano robot, a metà tra un Gaiking e un Getter G in configurazione Liger.
"LUI E' MIO!", ruggisce Sanshiro, parandoglisi davanti.
Koji si lancia verso una delle due corazzate, quella aerea.

"Proprio come la prima volta - commenta divertito Hiroshi - Maria, ho bisogno di una mano per entrare dentro il Drago Spaziale!"
Minerva afferra saldamente Jeeg per le braccia, scaraventandolo di peso contro l'hangar del Drago Spaziale. Poi, l'arpia robotica compie una spericolata virata e, urlando, si lancia verso la corazzata terrestre.

La terra trema con violenza.

I nostri hanno appena il tempo di accorgersi delle crepe che si disegnano sul suolo prima di spaccarsi, quando Yamata No Orochi esce allo scoperto.
"SHOOT IN! DIZER, GO!"
Grendizer, sparato fuori dallo Spacer, si lancia sulla stessa corazzata presa di mira da Minerva.
Nelle baracche sotto il teatro dello scontro, nel villaggio occupato dagli scienziati e dai guerriglieri superstiti, il dottor Umon assiste alla scena con un groppo al cuore.
"Daisuke..."



Mentre i mostri Haniwa di Fleed sembrano riequilibrare il numero dei due schieramenti, Sanshiro e Schwartz si affrontano.
"Credi di sconfiggermi con quella squallida imitazione?", ghigna Sanshiro, pregustando tutta la ferocia dello scontro.
"Questo è il Raiking, ragazzo. L'ultima cosa che vedrai"
"Ne dubito. Noi siamo il Gaiking. E ora preparati a morire"


Il corpo di Gaiking si inarca all'indietro. Gli occhi dello spettrale volto da drago, che ha sul petto, si contorce in una smorfia di rabbia e risucchia tutta l'atmosfera di morte e la brama di sangue riflessa negli occhi degli altri robot. Il corpo sprigiona una fiamma cupa, fin troppo simile a quella invocata dai mostruosi Generali di Mikeros.
A vedere gli occhi lucidi di follia dello spaventoso robot di Sanshiro, anche i suoi compagni, per un istante perdono improvvisamente il controllo, attaccando i nemici come bestie impazzite.
"SOUTHERN CROSS!!", ruggisce Tsuwabuki, in piena simbiosi con il suo robot.
Raiking reagisce estraendo dalla sua stessa corazza una falce di energia.
"A NOI DUE!"



Jeeg alza con rabbia i pugni al cielo, scatenando il suo terribile potere elettromagnetico e facendo andare in tilt parte della strumentazione di controllo del Drago Spaziale. Un robot dell'Armata di Schwartz, dall'ombra, apre il fuoco contro di lui, ma Jeeg è fin troppo pronto di riflessi per subire il suo attacco.
Nel buio, la figura ricurva e possente del demonio d'acciaio avanza tra le luci impazzite d'allarme dell'hangar.


"SCRANDER CUTTER!"
Le robuste ali dello Scrander di Mazinger Z squarciano la corazzata in solchi via via sempre più profondi. Un fuoco incrociato di missili colpisce il robot di Koji alle spalle, ma molti di essi rimbalzano inesorabilmente sulla sua Lega Z.
La morte di Masai non concede la minima possibilità di perdono, nel cuore di kabuto. Alternando i voli radenti contro la corazzata alla furia del suo Breast Fire, gli occhi del pilota riflettono perfettamente il fuoco scatenato dallo stesso robot.
"BREAST INFERNO!"
Evitando i nugoli di missili che le vengono sparati contro, Minerva X rivolge la sua rabbia distruttrice all'altra nave, fondendone una parte di fiancata.
"DOUBLE HARKEN!". In piedi sulla parte superiore della stessa nave, Grendizer ne squarcia la superficie con la sua alabarda.



Ma a dominare i cieli è lo scontro tra Gaiking e Raiking. L'Hydroblazer di uno si infrange sullo Zektor Beam dell'altro. Il robot di Sanshiro vola contro il suo avversario, dando inizio a un serrato scontro corpo a corpo. La potenza dello Zektor Beam ricaccia all'indietro Gaiking, mentre un secco colpo della falce energetica manda in pezzi la Southern Cross.


Una comunicazione si accende sullo schermo di Sanshiro.
"San...zzz....non...."
Un'ombra familiare appare sullo schermo. Sanshiro esita solo un istante. L'interferenza provocata dai poteri magnetici di Jeeg non gli permette di capire chi stia cercando di mettersi in contatto con lui.
Raiking e Gaiking si fronteggiano, per qualche istante prima di scagliarsi l'uno addosso all'altro.




Intanto, Mazinger Z, con il Breast Fire, infligge un colpo mortale alla nave che sta affrontando. Benché ferito dal fuoco incessante degli Hydroblazer delle due corazzate, Koji osserva con soddisfazione una cappa di fumo nero uscire dalla nave mentre, col motore in avaria, perde quota e va a schiantarsi per terra.
Jeeg, intanto, ha ormai ridotto alla più totale impotenzail robot che stava affrontando nell'hangar del Drago. Proprio quando l'avversario è giunto al limite, Hiroshi cessa di attaccare.
"Arrenditi e avrai salva la vita"
Il soldato di Schwartz non se lo fa ripetere, scappando dalla nave. Solo allora, voltandosi nel buio, Jeeg nota un altro robot osservarlo e poi saltare via verso di lui. Sentendosi in pericolo e ancora inebriato dalla battaglia, Jeeg spara un Double Knuckle Bomber verso di lui, colpendolo.
Il robot avversario, dalle fattezze di una lince con un occhio solo, si volta verso di lui.
"Ringrazia che ho di meglio da fare", dice il pilota al suo interno. Poi, nello stupore di Hiroshi, si lancia contro la corazzata rimasta, quella attaccata da Maria e Duke.



Intanto Minerva sale vertiginosamente di quota, accumulando energia elettrica negli artigli e nelle antenne.
"THUNDER BREAKER!!"
Contemporaneamente, le corna di Grendizer si sbiancano e si fanno incandescenti.
"SPACE THUNDER!"
Il cielo si sbianca e si spacca per il fragore di due fulmini si abbattono con uno schianto sulla nave nemica.

"Siamo dalla vostra parte! Non vogliamo attaccarvi!"
La disperata comunicazione che arriva dal Drago Spaziale, stavolta, non è interrotta dalle cariche di disturbo di Jeeg. Sanshiro non fa fatica a riconoscere chi sta parlando benchè sia molto cambiato: i capelli sono decisamente più corti, gli occhiali rettangolari e a lente gialla. Un pesante cappotto rosso è aperto sul torso nudo.
"Sakon"
"Sanshiro? Sei veramente tu? Io... io credevo che tu..."
"Sono ancora vivo, non preoccuparti. Parleremo di questa storia con più calma"

A dimostrare le proprie buone intenzioni, il Drago scarica una serie di missili contro la corazzata rimasta. Il danno provocato da quest'ultimo attacco, insieme a un ulteriore inferto da Mazinger e dal robot pantera, manda definitivamente in avaria la nave avversaria.

"Sei rimasto solo", ghigna Sanshiro verso Schwartz.
Il Raiking stringe le fauci della sua seconda faccia sul petto contro il Gaiking. Quest'ultimo, a sua volta, ricambia la cortesia in un tremendo Killer Bite.
I due lottatori sono stretti in un abbraccio di odio primitivo, con le zanne che penetrano inesorabilmente nella corazza dell'altro e gli occhi iniettati di un furore ormai disumano. E' la bravura di Sanshiro a sbloccare l'empasse, liberandosi e piantando le corna nel robot di Schwartz.
"DEADLY THUNDER!!!"
La scarica elettrica fa irrigidire il corpo del Raiking fino a devastarlo completamente.
Il maggiore si spegne in un urlo in cui, selvaggio e indomabile, sopravvive tutto il suo odio.

Tutto si fa silenzioso.

"Scendete dai robot con le mani in alto!"
Quello che lascia tutti sgomenti è il tono di Koji: un tono che non fa la minima differenza tra i soldati di Schwartz e quelli del Drago. Soprattutto, quando il pilota di Zeta dichiara che - da questo momento - tutte e tre le corazzate e i robot custoditi dentro custoditi sono sequestrate dai Mazinger, i suoi stessi compagni hanno reazioni contrastanti.


Hiroshi si schiera subito dalla parte di Koji. Quando il pilota della pantera robotica (un ragazzo piuttosto giovane, con un occhio bendato e un look decisamente vistoso) dice a gran voce che non intende dare il suo robot a nessuno, Jeeg lo minaccia calando l'enorme piede su di lui per calpestarlo.
Il ragazzo non fa una piega.
"Sei coraggioso... ti credi un grand'uomo, vero?", lo schernisce Hiroshi.
"Lo sono - ammette tranquillamente l'altro - e non dovrete distruggerlo, il mio robot, per metterci sopra le mani"
"Nessun problema", dice Koji, staccando la testa della Pantera.
La freddezza del ragazzo viene infranta in pochi attimi. Furioso, si volta verso Sakon. "Io me ne vado"
"Fai pure, per noi non fa molta differenza", ghigna Hiroshi.


Sakon guarda Zeta con occhi pieni d'odio. "E' la solita vecchia storia, no? Vi abbiamo aiutati, che diritto avete di comportarvi da fascisti con noi?"
Koji replica immediatamente. "E voi? Non ci stavate attaccando insieme al vostro amichetto, Schwartz?"
"Non è nostro amico. Ha preso il Drago con la forza. Siamo stati costretti a obbedirgli e cedergli il Drago"
"Ma guarda... e perché?"
"Perché, sconfitto Mikeros, lui ha preso i nostri cari in ostaggio, esattamente come il Generale Nero prima di lui"
"... ma guarda. E state dalla parte di chi?"
"Di nessuna. Lavoravamo per entrambi gli schieramenti, senza differenza"
Koji, a stento, trattiene la rabbia.




"La solita vecchia storia, vero? Abbassate la cresta davanti a chiunque. Spiegami perché dovremmo darvi fiducia una volta ancora... per abbattervi la terza volta?"
Ora è Sakon a perdere la pazienza. Cambiato nell'aspetto, lo è anche nel modo decisamente più aggressivo di porsi.
"Cos'è, ci stai chiedendo di scegliere? Immolare altra gente per la grande causa di Mazinger? Abbiamo combattuto con voi, adesso, te ne sei accorto?"
"Solo perché avete riconosciuto Sanshiro, scommetto"
Di fianco a lui, è proprio Sanshiro a interrompere le parole di Koji.
"Quindi cosa vuoi fargli? Li ammazzi preventivamente?"
"Guarda che eravate voi a non badare a spese sulle vite dei civili, quando scodinzolavate dietro i Generali di Mikeros", ringhia Koji, completamente fuori di sé.
Perfino il Gaiking stesso pare irrigidirsi, non solo il suo pilota. "Perfettamente uguale a come sarai nel futuro, vero Kabuto? Un perfetto nazista"
"Nazista io? Questi sono nostri nemici, si sono SEMPRE comportati come tali e SEMPRE lo faranno. E noi cosa dovremmo fare? dar loro una sculacciata e mandarli a casa?"
"Non possiamo nemmeno comportarci come quelli che stiamo combattendo", obbietta Maria, osservando dubbiosa la scena: entrare in una moralità umana, dopo i lunghi anni di prigionia nell'Area 51, le riesce estremamente difficile.
"Ma siete impazziti tutti?", ruggisce Koji.
"Tu sei un pazzo. Un pazzo prepotente e pericoloso", sibila Sakon.
"STA' ZITTO! Solo per quello che ha fatto la tua banda di collaborazionisti, dovreste essere processati qui e adesso!"
"Davvero? Non conta niente aver sacrificato le nostre vite e quelle di coloro che amavamo per voi, vero? Ho visto morire tutti i miei amici! Tutti! E sempre per colpa vostra e di questa guerra... e ora? rinfacciare le nostre colpe è l'unica cosa che sei in grado di fare?"
"Sacrificare le vostre vite era il minimo che potevate fare per riscattarvi", replica gelido Koji.
Sanshiro sposta lo sguardo verso Grendizer. Non sentire nessun commento di Daisuke, sempre in conflitto con qualunque presa di posizione bellicosa, riesce difficile.




"Risolvete in fretta le vostre diatribe. Abbiamo cose più importanti a cui badare" è il secco parere di Duke Fleed.
Flora fa un sorriso crudele. "Perché lasciarli in vita, se ritenete possano essere dei nemici?", sentenzia facendo spostare verso il gruppo di prigionieri il proprio robot, e attendendo dal suo principe un ordine per ucciderli.
Duke Fleed resta in silenzio a guardare gli altri discutere.
"Con tre corazzate - continua Koji - potremmo entrare molto più tranquillamente in guerra contro Mazinkaiser. Se volete ridargliele, rischiamo di trovarcele contro... professore, dica qualcosa!"
Umon guarda sconsolato il gruppo di prigionieri. "Per quanto capisca le tue posizioni, Koji, non posso condividerle. Non voglio che le cose si risolvano con questi mezzi"
"Come al solito, fa fatica a prendere una posizione", replica il pilota di Zeta, amareggiato.
"Non è vero. Una posizione l'ho presa... Koji, tu non puoi saperlo, ma tutto questo intero futuro è nato così. E' nato da posizioni inizialmente sensate"
"Allora facciamo come volete voi - sbotta Koji, esasperato - ma che stiamo combattendo a fare?"
"Forse sei veramente tu il peggior pericolo che l'umanità deve affrontare, Kabuto", sorride cupamente Sanshiro, sul suo robot.
"Ah, ma non leccavi i piedi di Hardias fino all'altro giorno? O erano direttamente quelli del Generale Nero?"
"Comodo cambiare discorso, vero?"
Jeeg incrocia le braccia. "Io sono con te, Koji"
"Anche io", sibila Flora.
Uno sbuffo secco dal casco, fa capire che Duke Fleed è totalmente indifferente alla situazione.
"Dovremmo evitare che si allontanino, se non vogliamo che comunichino la nostra posizione a qualcuno", dice Maria con voce asciutta, ancora confusa sul da farsi.
"Per chi lavoravate?", chiede Hiroshi a Sakon.
Per quanto il capitano del Drago resti sempre con la voce compressa dalla rabbia, risponde. "Solo Schwartz prendeva gli incarichi... a noi non era concesso conoscere nulla"

Sul monitor di Zeta compare l'immagine di Hayato.
"Kabuto, situazione? sono riuscito a trovare solo ora una rotta sicura. Adesso possiamo raggiungervi con la Kujira e scortarvi fino alla Torre"
"L'emergenza è rientrata - replica cupo Koji - portiamo prigionieri e mezzi nuovi"
Mentre una delle tre corazzate (quella dalla forma di falco) viene abbandonata momentaneamente, quella terrestre e il Drago Spaziale partono, occupate dai membri della vecchia Armata Mazinger.
Jeeg prende dal Raiking Schwart, per interrogarlo. Il militare, però, non può più dare risposte, rimasto ucciso nel combattimento.
Gaiking strappa il cadavere dalle mani del robot magnetico.
Con una fredda, lucida rabbia, infierisce sul cadavere carbonizzandolo con gli Eye's Beam.

Duke Fleed da ordine di caricare gli equipaggi su Yamata No Orochi. La vecchia Armata e le forze di Fleed vanno per trattare col comandante Jin; anche Maria si riunisce al gruppo, recuperati i soldati che erano caduti distante o si erano allontanati di loro spontanea volontà dal campo di battaglia.
Con l'Armata Getter, l'equipaggio del Drago non può certo sperare in un trattamento migliore: ancora sconvolto per la breve permanenza nella mostruosa fortezza-drago di Duke, il gruppo viene circondato e preso prigioniero dai soldati di Hayato. L'ultimo sguardo di Sakon, prima di essere portato via, è pieno di odio verso Koji e i suoi compagni. Anche Kabuto guarda la scena piuttosto turbato: non era sua intenzione far sì che quelli del Drago perdessero la propria libertà, solo metterli in condizione di non nuocere ancora.


Ma presto, l'attenzione si sposta su Hayato e sul modo in cui vengono presi in custodia (con metodi molto più gentili) i guerriglieri del fronte anti Mazinkaiser. Hayato e Shikishima osservano con grande attenzione l'uomo coperto di bende, unico rimasto tra i capi dei partigiani e ancora senza memoria.
Jin si rivolge a Koji con un sorriso soddisfatto. "Ti ringraziamo per averci riportato il nostro miglior pilota, Ryoma Nagare"
"Ah sì? - replica Kabuto - Spero che sia un prezzo sufficiente allora per riavere Morimori. Altrimenti Nagare resta con noi"
Sul volto di Hayato il sorriso si allarga, facendosi appena più sinistro.
"E' un prezzo ragionevole", concorda, dando ordine per la scarcerazione immediata del dottore.
Vedendo arrivare i soldati, la prima reazione del confuso Ryoma è di assalirli. Poi, guardandoli come se in effetti li riconoscesse, si ferma, con il pugno sospeso l'aria incerta sul da farsi.
L'aria di qualcuno che stia cercando disperatamente di ricordare.

Il ritorno di Morimori è di tutt'altro genere.
Per quanto la ferita faccia ancora male, corre con un enorme sorriso verso Sewashi e Nossori, abbracciandoli. Abbraccia anche Koji, ringraziandolo per averlo tirato fuori da quella situazione e, per un momento, nel cuore del pilota di Zeta c'è la stessa serenità che aveva nelle sue scelte, ai tempi della guerra con Hell.

Infine, Hayato e Duke Fleed (sempre scortato dalla sprezzante Flora) vengono presentati.
I due si lanciano un'occhiata gelida ed estremamente eloquente al tempo stesso: non si piacciono, una profonda diffidenza scorre al solo vedersi. Quest'unico, breve incontro porta la promessa di una tacita dichiarazione di guerra, che si concretizzerà un istante dopo la caduta di Mazinkaiser.
Hayato porge la mano a Duke, guardandolo freddamente negli occhi.
Duke non ricambia, limitandosi ad annuire.
Senza fare una piega, Hayato si rivolge a Koji.
"Raduna gli altri e rivediamoci alla Torre. E' ora di preparare un consiglio di guerra"

Hayato precede gli altri nella sala tattica della Kujira, chiudendo la porta dietro di sé.
Non accende la luce. Lascia che gli occhi si abituino all'oscurità e si rivolge a uno schermo acceso, unica fonte di illuminazione nella stanza.
"Devo ringraziarti. Finora ci hai fornito informazioni sull'Armata Mazinger e hai permesso che ci spostassimo tranquillamente senza essere disturbati dalle ronde dei Mass Production. Ora, la prima parte del nostro piano ha avuto successo"


Nello schermo, l'immagine di Ryo Asuka si concede un sorriso.