mercoledì, maggio 25, 2005

06: la verità viene celata

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La scena, nella mente dei nostri eroi, si ripete tale e quale a come l'hanno veramente vissuta: l'attacco congiunto dei Mazinger, la carcassa di Humanos che esplode.
La colonna di fuoco che si origina dall'esplosione, per un momento, sembra quasi prendere la forma di un volto. Un volto di cui si riconoscono solo gli occhi e un sorriso crudele. Poi, in mezzo alle fiamme, prende corpo la sagoma di un gigantesco guerriero dall'armatura nera. Stringe il pugno, e parla, con una voce che rimbomba nelle menti di tutti quanti.

Non ci sarà più misericordia. Vi ho scelto come miei avversari, e sappiate che questo è l'ultimo, grande onore che potrete vantare nella vostra vita. Morire come nemici del Grande Generale Nero!

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Hiroshi lo sente risuonare direttamente nella testa, da sveglio. Nessuno sembra comunque considerarlo altro che un qualunque sogno dettato dalla tensione dopo la battaglia. Arriva la mattina per coloro che hanno vissuto la terribile esperienza di Yoshida.

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Per altri, la mattinata è cominciata molto prima. Alle prime luci dell'alba, Tetsuya si alza con l'immagine di qualcosa di luminoso che vola nel suo spazio visivo, verso la fitta macchia di vegetazione poco lontano da dove si è addormentato. Dopo un breve momento di smarrimento, decide di addentrarvisi a sua volta, preparandosi al peggio.
Il bosco è scuro, contorto. I raggi dell'alba sono ancora troppo lontani per dare sicurezza a chi violi le sue profondità. Tetsuya inizia a sentire dei passi, dietro di lui, e si volta per fronteggiare qualunque cosa stia arrivando.
Benchè si sia voltato, i passi continuano a sentirsi dietro di lui. Confuso, il pilota non può fare altro che acquattarsi al tronco di un albero e restare in attesa.

Tetsuya Tsurugi - dice una voce dietro di lui - l'ultimo che ho conosciuto con questo nome è morto in una maniera stupida. Non era abbastanza forte. Tu lo sei?
Tetsuya si volta di scatto. Davanti a lui, nascosta dalle ombre degli alberi, la sagoma di un uomo che supera abbondantemente i due metri di altezza, i cui occhi - l'unica cosa davvero distinguibile nell'oscurità - brillano di una luce sinistra.

- Chi sei?, chiede il pilota del Great Mazinger.
- Ti ho fatto una domanda. Rispondi.
- Forte per cosa?
- Non si è forti per qualcosa. Lo si è e basta.
- Il Great è forte. Io sono stato addestrato.

Il gigante tende un braccio, e un falco luminoso si appoggia su di esso, piantandoci gli artigli.
Poi, senza aggiungere nulla, si volta e si allontana. Tetsuya rimane finchè il sole non inizia a insinuarsi anche nell'oscurità intorno a lui. La sagoma del Great Mazinger, controluce, gli ricorda vagamente il misterioso gigante.
Affidandosi a un gesto istintivo, Tsurugi spara un colpo di pistola al Great, che rimbalza sulla superficie di Superlega NewZeta del colosso. Poi, cercando di scacciare il vago senso di panico, sale sul robot e ritorna alla base.

Alla Fortezza, intanto, gli altri piloti si stanno lentamente riprendendo. Maria si fa raccontare da Koji quello che è successo. Kabuto viene interrotto da Daisuke, che non riesce a non sentirsi responsabile la strage di civili che l'intervento a Yoshida ha provocato. Hiroshi, nel frattempo, si accerta sulle condizioni di Mayumi e Miwa, ancora stazionarie. La sua veglia è totalmente dedicata a loro e a setacciare da cima a fondo gli appunti del padre, per capire quale sia la minaccia che ha portato alla costruzione di Jeeg.
Finora, solo analizzando i componenti del robot considerati prioritari (adatti per volare e per spostarsi sottoterra), il pericolo sembrerebbe riferirsi a quello che si sta vivendo adesso, con Mikeros spuntato fuori dalle profondità del sottosuolo. Che Jeeg sia stato progettato in previsione di questa invasione?
Il ragazzo chiede inoltre che Miwa e Mayumi vengano trasferite nel reparto infermieristico dedicato ai piloti, dove le cure sono più efficienti e più veloci per ovvie ragioni.

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Dopo essersi ripreso, Daisuke decide di incontrarsi dopo tanto tempo con suo padre, sul ponte della Fortezza delle Scienze. Soli e faccia a faccia, il ragazzo chiede che il Direttore della base si prenda la responsabilità delle sue decisioni, e di aver ordinato al Great Mazinger di uccidere persone affatto differenti da esseri umani. Umon gli fa notare che questa è una guerra e che il ragionamento del Direttore, per quanto spietato, mira all'interesse di tutti. Daisuke chiede allora che il Direttore almeno si mostri e spieghi le sue motivazioni davanti a tutti. Umon, condividendo la scarsa comprensione per le ragioni che portano il responsabile della base al suo anonimato, ribadisce che per ora i suoi voleri in proposito sono chiari. I due discutono di quanto la guerra imponga decisioni disumane che, per chi non è mai stato abituato alla logica militare, appaiono inaccettabili.
Daisuke dice che Hikaru, Danbei e Goro sono le sole persone per cui combatte. Loro... e il professor Umon stesso. Sono le prime parole d'affetto che il ragazzo pronuncia per il padre adottivo, e l'ufologo ne rimane profondamente commosso. Daisuke, poi, torna nella sua stanza, senza aggiungere altro.

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I piloti vengono chiamati poche ore dopo dal dottor Yumi, raggiunti subito da un taciturno e meditabondo Tetsuya.

Portata su una sedia a rotelle da Hiroshi, Maria chiede al pilota di Jeeg se egli ha o meno intenzione di rivelare la sua identità a Mayumi. Si augura che lo faccia prima o poi, ben capendo come ci si senta ad essere soli.

Il punto della situazione nella sala briefing diventa - come ormai di consuetudine - un momento molto teso: Hiroshi afferma che occorre trovare la spia al più presto, e che questa deve avere accesso a informazioni riservate. A Yoshida, infatti, Gorgon gli ha accuratamente mostrato il dolore della piccola Mayumi, come se sapesse del legame di parentela tra i due. L'idea di Hiroshi per stanare il colpevole, è sottoporre al siero della verità ogni sospetto. Tra i primi, tutti coloro che hanno la capacità di carpire telepaticamente informazioni. Ran Asuka, ad esempio, che ha dato prova di padroneggiare poteri simili a quelli di Maria.
Yumi rifiuta categoricamente, dicendo di non voler far sprofondare la Fortezza in un clima di generale paranoia e caccia alle streghe. Chiede invece che - finchè i robot non saranno al massimo della funzionalità - i piloti si impegnino a interrogare i sopravvissuti di Yoshida su ciò che avveniva nelle fabbriche e sulla situazione del Giappone in generale. Daisuke si fa di nuovo portavoce del desiderio di vedere il Direttore faccia a faccia coi piloti, e ancora un reticente Yumi vanifica ogni dubbio che egli si possa mostrare agli altri.
L'insofferenza di Koji verso la situazione, arrivata a fargli quasi maturare l'idea che la spia possa essere il capo della base, lo porta a legarsi significativamente una fascia bianca al braccio in segno di sciopero.

Maria e Daisuke parlano con i superstiti, sempre più ammassati, divisi e smistati verso strutture d'infermeria allestite alla Build Base. Il numero di persone veramente in grado di parlare, si conta letteralmente sulle dita di un mano. Quando Maria si dice felice di vedere che si siano salvati, un vecchio indica il proprio moncherino e scoppia in una risata isterica.
Malgrado l'inizio sconfortante, i due piloti riescono a guadagnarsi la fiducia dei presenti, venendo a imparare alcune cose.

Non tutti gli abitanti di Yoshida sono nativi di quelle parti: molti erano esuli da villaggi o città più lontane nel Giappone. In tutto il paese arrivano voci contrastanti. La zona intorno al Monte Asama sembra essere assolutamente impenetrabile. Tokyo non dà segni di vita. Nella pianura del Kanto, in un piccolo villaggio sorto dopo i terremoti, alcuni affermano esserci streghe, donne con notevoli poteri mentali, di cui si sa molto poco.
I particolari più allucinanti vengono alla luce quando i superstiti parlano di ciò che veniva fatto nelle fabbriche: gli abili messi come soldati o operai per la manutenzione dei mostri combattenti. Gli scartati usati come parti di ricambio organiche per i corpi biomeccanici dell'esercito Mikeros.

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La notizia, passata attraverso i comunicatori di tutti i piloti, arriva secca e tagliente. Jun interrompe la sua esercitazione con Tetsuya, bruscamente. Quando in seguito gli chiederà cosa uccidono, quando eliminano un mostro di Mikeros, il pilota del Great Mazinger gli risponderà nulla di diverso da quello che abbiamo sempre ucciso finora.

Solo Hiroshi non sembra eccessivamente scosso dalla notizia. Il pilota di Jeeg deve trovarsi infatti a far fronte a un carico di orrore molto più personale ma più grave: la rivelazione - negli appunti di suo padre - che anche Mayumi è stata sottoposta al Dotaku Project e che, prima o poi diventerà come lui. A pungere l'anima del cyborg, è il sussurro della sorellina nel dormiveglia.

"Hiroshi..."

Koji, nella Sala Controllo, insiste con Yumi perchè lo si faccia parlare col Direttore. Dice di essere l'unico nella squadra di piloti a non averlo ancora incontrato e accampa diritti che, secondo lui, gli spettano come pilota di Mazinger Zeta. Il modo in cui il suo vecchio capo giustifica i continui rifiuti, per il giovane Kabuto non è affatto sufficiente: Yumi si appella infatti alla fiducia che, in anni di guerra contro il Dottor Hell, è nata tra lui e tra chiunque facesse parte del Laboratorio di Ricerche per l'Energia Fotoatomica. La sensazione di essere comandato a bacchetta da qualcuno che non ha mai visto, ha però spinto la frustrazione del pilota a livelli troppo alti. Proprio quando Yumi sembra messo alle corde dall'insistenza di Koji, Daisuke e Maria interrompono la scena, venendo a fare rapporto.

Con una durezza che non gli è mai appartenuta, Yumi ordina a Maria e a Koji di recarsi nella pianura del Kanto, a investigare su queste streghe, convincendole eventualmente a collaborare. Partiranno il giorno dopo, aspettando di farsi curare abbastanza da reggersi in piedi.
Provocatoriamente, Koji chiede se deve intenderlo come un ordine, ricevendo un secco come risposta.

Maria, prima di uscire dalla Sala, mette in guardia telepaticamente Yumi sul non perdere la presa paterna che ha sempre avuto sul pilota dello Zeta, pur comprendendo ormai che ci sono motivazioni estremamente gravi per cui la vera identità del Direttore continui a restare celata. Yumi non le risponde, sembrando in preda a un irrisolvibile conflitto interiore.

Koji va a sfogarsi nella sala simulazioni, insieme a Tetsuya e Daisuke, in un combattimento tra Mazinger Zeta, Great Mazinger e Grendizer. In uno sbotto polemico, in seguito all'ennesima battuta di Daisuke su chi in questa guerra sono gli eroi e chi i mostri, Tetsuya chiede al figlio di Umon perchè allora piloti Grendizer. Daisuke afferma che non ama affatto combattere, ma che in questo periodo non c'è la minima scelta. Salire a bordo di Grendizer è l'unico modo per salvare la vita delle persone che ama. Tetsuya riflette cupamente sulla contrapposizione tra il pacifista costretto a entrare in battaglia e il pilota entusiasta che, per le sue ragioni, è entrato in una sorta di "sciopero" da combattimento.
Nel corso della discussione, Tetsuya dice anche che, per la sua stretta educazione all'interno della base, ha ben poche conoscenze del mondo per com'era prima. Daisuke gli dice di vederla come una fortuna: per il pilota di Grendizer, infatti, certi ricordi sono solo dolore.

Uno sconvolto Hiroshi fa intanto visita alla Build Base, per scoprire di più su quello che è appena saltato fuori dalle ricerche, a proposito di Mayumi. Intanto approfondisce le sue conoscenze sugli studi archeologici del padre, particolarmente orientati verso la civiltà Yamatai, governata dalla regina-sciamana Himika.
Nel corso della notte, dai dottori della base verrà data la conferma. Da alcuni ben protetti file del
dottor Shiba, le cavie del Dotaku Project risultano due.

Il mattino dopo, per Koji e Maria è tempo di partire. Prima di farlo, il pilota di Zeta chiede alla telepate di inviargli un'immagine del Direttore, ben sapendo che lei è stata accolta dal capo della Fortezza delle Scienze in persona. L'immagine di Maria è estremamente confusa e non riesce a essere in alcun modo rivelante per Koji, salvo dargli una fastidiosa sensazione di familiarità.
I due partono sul Pilder, verso la pianura del Kanto, in buona parte ignari di ciò che vedranno.

La Fortezza è invece attaccata poche ore dopo il loro decollo. Daisuke (che dalla mattina si comporta in modo sempre più strano e scostante), Tetsuya e Hiroshi partono all'attacco. Invece di colpire la base, però, il mostro - più umanoide rispetto agli altri mostri arpia che finora l'Armata Mazinger ha combattuto - vola dritto in direzione del Monte Fuji.
Più veloce degli altri , Grendizer sembra essere l'unico a stargli davvero dietro. Il mostro sembra farsi seguire, e quando atterra sulle pendici del vulcano si limita ad aspettare. Yumi raccomanda la massima attenzione, sospettando una trappola.

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Il mostro sembra comunicare mentalmente con Daisuke.
Il ragazzo, sconvolto da un dialogo che nessuno riesce ad ascoltare, apre un collegamento con Umon.
A bordo del Pilder, Maria avverte un'intensa sensazione di pericolo.

Padre, io sono Duke Fleed?

Non avendo risposta, il ragazzo chiude i collegamenti con tutti, facendo precipitare gli altri piloti e il personale della base nella più nera preoccupazione.
Il mostro adesso si rivolge al pilota di Grendizer parlando chiaramente.

- Il Grande Generale Nero ti invita a non guradare Mikeros come un nemico, Principe di Fleed. Ci sono cose che accomunano te e la nostra gente. Il Generale Nero ti chiede di ascoltare le sue parole.
- Vi ascolterò solo quando restituirete ogni vita che avete rubato alla mia gente! Le loro case e la loro pace! prima non saremo altro che nemici!
- Bene. Ciò che volevo sentire. Vorrà dire che ti porterò da lui con la forza.

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Grendizer e il mostro si danno battaglia, in un serrato corpo a corpo a colpi di Double Harken e spada. I collegamenti vengono ripristinati da Daisuke solo dopo il primo colpo portato a segno, che lascia un profondo squarcio nel petto dell'avversario.
L'arrivo del Great Mazinger e del suo Thunder Break indebolisce ulteriormente il nemico.
Grendizer brandisce la Double Harken, e fissa negli occhi il mostro di Mikeros.

Questo è il mio messaggio al Generale Nero!

Con un ultimo colpo, squarcia a metà il corpo del mostro.
Tetsuya - e Hiroshi che, non avendo modo di volare, riesce ad arrivare solo in quel momento - chiedono cosa sia successo.

Daisuke parla di un'ambasciata. E di un dialogo che non osa ripetere.
Quando i tre robot si muovono verso la base, il giovane sa che ormai il suo passato e i suoi segreti non possono più essere evitati.


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giovedì, maggio 19, 2005

05: il giorno in cui liberammo Yoshida

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Alla Fortezza, per Hiroshi è tempo di partire.
Gli viene dato un lungo poncho e un cappello a falde larghe, per nascondere le sue fattezze disumane, oltre a una piccola telecamera da polso in grado di trasmettere tutte le immagini, che la spia trasmetterà direttamente sugli schermi della Fortezza delle Scienze.


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Un lungo viaggio in jeep, scortato dai militari della base, lo porta fino ai dintorni di Yoshida, da cui proseguirà a piedi. Il ragazzo, deciso a completare la sua missione o a morire in essa, scorge quasi subito una camionetta con le insegne dell'esercito giapponese.
Quelli che ne escono fuori, però, hanno divise che nessuna nazione umana ha mai visto. Oltre a un corpetto antiproiettile, i soldati indossano anche un elmo simile al teschio di un demone, che lascia coperta buona parte del loro volto.


Tetsuya, Koji, Daisuke e Maria seguono trepidanti, dai monitor della base, Hiroshi che si nasconde sotto la jeep dei soldati di Mikeros ed entra in quello che è rimasto di Yoshida.



Lo spettacolo della città è terribile: ridotta ormai alla sola zona industriale (piena di fabbriche che lavorano ancora a pieno regime) è circondata da un reticolato di cinta e sorvegliata da torrette di guardia e mostri volanti. Colonne di camion merci entrano ed escono dalla città, dopo opportune ispezioni dei militari di guardia.

Nessuno di loro parla mai. Tutti sanno cosa devono fare, e lo fanno in silenzio assoluto.

Koji, dalla Fortezza commenta che i soldati sono molto simili alle Maschere di Ferro, la milizia di Hell con cui ha avuto a che fare mille e mille volte. Anche Yumi ipotizza che Hell potrebbe aver imparato dalla tecnologia Mikeros, il modo di trattare chirurgicamente le sue truppe.
Intanto, Hiroshi è riuscito furtivamente a sgattaiolare sotto uno dei camion merci e a farsi trasportare dentro la città. Tutt'intorno a lui, poco prima che si fermi, gli ordini secchi urlati dai soldati ai prigionieri. Il rumore di altri camion tutt'intorno. E passi, passi giganteschi che fanno tremare la terra.


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Approfittando di un momento di confusione, Hiroshi sgattaiola fuori nel momento in cui i prigionieri vengono fatti uscire dai camion, riuscendo a confondersi con un gruppo di essi. L'orrore che gli si para innanzi, dopo che insieme agli altri deportati è stato raggruppato in un piazzale poco distante dai camion, è immenso anche per chi ha già visto le fattezze mostruose e deformi dell'Impero di Mikeros. Il gigante che sembra comandare la città è infatti una sorta di drago sormontato da un busto umano. Altre due teste - una da locusta, posta sullo stomaco, e una umana - al posto di una mano - completano il quadro terrificante che si presenta agli occhi del giovane Shiba.
Il mostro dà ordine ai soldati di scortare i prigionieri alle fabbriche. Trattati ormai senza la minima dignità, gli umani vengono portati verso il complesso industriale poco lontano. Incolonnato insieme agli altri, l'attenzione di Hiroshi viene catturata da una bambina.

Per un attimo, sente il sangue ghiacciarsi.
La bambina è Mayumi Shiba, la sorellina che credeva di aver perduto nei terremoti poco precedenti all'avvento di Mikeros.


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Dopo essersi spacciato per un amico di Hiroshi Shiba, il ragazzo si pone l'imperativo di portare viva Mayumi fuori da Yoshida, a ogni costo. Sia lei che una giovane prigioniera che sembra averla presa sotto la sua ala protettrice.

Alla base, i piloti intuiscono in fretta come sia la situazione: pur non sapendo nulla del passato di Hiroshi, l'inquadratura lunghissima sul volto della bambina è esplicativo quanto mille discorsi. Koji, temendo che il cyborg possa mettersi nei guai, chiede a MoriMori di preparare Mazinger Zeta sulla rampa di decollo.


A Yoshida, intanto le truppe Mikeros sistemano i prigionieri in fila, parlando di un'ispezione imminente per selezionare quelli abili dagli altri. Colto dal panico di essere scoperto, Hiroshi si getta in una rocambolesca fuga attraverso i complessi industriali di Yoshida, senza esitare - pur di sopravvivere - a farsi scudo di uno dei prigionieri per proteggersi dagli spari. Hiroshi viene inseguito fino all'interno di una delle fabbriche, dove perde la microcamera in una violenta collutazione con le guardie Mikeros.
Portato davanti al mostruoso sovraintendente di Yoshida, che si presenta come Comandante Humanos, Hiroshi tenta il tutto per tutto in un disperatissimo bluff: si presenta infatti come Kaiser Death, un cyborg creato da Hell e al servizio di Blocken, apostrofato come traditore di Mikeros. Alla domanda di Humanos, sul perchè nessuno ne abbia mai sentito parlare, Hiroshi risponde dicendo che se mai qualcuno avesse conosciuto Kaiser Death non sarebbe sopravvissuto per raccontarlo, essendo stato progettato appunto come cyborg da infiltrazione e spionaggio. Con un sorriso divertito, Humanos fa allontanare Hiroshi, ordinando alle guardie di portarlo al cospetto di un altro che ha conosciuto Hell.

Alla base, i Mazinger, Minerva e Grendizer partono per liberare il loro compagno. Ad attenderli, però, uno stormo di dodici mostri combattenti, simili alle arpie meccaniche di cui era circondato Kerubinos.

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Lo scontro, organizzato apposta per ritardare l'arrivo dell'Armata Mazinger a Yoshida, è terribile: Sotto il numero soverchiante degli artigli nemici, Minerva viene messa fuori uso, mentre Venus Ace sembra riportare serissimi danni.
Mazinger Zeta, primo a metterne fuori combattimento un numero sufficiente da aprirsi la strada, si dirige a gran velocità verso Yoshida, lasciando agli altri il compito di abbattere i mostri rimasti e difendere la Fortezza.


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Nel frattempo, Hiroshi viene portato in un palazzone diroccato, un cumulo di macerie da cui non filtra che un sottile spiraglio di luce. Con crescente nervosismo, fa appena caso a due enormi gru proprio davanti all'edificio e a un enorme numero di prigionieri legati insieme da un complesso sistema di cavi di ferro, quasi una ragnatela.

Una scorta entra dopo un'attesa interminabile. In mezzo alla scorta, passi felpati, felini.
Il Duca Gorgon inizia a camminare intorno al giovane, facendo continui riferimenti ironici al suo presunto passato al servizio di Hell e Blocken.

"Qui nessuno sembra crederti... io sì. E' per questo che ti mostrerò uno spettacolo che Blocken avrebbe apprezzato"

Uscito assieme al mostruoso agente di spionaggio di Mikeros, Hiroshi vede la rete di prigionieri montata sopra al corpo di Humanos, in modo da farne una veste di scudi umani. Come sottolineato da Gorgon, al centro c'è quello che il crudele centauro indica come il pezzo forte della collezione... Mayumi Shiba.

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Mazinger Zeta arriva proprio quando sul quadrante del suo radar (e su quelli della base) fa comparsa un altro oggetto non identificato: un'enorme fortezza volante, che i nostri hanno intravisto solo sugli schermi della base il giorno in cui, inerti, hanno assistito all'invasione dei mostri di Mikeros.

Tetsuya, preparato da tutta la sua vita allo scontro con questi mostri, è l'unico a riconoscerla: è la Fortezza Mikeros, l'ammiraglia dell'esercito degli invasori. Vederla in azione è grave e ben poco rassicurante, tanto che lo stesso Direttore - in una comunicazione privata col pilota del Great - dà ordine di ripiegare.
Tetsuya, certo che Koji e Hiroshi siano in pericolo, procede comunque verso Yoshida insieme a Daisuke, preparandosi al peggio.

Sui quadranti, i piloti del Great Mazinger e di Grendizer guardano con apprensione crescente le bocche della Fortezza aprirsi.

Intanto, per Koji Kabuto, il peggio è già arrivato e consiste in un ghignante Comandante Humanos che lo invita a battersi, prendendosi la responsabilità per le migliaia di innocenti che verranno coinvolti nella loro lotta. Quando il mostro stritola con aria noncurante alcuni dei suoi scudi, Mazinger viene colto dalla rabbia: dopo aver raccolto Hiroshi, con una manata riesce a raccogliere il Duca Gorgon, schiacciandolo tra le mani senza la minima pietà (NdMaster:.... sigh!).
Per tutta risposta, un Humanos sempre più freddo uccide altri ostaggi, attribuendo la loro morte al gesto sconsiderato del sempre più agghiacciato pilota dello Zeta.

A questo punto, i piloti dei tre robot, tutti ora arrivati a Yoshida, capiscono che non è più tempo di tornare indietro. Messo al sicuro Hiroshi (ancora spaventato dalla sorte della sorella) sullo Spacer, si decidono ad affrontare il comandante di Mikeros e gli altri due mostri di supporto inviati dalla Fortezza dei nemici: il mostruoso volatile coi volti umani sul seno (visto la prima volta dalla Fortezza delle Scienze appena riemersa) e una sorta di squalo volante, in grado di sputare potenti getti di acido. Il Great Mazinger combatterà il primo; Grendizer (ancora in piedi sul suo UFO dallo scontro precedente) il secondo, mentre Mazinger Zeta se la vedrà con Humanos.

Il combattimento è durissimo: mentre il Great sembra avere ben pochi problemi col suo avversario, ciò non vale per Grendizer, la cui corazza viene ripetutamente infranta e accartocciata dai ripetuti attacchi dle nemico. Mazinger Zeta riesce a immobilizzare Humanos tenendolo per le braccia, mentre la destra da drago del mostro infierisce aprendo squarci sempre più profondi nel corpo del Gigante d'Acciaio.Non appena riesce a liberarsi dal suo avversario, schiacciando al suolo ciò che ne resta con la forza del suo Atomic Punch, Tetsuya va ad aiutare Koji.

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Il problema più grosso è quello di salvaguardare la vita degli scudi umani sul corpo di Humanos. Alla Fortezza delle Scienze, nessuno sembra troppo sicuro che la morte del mostro di Mikeros non si concluda in un'esplosione che lascerebbe ben poco scampo ai superstiti: Yumi avanza l'ipotesi che l'unica soluzione sia quella di rendere inattivi i quattro cervelli nelle teste del mostro. Mazinger Zeta, con la propulsione e l'affilatezza dei suoi Iron Cutter, riesce a distruggerne una, mentre il Great decapita l'altra con la sua Mazinger Blade.
Koji riesce a sfilare la rete di prigionieri dal corpo di Humanos, che ancora - animato dai suoi due cervelli rimasti e da una furia senza precedenti - vive. Ormai ridotto a un mostruoso gigante mutilato, che si regge in piedi solo grazia alla forza del suo odio, Humanos colpisce il Great sputandogli un getto di fiamma, e per l'ultima volta colpisce Mazinger Zeta con la sua enorme picca da battaglia, privandolo definitivamente di un braccio. Poi, Koji e Tetsuya riescono finalmente ad avere la meglio sul mostro, grazie a una fortunata combinazione di Breast Fire e Breast Burn.

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L'avversario di Grendizer, avendolo messo fuori combattimento, si muove contro il Great Mazinger, che lo uccide con un ultimo, disperato Thunder Break.

E' finita. Pur con i suoi morti, Yoshida è libera.

I nostri eroi non hanno tempo per gioire della loro pur amara vittoria. Il Direttore contatta Tetsuya su un canale esclusivo tra i due, e gli ordina di sterminare i soldati di Mikeros di Yoshida, prima che escano dalla città e diano l'allarme ai quartier generali vicini. All'obiezione di Tetsuya, che considera indegno uccidere degli avversari inermi, la reazione del Direttore è inamovibile. Nell'orrore generale dei suoi compagni, il Great Mazinger inizia a massacrare decine di esseri un tempo umani, in rotta disperata e completamente indifesi.
Tetsuya Tsurugi urla il nome delle armi del Great con una rabbia e un'angoscia che mai avrebbe pensato di provare.

Sradicando le fabbriche, Mazinger Zeta e Grendizer intanto liberano i superstiti. Cercano di non fare troppo caso all'orrore dei macchinari sotto di loro: vere e proprie catene di montaggio per lobotomizzare chirurgicamente grandi gruppi di esseri umani in serie. Hiroshi, libera la ragazza che ha accudito sua sorella per tutto questo tempo, malgrado un primo istante in cui lei - vedendosi davanti un essere dall'aspetto disumano - arretra senza riuscire a trattenere il disgusto. Il nome della ragazza, come Hiroshi viene a imparare nel viaggio verso la Fortezza, è Miwa.

Mazinger Zeta provvede a radere al suolo ciò che resta della città, in preda alla rabbia. Poi, presi e legati due alberi a croce, li pianta sulla piazza in onore dei morti innocenti che hanno versato il sangue nella liberazione.

Koji e Daisuke tornano alla base, esausti. Quando Daisuke urla a Yumi che non c'è la minima vittoria nell'essere responsabili di un massacro uguale a quello provocato dai propri nemici, Koji stacca le comunicazioni, stanchissimo. Trascinandosi fino all'infermeria, fa in tempo a salutare Maria e sussurrarle brava prima di svenire sul suo letto ed essere a sua volta ricoverato.
Anche Daisuke va verso l'infermeria. Non prima di aver abbracciato a lungo Hikaru e Goro. Tutti e tre si dichiarano soddisfatti della vittoria... tutti e tre sanno di star esternando soddisfazione principalmente per esorcizzare quello che davvero è successo.

Hiroshi lascia un biglietto sul lettino di Mayumi, per quando si sveglierà.
Avevo promesso che ti avrei portato fuori di lì. J.
E Jeeg, come spiega ai suoi compagni e ai professori, è il nome con cui dovrà essere chiamato davanti alla piccola.

Yumi va a trovare tutti, per primo. Benchè sappia cosa i piloti hanno passato, ricorda loro che questa è la prima, grande vittoria dell'Armata Mazinger su Mikeros. E che le perdite sarebbero state ben maggiori, senza di loro.

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Tutti discorsi che al momento, Tetsuya non può sentire. Dopo aver gettato il suo casco lontano da lui, sdraiato sull'erba - in una zona imprecisata tra la Build Base e Yoshida - il pilota del Great riflette su molte, molte domande a cui ancora non c'è risposta.

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mercoledì, maggio 11, 2005

04: l'uomo che osservava dall'oscurità

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E' il Giorno della Memoria anche alla Fortezza delle Scienze. Su richiesta di Hikaru, infatti, il personale della base acconsente a festeggiare il giorno in cui si celebrano le vittime del primo attacco del Dottor Hell a Tokyo.

Ognuno vive il mattino a suo modo.

Koji, dopo aver svegliato con una sonora secchiata di acqua ghiacciata il fratellino Shiro, si prepara e si veste col kimono cerimoniale. I due fratelli fanno una fermata all'hangar di Mazinger, dove il piccolo si mette alla cabina di pilotaggio del Pilder e comincia a giocare, fingendo di esserne il pilota.

Maria invece, si occupa di dare una mano nelle riparazioni di Minerva X. Nello staff, ancora intimorito per quello che è successo al villaggio, sembra esserci una persona sola a dare direttive in maniera sicura e tranquilla: una donna sui ventitre anni, di origini nippo-europee. Maria scopre che si tratta di una certa Ran Asuka, un'addetta alle comunicazioni, adesso adibita alla squadra di manutenzione di Minerva per le particolari doti empatiche, non potenti come quelle di Maria, ma sufficienti a darle sicurezza nell'agire sul robot. Maria e Ran si fermano a parlare del più e del meno, stringendo amicizia tra loro.

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Hiroshi parla intanto con il dottor Yumi, chiedendogli dove siano stati portati i componenti di Jeeg. Il professore dice che sono in un hangar speciale, a cui stanno venendo montati apparecchi per smorzare il campo elettromagnetico originato dalla trasformazione del ragazzo, responsabile del tilt degli strumenti di comunicazione durante il combattimento contro Minerva X. Hiroshi insiste per poterli provare, in modo da sperimentare ciò che è in grado di fare Jeeg. Yumi, memore della perdita di controllo di Minerva suggerisce al giovane di aspettare che i vari staff di scienziati capiscano un po' di più il funzionamento del Dotaku Project, prima di prendere iniziative del genere. In tutta risposta, Hiroshi fa un lungo giro sia della Fortezza che della Build Base, cercando invano di capire dove il corpo del robot sia stato depositato.
Come il giorno prima, decide che non vale più la pena restare nascosti. Percorre la Fortezza mostrando il suo vero aspetto, suscitando il terrore in ogni persona che incroci la sua strada.

Tetsuya e Jun tornano alla Fortezza da una missione psicologicamente estenuante, andando subito a rapporto col Direttore. Il pilota del Great Mazinger va poi a trovare pace sul ponte della Fortezza, dove viene raggiunto da Koji. I due parlano tra loro e, alla domanda su dove sia stato durante l'attacco di Minerva X, Tetsuya risponde molto evasivamente, senza voler in alcun modo scendere nei particolari. Al duo si uniscono Hiroshi e Maria, proprio quando Koji sta ribadendo a Tetsuya la sua convinzione che Minerva X andrebbe distrutta.

Il pilota del Great, desideroso di stare solo, si ritira nella sala d'addestramento. I tre rimasti vengono invece interrotti dall'intervento di Danbei, che sul ponte sta guardando il cielo con un cannocchiale, in cerca degli "spaziali". Come per rilassarsi un po', Maria va a scambiare quattro chiacchiere col vecchio, che - da dietro il cannocchiale - la guarda e le parla in un ridicolo e insensatissimo linguaggio a base di piripiri guruguru.

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Davanti a un'interdetta Maria, Danbei spiega di essere il Presidente del club Amici degli Spaziali, e che non è un problema se la ragazza vuol restare in incognito e mantenere la sua identità di aliena. Maria, dopo qualche momento di smarrimento iniziale, decide di scherzare un po' e gli comunica un va bene che risuona dritto nella testa del vecchio. Prima che Danbei possa replicare in alcun modo, una provvidenziale Hikaru pensa a farlo tornare all'interno della base.
Hikaru resta poi a fare due chiacchiere con chi è rimasto sul ponte, facendo per scusarsi con Maria per il comportamento del padre. La presenza di Hiroshi, però, incombe incupendo l'atmosfera, con il suo aspetto mostruoso. Proprio per alleggerire l'atmosfera, Maria decide di fare le presentazioni.

La replica di Hikaru, nel conoscere il suo nome è una coltellata involontaria al cuore.

Hiroshi Shiba? come il famoso pilota di Formula Uno?

Quando Hiroshi le fa notare che si tratta proprio di lui, e non di un omonimo, la situazione sembra raggelarsi di nuovo nel più profondo imbarazzo. Alle scuse della ragazza, il cyborg fa capire di non essersela presa. La discussione si sposta successivamente su Koji. Hikaru rivela di apprezzare molto quello che ha fatto per il Giappone insieme a Mazinger Zeta, a differenza di quanto pensa il suo fratellastro Daisuke, oggi particolarmente scostante e solitario.
Koji decide di mostrare a Hikaru il robot da vicino. Maria, frustrata dall'atteggiamento di profonda freddezza che Kabuto le riserva dall'incidente di Minerva, se ne va nella sua stanza, chiudendosi.
Poco dopo, i piloti vengono convocati da Umon. Il professore dichiara che ormai l'insediamento alla Build Base può definirsi completato: i radar e i sistemi di difesa rendono impossibile l'avvicinarsi per qualunque oggetto volante non identificato, senza che lo si sappia con un largo anticipo. Viene accordato il permesso a tutti per scendere dalla Fortezza e festeggiare il Giorno della Memoria sulla terraferma e viene confermato da Hiroshi che si occuperà di infiltrarsi (il mattino dopo) nella roccaforte Mikeros di Yoshida.

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Maria approfitta che tutti siano riuniti per richiamare l'attenzione di ognuno, spezzare l'imbarazzato silenzio su quello che è successo con Minerva X, e dire la sua sull'argomento. Koji, fa per alzarsi di scatto e andarsene, prima di essere fermato da Umon. Controvoglia resta ad affrontare il discorso, che presto diventa il pretesto con cui tutto il malcontento dei piloti viene a galla. Tetsuya si chiede di nuovo perchè Minerva non si alleni con gli altri, ottenendo in risposta da Umon una risposta poco soddisfacente: il robot serve anche a tenere impegnati i poteri mentali di Maria, nel solo sforzo di guidarlo, e ad evitare il rischio che esplodano incontrollati. In una simulazione in cui la ragazza non deve guidare nulla, si correrebbe tale rischio con una probabilità fin troppo elevata.
Koji si lamenta del fatto che ogni decisione viene presa in totale ignoranza del volere o del parere dei piloti, e che per il Direttore tutti quanti non sono altro che dei burattini da muovere a piacimento. Jun, con un tono sprezzante, rimarca che non è il legittimo pilota di Minerva a dover pagare per le azioni di una stupida ragazzina.
Koji non sembra sentir ragioni sulle responsabilità di Sayaka in quello che è successo, per quanto ne sia perfettamente consapevole. Secondo lui Minerva andrebbe abbattuta perchè in quel robot c'è qualcosa. La lapidaria risposta di Maria è il chiedergli a sua volta se sia così sicuro che anche gli altri robot non "abbiano qualcosa". Quando pure Umon le chiede di spiegarsi, la ragazza fa decadere il discorso come se fosse di nessuna importanza.
Anche Hiroshi prende le difese di Maria contro Sayaka, e Koji rimarca il fatto che - per tutte le vite che con Aphrodite A ha salvato durante la guerra con Hell - nessuno degli ultimi arrivati ha il diritto di insultarla.
Appena prima del sopraggiungere di Sayaka stessa nella sala, Tetsuya si alza ed esce.

Te l'avevo detto che aveva scelto lei, le sussurra.

Anche Maria fa per andarsene, non prima di aver chiesto a Umon che le sue stanze vengano trasferite il più vicino possibile all'hangar di Minerva. Con un ultima aggiunta tagliente, afferma anche che, se Mazinger non uscirà più in missione con lei... tanto peggio, lei uscirà con chi sarà disposto a seguirla.
Incrociando Jun per i corridoi, le chiede di potersi allenare con lei, l'indomani. Con un sogghigno l'altra acconsente, dicendole che farà male, e consigliandole di passare prima dall'infermeria per prendere una cassetta di pronto soccorso.

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Mi fa piacere che tu stia bene, commenta sarcasticamente Hiroshi, passando vicino a Sayaka nell'uscire a sua volta dalla stanza.

Koji e Sayaka restano da soli. La ragazza, con un filo di voce, chiede scusa per tutto quello che è successo, accolta dal gelo più totale da parte di Koji. Poi chiede cosa sia successo di preciso, e perchè ancora nessuno abbia voluto dirglielo.
Koji, quasi spietatamente, le racconta tutto. L'unico addolcimento che concede alla ragazza, soffocando la sua stessa commozione e tristezza, è la convinzione che non sia stata davvero lei a uccidere tutta quella gente. E' stato un robot che le ha controllato la mente.
Nondimeno, Sayaka rimane totalmente sconvolta. In preda alle lacrime corre via dalla stanza, piangendo.

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Nella Fortezza, cominciano a venire accese le candele per quasi ogni finestra: serviranno a far sì (nella tradizione della festa) che i morti ritrovino la strada, per poter stare vicini ai propri cari.


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Koji va davanti la restricted area in cui si trovano gli alloggiamenti del Direttore, decidendo di entrare a tutti i costi. La sua rabbia viene accresciuta dal vedere Tetsuya entrare invece con la massima tranquillità e dirgli, con una vena fatalista, che conosce il Direttore da tempo e, se non vuole che entri nessuno, non entrerà nessuno.
Quando Koji arriva a sparare sulla porta pur di aprirla, le guardie chiamano il dottor Yumi. Alle richieste di poter vedere chi davvero comanda la base, Yumi risponde con la stessa tristezza e allusività usata in precedenza. Ciò su cui insiste è il rispetto per questo giorno. Koji rimarca quanto quella che molti stanno prendendo come una festa, per lui sia una giornata di dolore inconsolabile: suo nonno e suo padre hanno visto la morte, e a lui non è rimasto nessuno.
Yumi, con un amaro sorriso in volto, afferma che se suo padre lo potesse vedere, sarebbe senz'altro fiero di lui. Ancora una volta gli chiede - almeno per oggi - di ammorbidirsi nelle sue posizioni. Koji, estremamente a malincuore, accetta. Va a prendere Shiro, che ancora sta giocando sul Pilder.
Gli lascia addosso il casco, che gli copre completamente la testa e lo vede allontanarsi nei corridoi. Andando da Sayaka - dopo molti ripensamenti - Koji le offre un kimono da cerimonia e l'attende per scendere alla Build Base, dove le celebrazioni avranno inizio.



Tetusya, intanto, parla al Direttore. Gli sottolinea quello che chiama il disastro di Minerva X, e la mancanza di fiducia di Koji nella sua figura, così inaccessibile. Il Direttore ribatte dicendo che il disastro è reso tale solo dal comportamento di alcuni elementi dell'Armata, e che dovranno imparare a fidarsi delle sue decisioni. Malgrado il muro di riservatezza tra loro e lui. Tetsuya risponde che forse - se la pensa così - non conosce bene il pilota di Mazinger Zeta.
Con un tono più freddo del solito, il Direttore risponde dicendo che non è suo compito conoscere nessuno, ma solo far sì che le cose funzionino nel miglior modo possibile.
Tetsuya chiede cos'abbia deciso, riguardo alla proposta di Blocken, dopo che lui e Jun sono andati all'insaputa di tutto il resto dei piloti a parlamentare con lui a Berlino.
Il Direttore dice che questa non è la sera per le decisioni, ma quella per onorare i propri cari.

"E tu chi onorerai, Capo?", chiede Tetsuya.
"Mio padre", risponde l'altro, dopo un istante di silenzio.
Lo stesso istante che impiega Tetsuya, per formulare una domanda amareggiata e trattenuta da troppo tempo.

E io chi onoro, Capo?

Senza ottenere risposta, Tetsuya se ne va dalla sala.

Una sempre più solitaria e ferita Maria, accetta intanto l'offerta di Ran Asuka, che la viene a prendere e le chiede se vuole unirsi allo staff di riparazione di Minerva, per i festeggiamenti alla Build Base.
La Fortezza resta popolata solo dagli staff nelle sale di controllo. Ben presto diventa uno spettrale e silenzioso intrico di corridoi vuoti e illuminati solo dalle candele, dove Hiroshi - rifiutandosi di partecipare con gli altri - si muove solitario.

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Ognuno dello staff dedica un pensiero ai propri morti. Koji ricorda suo nonno e suo padre. Jun, molto sbrigativamente, i genitori conosciuti per così poco tempo, Ran fa una preghiera per suo fratello Ryo, ovunque si trovi adesso.
Tutti pregano per chi li ha lasciati... quando dalla Fortezza giunge un allarme.

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L'Armata Mazinger si mobilita immediatamente. La principale fonte di preoccupazione, però, è che tra i due oggetti in avvicinamento segnalati dai radar, ne è visibile solo uno, un mostro volante di Mikeros. Il Thunder Breaker di Minerva, l'Iron Cutter di Mazinger Zeta e il Thunder Break del Great Mazinger riescono ad averne la meglio in pochi attacchi. Solo Hiroshi però, con la vista a raggi x di Jeeg, riesce a rilevare la presenza del secondo mostro, che si fa strada attraverso il sottosuolo fino a emergere proprio dove tutti sono riuniti per la celebrazione. Jeeg riesce ad accogliere il mostro con un Double Knuckle Bomber, e ben presto viene affiancato dai Mazinger e da Minerva, mentre Venus e Grendizer sono impegnati a salvare il personale della base.
Lo scontro è molto duro: dopo esser stato immobilizzato in una presa da Jeeg, il mostro (una sorta di carro armato con parti organiche) riesce ad avere la meglio sul robot d'acciaio, perforandolo con la sua trivella. L'immenso dolore provato da Hiroshi fa collassare per un momento il suo campo magnetico, facendogli crollare un braccio al suolo. Minerva viene colpita a sua volta, venendo sbalzata lontano dal nemico che ha ancora il corpo di Jeeg impalato sulla sua trivella. Come se non bastasse, un errato calcolo delle tempistiche fa sì che Koji, invece di ferire il mostro con un colpo di Scrander, colpisca ulteriormente Hiroshi.
Il Great Mazinger incrina con il suo Great Boomerang la trivella dell'avversario, spaccata poi definitivamente dal Knuckle Bomber di Jeeg, che ne sfrutta la potenza propulsiva per liberarsi del tutto.

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Il mostro fa allora per avventarsi su Minerva X che in risposta lo colpisce col suo Breast Inferno. Quando la creatura ha raggiunto il robot di Maria, è ormai diventato null'alro che una pozza di metallo e carne fusa.

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La gioia della vittoria è ben presto avvelenata da un sospetto nella mente dei piloti, confermato anche dalle parole del dottor Yumi. Mikeros sapeva esattamente dove e quando colpire: un momento in cui avrebbe colto impreparata la base e un punto in cui avrebbe potuto ucciderne quasi tutto il personale.
Qualcuno ha rivelato quando e dove lo staff della Fortezza delle Scienze avrebbe festeggiare il giorno della memoria.
Tetsuya sostiene che dev'essere stato qualcuno che sfrutta un sistema di comunicazione autonomo, o che - come Maria - possa usufruire di poteri mentali. Tutte le trasmissioni dalla fortezza sono fin troppo monitorate per permettere una fuga di informazioni all'insaputa del Direttore. Yumi raccomanda ai piloti di non diffondere la paranoia all'interno della base, ma di fare comunque attenzione a qualsiasi cosa sospetta.

Maria e Hiroshi fanno un breve giro di ronda. Il ragazzo conferma all'amica di aver lottato al solo scopo di morire. Questa volta non è successo, ma ci saranno molte altre occasioni. Maria gli risponde dicendo che la sua vita, per lei, conta molto.
In quel momento, ai due si affianca Ran, che si informa sulle condizioni dei piloti e di Minerva. Poi, guardando Hiroshi, dopo un attimo di titubanza gli stringe la mano e gli dice di poter leggere piuttosto chiaramente il suo senso di delusione.

Sei più brava di quanto non pensassi, le dice Maria, facendole risuonare le parole in testa. Ran, non appena si accorge dell'intrusione erige immediatamente un muro mentale e annuisce nervosamente, allontanandosi.

Koji va a parlare a Umon, suggerendo che Jeeg possa in qualche modo addestrarsi con loro, vista l'evidente differenza nello stile di combattimento rispetto ai Mazinger. Si offre inoltre di mettere a disposizione le sue conoscenze di ingegneria (davvero notevoli, per un ragazzo della sua età) per realizzare il Big Shooter, la navicella ideata dal Dottor Shiba per il trasporto dei componenti di Jeeg.

Ben presto, la stanchezza coglie tutti quanti. I piloti si addormentano, in preda a sogni più o meno agitati.

L'unico a rimanere sveglio è proprio Hiroshi. Nel buio della base, pensa all'indomani, alla sua pericolosa missione nella stessa città in cui è nato.


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giovedì, maggio 05, 2005

03: cuore di demone, cuore d'acciaio!

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Nella mente di Koji, si fa strada il ricordo del suo primo incontro con Blocken. Per un attimo, rivive il momento in cui Sahari, leader della guerriglia akabana e sua amica, cala la sciabola sulla testa del Primo Ministro, prima di essere crivellata dai colpi delle guardie intorno a lui. Poi, l'attimo agghiacciante in cui il corpo decapitato del Primo Ministro cammina verso il suo capo mozzato, lo prende dalle mani e strappa un rivestimento di pelle sintetica, mettendo allo scoperto i lineamenti del gerarca.

Adesso, la rabbia di aver di nuovo a che vedere con il luogotenente di Hell porta Koji a rivolgersi in modo sprezzante verso di lui, rimarcandogli la responsabilità per le morti che ha provocato e per la comparsa della civiltà Mikeros sulla superficie. Blocken ribatte che la riscoperta di Mikeros non è solo causa di Hell, ma anche degli studi archeologici di Juzo Kabuto. Propone quindi alla Fortezza delle Scienze un patto d'alleanza: lui metterà a disposizione Rain X1 e le altre Machine-Beast rimaste dalla guerra contro Mazinger, per liberare il Giappone. In cambio, chiede che l'Armata Mazinger si presti ad affiancarlo nella liberazione dell'Europa Occidentale.

La Fortezza accoglie la proposta con grande tensione. Koji urla al Conte Blocken che nessuno della base ha bisogno del suo aiuto. Daisuke chiede a Yumi di interrompere direttamente il collegamento. Hiroshi è invece più possibilista all'idea di trovare un accordo col Conte, pur nella consapevolezza di guardarsi le spalle.
Blocken dice che darà ai dirigenti della Fortezza il tempo di pensare. Yumi fa interrompere il collegamento. Per la prima volta, i piloti vedono incrinarsi la sua perenne calma.
"Juzo era mio amico", mormora a denti stretti, nel dialogo con Blocken.
Tetsuya, nel corso della discussione, viene convocato d'urgenza dal Direttore.


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Maria chiede spiegazioni su chi sia questo Conte Blocken e, mentre Yumi comincia a raccontare, Daisuke li interrompe. Comparendo sulla soglia della Sala di Controllo, afferma che già in passato il Giappone ha fatto l'errore di allearsi ad assassini come Blocken e che non si dovrà ripetere lo stesso sbaglio. I tempi disperati portano però Yumi a non valutare le cose sull'onda delle emozioni. Ognuno rimane delle sue posizioni. Il Direttore, poi, convoca Yumi e Umon in una riunione, mentre i piloti vengono lasciati liberi di fare ciò che vogliono.

Nella Build Base, Koji accede a ulteriori file su Hiroshi. In uno di essi è contenuta una dedica, che non manca di turbare il giovane pilota.

A Juzo Kabuto, senza cui questo lavoro non sarebbe mai stato possibile.


Tornato alla Fortezza delle Scienze, Koji spiega agli altri quello che ha scoperto: a quanto pare, il dottor Shiba era in qualche modo collegato a Juzo Kabuto. Il corpo del robot di cui Hiroshi dovrebbe essere la testa è in acciaio e non viene usata nessuna lega simile alla Z, nella sua armatura. Il meccanismo per la trasformazione in testa è un forte rilascio di adrenalina. La possibilità di poter tornare allo stadio iniziale (quello umano?) non è esclusa, nei documenti, ma nemmeno ben specificata.




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Hikaru intanto va a parlare con Daisuke. Da quando il ragazzo ha preso il controllo di Grendizer, è molto cambiato. Hikaru teme che possa diventare spietato e freddo come gli altri piloti, e non capisce perchè da quando ha parlato la prima volta (ormai un anno fa) al dottor Umon, il suo carattere si sia fatto ancora più introverso di un tempo. Daisuke le risponde che se combatte con un robot come Grendizer, è solo per il loro bene. Non è cambiato niente. Hikaru se ne va, dicendogli che - se avrà bisogno di qualsiasi cosa - lei sarà lì.
Rimasto solo, Daisuke riflette su come in effetti abbia cercato di allentare i rapporti con tutto il suo passato, dopo la scoperta di essere un alieno. Riflette anche su come l'unica persona con cui sembra aver sviluppato una naturale empatia in quest'anno di immersione, sia Maria.

Intanto, Sayaka va a parlare a Koji (ancora nell'hangar con Maria e Hiroshi) riguardo alla proposta di Blocken. Il pilota di Mazinger dice che ha già impostato la rotta per andare a liberare davvero Berlino. Sayaka va anche a chiedere scusa a Maria per il suo comportamento. Maria, nel tentativo di essere il più gentile possibile, acconsente anche alla richiesta di mostrare Minerva X e l'hangar in cui è custodita, a Sayaka. Avverte però la sensazione piuttosto sgradevole di un moto di repulsione di Minerva verso l'ex pilota di Aphrodite A e la porta fuori in fretta.

Hiroshi ha un incontro poco piacevole con Shiro, il fratellino di Koji, il quale lo apostrofa come mostro di Mikeros. Infastidito, il cyborg minaccia il bambino spaventandolo a morte e facendolo scappare via. Poi, pur non avendone bisogno, prova a mangiare qualcosa. Niente da fare. Il suo organismo sembra non fargli sentire alcun sapore, per quanto gli permetta di assimilare il cibo.

Koji passa il resto della giornata cercando di convincere i paramedici della Fortezza a dargli una siringa di adrenalina da sperimentare su Hiroshi. I dottori, in assenza di un permesso scritto dal dottor Yumi, rifiutano la richiesta e il giovane Kabuto ripiega su tre da cui difficilmente avrà risposte negative. Morimori, Sewashi e Nossori, infatti, sono assolutamente entusiasti di poter sperimentare il funzionamento delle nanomacchine nel corpo di Shiba.




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Insieme a Koji organizzano uno strampalato agguato, che consiste nel portarlo in una cabina della Fortezza e iniettargli l'adrenalina sulla lingua, l'unica parte del corpo a dover essere essere per forza rimasta molle. Koji, vagamente turbato dall'eccesso di zelo dei tre dottori, va a parlare con Hiroshi (vicino cui trova anche Maria e Daisuke), convincendolo a sottoporsi all'esperimento per trasformarsi nella testa del robot. Il ragazzo è sicuro (influenzato anche da ciò che gli dice Koji, che in realtà sta abbastanza improvvisando) che quando da testa del robot si ritrasformerà in forma umanoide, i nanoidi lo "resetteranno" alla sua forma umana originale. Accetta, quindi, ma prima che ogni cosa possa iniziare, MoriMori raggiunge il gruppo e si stupisce di vedere Maria lì.

Koji capisce al volo, prendendo i comandi di Mazinger Zeta. Tenta di stabilire un collegamento con Minerva X, ma non gli viene data alcuna risposta.
Maria, Daisuke e Hiroshi restano un attimo smarriti, finchè non viene diramato - pochi secondi dopo - l'allarme. Minerva X sembra infatti essere uscita dalla Fortezza.
I piloti capiscono che alla sua guida c'è Sayaka. Daisuke chiede dove sia Tetsuya, e gli viene detto che nè lui nè Jun sono presenti alla Fortezza.

Daisuke e Maria salgono sul Grendizer. Per Maria la sensazione è vagamente choccante, in base a tutti i sogni fatti in precedenza. Per la prima volta, infatti, è a bordo del robot che perseguita i suoi sogni.

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Koji, arrivato prima degli altri, si trova davanti a uno spettacolo rivoltante. Minerva è nel villaggio da cui è stato prelevato Kosuke Utsugi ed è in preda a una furia omicida. Decine di innocenti abitanti sono ai suoi piedi, carbonizzati o liquefatti dal Breast Inferno, il corrispondente del Breast Fire di Mazinger. Sayaka, all'interno della cabina di pilotaggio sembra incosciente, e Yumi raccomanda Koji e gli altri di non danneggiare eccessivamente il robot, perchè altrimenti anche il pilota ne subirebbe danni. Maria conferma quest'affermazione, raccomandando a Koji di fare attenzione perchè sente Minerva come parzialmente senziente.

Mentre Grendizer (uscito fuori dallo Spacer) e Mazinger Zeta ingaggiano battaglia con Minerva, Maria - rimasta dentro l'UFO - cerca di contattare telepaticamente il suo robot. La "risposta" che si sente dare è una precisa volontà di uccidere e una rabbia fuori dal normale.
Alla richiesta di Maria di smetterla, risponde scatenando un fulmine simile a quello del Great Mazinger sugli inermi abitanti del villaggio.

Hiroshi cammina fino al ponte della base, senza imbacuccarsi come al solito: il personale, inorridito scappa lasciandogli spazio e facendogli godere lo spettacolo della Fortezza delle Scienze che si arma di tutto punto. Prende possesso di uno degli elicotteri che stanno volando verso il villaggio e si dirige a sua volta ad affrontare Minerva X.

Il robot, intanto, viene colpito dagli Shoulder Boomerang di Grendizer, provocando la rabbia di Koji, preoccupato per le condizioni di Sayaka al suo interno. Con il Reito Beam, riesce alla fine a congelare Minerva che crolla a terra, in un sottile strato di ghiaccio.


Koji, con Mazinger strappa letteralmente il portello alla cabina di pilotaggio di Minerva, e poi corre a soccorrere Sayaka. Daisuke e Maria scendono a terra, seguiti da Hiroshi, appena arrivato sul posto.
Il pilota di Mazinger affida a Hiroshi il corpo tremendamente ferito di Sayaka. Il cyborg, portandola sull'elicottero le sussurra una semplice frase.

"Guarda cos'hai provocato... ragazzina"

Lo spettacolo è raccapricciante. I nostri sono circondati da cadaveri ustionati e martoriati nei modi più orribili.
Il ghiaccio del Reito Beam che si sta sciogliendo, non fa altro che far sfrigolare le carni dei corpi tutt'intorno, alzando un sottile vapore che sa di carne bruciata.

Daisuke - in maniera più superficiale - e Maria sentono telepaticamente tutto il dolore e la paura residua del teatro della strage. La ragazza, corre sopra Minerva. Un urlo di rabbia lacerante si riversa nella sua mente e, sempre grazie ai suoi poteri ESP, si espande in quella degli altri piloti. In quello stesso istante - scossa da un sussulto - Minerva X si anima. Presa da una furia cieca e immobilizzata da Mazinger Zeta, volta la testa sparando un Koshiryoku Beam dagli occhi. Il raggio investe Hiroshi, che fa una capriola per scansarlo...


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Hiroshi scopre di non riuscirsi a muovere. Daisuke è il primo a far caso alla grande testa del robot abbandonata in mezzo al villaggio; prende tra le mani di Grendizer Maria e la depone sullo Spacer, mandandolo verso la Fortezza delle Scienze.

Koji tenta di comunicare, ma un fortissimo campo elettromagnetico occlude buona parte del collegamento. Intuendo quello che sta succedendo, riesce appena a chidere che vengano trasportati gli arti e il tronco del robot trovato alla Build Base. Dalla Fortezza, una flotta di elicotteri trasporta i pezzi e li deposita accanto alla testa. Le membra della misteriosa macchina da combattimento e il suo torso vengono attratti verso di lei.
Quando Hiroshi prova ad alzarsi, si accorge che la sua altezza è cambiata. Ora può quasi guardare negli occhi Mazinger.


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Non si è mai sentito così bene.

Maria, dentro lo Spacer, vede la sagoma di Grendizer che brandisce la Double Harken, avvicinandosi a Minerva X (ancora tenuta da Mazinger). La scena è troppo simile ai quella nei suoi sogni, le cui immagini esplodono incontrollate nella sua mente. In preda allo choc, sviene.


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Minerva si spegne contemporaneamente.

Grendizer e Mazinger si trovano davanti a Hiroshi, trasformato in un robot. Solo Koji, avendo consultato i file del dottor Shiba, lo riconosce come tale. Portano sia lui che Minerva alla Fortezza, ancora in assetto da guerra. Qui, Hiroshi cerca di tornare umanoide, scoprendo che la cosa gli riesce più semplice del previsto, come fare un normale movimento.
Il robot, i cui componenti sembrano essere tenuti insieme dal campo elettromagnetico formato dalla testa-Hiroshi, sembra quasi crollare davanti agli sguardi allibiti dello staff della Fortezza, non appena Shiba riprende la sua forma normale.

Sfortunatamente, però, il concetto di normale non è quello sperato dal ragazzo. Hiroshi, ancora nella sua forma cyborg, prende a pugni una gamba del robot con tutta la rabbia e la frustrazione di cui è capace.
Poi, chiede di parlare con suo padre, alla Build Base.

Koji e Daisuke, dopo aver constatato le condizioni di salute di Maria e Sayaka, insistono con Yumi affinché Minerva X venga distrutta. Yumi - che in realtà sarebbe d'accordo con loro, per ciò che è successo alla figlia - dice che il Direttore della Fortezza insiste affinché Minerva continui a essere operativa. Inoltre, durante il combattimento con Mazinger, Maria sembra aver subito un feedback dei colpi che riceveva Minerva X. Yumi non osa immaginarsi le conseguenze sulla psiche di Maria, nel caso dell'eventuale distruzione del robot.
Koji, fuori di sé, urla che il Direttore deve mostrarsi e che non uscirà mai più in missione con Minerva. Daisuke è invece furioso per l'indifferenza mostrata dalla Fortezza nel portare tutti i soccorsi possibili ai sopravvissuti del villaggio.


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Nemmeno parlare al dottor Umon cambia molto la situazione. L'ufologo conferma infatti tutto ciò che Yumi ha detto prima, compresa la volontà del Direttore di non ricevere nessuno. Koji minaccia di setacciare tutta la Fortezza per trovarlo, anche se dovesse aprirla con le mani di Mazinger. Imperturbabile, Umon gli augura una buona ricerca. Il pilota riesce però a ottenere il permesso che vengano rimossi a Sayaka i tesserini d'identificazione per le zone ad accesso ristretto, come appunto gli hangar.
Kabuto esce poi a guardare il tramonto dal ponte della Fortezza. Resta a pensare, finchè il cielo non inizia a farsi scuro. Poi, tornato al Pilder, imposta le coordinate di volo di Mazinger.
Destinazione: Berlino.

Daisuke resta a vegliare Sayaka e Maria, che lentamente è la prima a riprendersi. Dopo essersi fatta raccontare ciò che è successo, la ragazza dice al pilota di Grendizer di aver qualcosa di molto importante da comunicargli. Non può più tenergli nascosto, come ha fatto finora, i sogni che la vedono in qualche modo legata a Grendizer. Come se avesse idea di ciò che starà per dire, Daisuke risponde dicendo di non essere ancora abbastanza pronto per sapere. Chiede alla ragazza di aspettare fin quando lui sentirà di poter psicologicamente reggere il peso delle sue affermazioni.

Hiroshi va alla Build Base, a parlare col padre. Pieno di rabbia e di disgusto per se stesso, grida al padre di essere "finalmente" ciò che lui voleva fosse. Per la prima volta dopo tanti anni, dà sfogo al suo rancore, urlando la sua disperazione per non essere altro che un esperimento, un mostro che non tornerà più umano.
Mai più.
La voce registrata del padre, implacabilmente lo interrompe.

Bioweapon. Dotaku project. Configuration Kotetsu Jeeg... completed.

Maria, riprendendosi fin troppo velocemente, va a parlare con Yumi. Entrambi sono d'accordo nel pensare che Minerva X non avrebbe perso il controllo se Sayaka non avesse cercato di pilotarla. Yumi ricollega l'episodio alle parole dette il giorno prima da Tetsuya, sul fatto che è il robot a scegliere il pilota. Comunque non nasconde il suo desiderio - causato dall'aver visto le condizioni della figlia - di disattivare per sempre il robot-Sirena. Maria, pur capendo, ribatte che non sarebbe stato differente se un pazzo avesse preso il controllo di Mazinger.
All'uscita dal colloquio, sente per un momento la presenza di Minerva nella sua mente. Le dice di placarsi, e il robot obbedisce non mandando più segnali. Come se si fosse addormentata, appagata.

Maria quella notte sogna più "forte" del solito. Talmente forte che anche Daisuke condivide - in modo molto più confuso - lo stesso scenario onirico a cui la ragazza è ormai abituata. Il sogno però non è del tutto uguale. C'è la città in fiamme, la sensazione di un'imminente distruzione. Maria e Daisuke sono però l'uno vicino all'altro, a osservare. Finché Daisuke non si volta verso di lei, il volto coperto dall'elmo, dicendole di scappare e mettersi in salvo.

Koji torna in infermeria, trovando solo Sayaka e Daisuke, addormentato su una sedia vicino a lei. Si accerta che la ragazza si stia riprendendo. Quando si risveglierà, avrà su di sé la responsabilità enorme del massacro involontariamente compiuto al villaggio.

Per ora, il pilota di Mazinger rivolge un ultimo sguardo alla ragazza.
Poi va nella sua cabina, e spegne la luce.

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lunedì, maggio 02, 2005

File di Approfondimento: Kosuke Utsugi

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Da Japan Times (29/4/1999)
Ho ucciso mio figlio in nome di Dio!
Il feroce maniaco religioso ha la voce di un brillante neurochirurgo


Kosuke Utsugi: 56 anni, padre di famiglia, una carriera stabile e affermata come primario dell'Istituto di Neurochirurgia *********. Una profonda fede cristiana, ereditata dai viaggi in Europa, e un carattere cordiale per quanto piuttosto riservato.
La notizia del violento omicidio a sangue freddo del figlio Ryo, 17 anni, ha destato una comprensibile incredulità tra chi lo conosceva meglio. D'altra parte, la piena ammissione delle sue colpe e le schiaccianti prove a carico, hanno tolto ogni legittimo dubbio sulla colpevolezza del brillante medico giapponese.
Resta solo l'interrogativo, scomodo e inquietante, su cosa porti un brillante professionista a un gesto simile. Nessuno nasconde la preoccupazione del professor Utsugi per le frequentazioni del figlio, sbandati motociclisti con cui il ragazzo saltava spesso le lezioni a scuola. Nessuno nasconde nemmeno i dissidi tra un padre forse troppo severo e un figlio sempre più chiuso e introverso.
Ma tutto questo non basta a giustificare lo scatto di follia del professore, dettato invece da un'inquietante mania religiosa che nessuno avrebbe sospettato. Lo incontriamo, in carcere, per un'intervista esclusiva a ormai un mese dal brutale assassinio che lo ha condannato.

Professor Utsugi, il vostro gesto appare tuttora incomprensibile agli occhi di tutto il Giappone...
E' scritto che coloro che seguono la strada del Signore, si troveranno davanti all'incomprensione e alla derisione degli altri. E' presuntuoso cercare di applicare la logica umana alle scelte di Dio... ma per chi non ha Fede, è inevitabile. Non biasimo nessuno, per questo.
E' stato quindi Dio a spingervi a uccidere vostro figlio?
Credete forse che lo avrei fatto, se non me l'avesse ordinato il Signore? Non mi importa di ciò che scriverete sul vostro giornale. Io amo e amavo mio figlio. Ho sempre cercato il suo bene. Sempre.
Ma in che modo siete certo che questa fosse la sua volontà?
Il Signore mi ha parlato. Mi è apparso e mi ha reso partecipe della Verità. Come Abramo con suo figlio Isacco, mi ha chiesto di sacrificare ciò che avevo di più caro.
E il motivo per cui vi avrebbe chiesto di uccidere Ryo, sarebbe stato questo... un sacrificio?
Ryo non era più completamente mio figlio. Il diavolo era in lui. Usava il corpo di mio figlio per tornare sulla Terra e distruggere la civiltà umana. Avrebbe fatto precipitare il mondo in una spirale di pazzia, terrore e morte.
Come lo avete ucciso?
E' patetico vedere quanto avanti si spinga la vostra morbosità. In ogni caso... l'ho attirato nel nostro garage, poi gli ho gettato della benzina addosso e gli ho dato fuoco. Quanto più mi implorava di salvarlo, tanto più continuavo a gettare altra benzina. Proprio perchè salvarlo, in quel momento, era quanto stavo facendo.
Come vi siete accorto che vostro figlio era posseduto?
Ascoltando la voce del mio Signore. Nient'altro mi avrebbe fatto sospettare la presenza del Demonio nel cuore di mio figlio. I demoni sono ottimi attori: riescono a replicare fattezze, comportamenti, modi di fare di ciascun essere umano che possiedono. Nessuno è in grado di accorgersi della loro presenza, finchè non si manifestano. E a quel punto è impossibile reagire... è troppo tardi. Ho avuto la certezza di essere nel giusto solo quando ho cercato di sollevare i resti carbonizzati di Ryo. Pesavano oltre i 100 chili, benchè mio figlio fosse sempre stato magro. Esattamente come se avessi cercato di sollevarne due, di persone.
Prima parlavate come se ce ne fossero molti, di casi simili a quello di vostro figlio...
Ce ne sono innumerevoli. E' dall'inizio della creazione che i demoni vogliono distruggerci. Si mescolano a noi, escono allo scoperto raramente, perchè per ora ci stanno solo studiando e non sono totalmente preparati a sfidarci. Il timido studente liceale, il collega, la madre premurosa... ognuno di loro può in realtà trasformarsi da un momento all'altro in un mostro terribile ansioso di sbranare le carni di chi sta loro vicino.
Che cosa vorrebbero questi demoni? indurci in tentazione come dicono i cristiani?
Penso che vogliano semplicemente sterminarci. Vogliono vivere sul nostro pianeta. Vogliono cancellare la nostra civiltà e massacrarci, dal primo all'ultimo. Dobbiamo essere noi a farli a pezzi per primi.
Avete una moglie e una figlia minore. Cosa credete di dover dire loro?
Non mi aspetto che mi capiscano, nè che accettino le mie scelte. Vorrei solo che sapessero che ho fatto tutto questo anche per loro, perchè avessero un futuro. Mi piace pensare che, malgrado ciò che pensano adesso di me, Tamiko e Saori avranno comunque un mondo in cui rifarsi una vita.
Un'ultima domanda. Rifareste ciò che avete fatto?
Se fosse il Signore a chiedermelo, lo rifarei tutti i giorni della mia vita.