lunedì, marzo 12, 2007

35: il comandante della Torre




Gli sportelli degli hangar della Torre si aprono, uno dopo l'altro.
Koji Kabuto viene scortato all'interno della gigantesca struttura da uno stuolo di Getter Dragon, che non smettono di volargli vicino, in modo da tagliargli ogni via d'uscita. Fin dentro l'hangar, anche uscito dal robot, Koji viene costantemente accompagnato da una banda di soldati che -a differenza dei rigidi e iperdisciplinati militari della nuova Armata Mazinger - appaiono più come un branco di fuorilegge.
Stupito e non del tutto rassicurato per non essersi visto la pistola laser requisita, Koji attraversa i lunghi corridoi della Torre per incontrare il comandante Hayato Jin.
Le cose che si dicevano di lui, poco prima dell'invasione Mikeros, non sono molto rassicuranti: Hayato ha fama di essere un sanguinario terrorista, un uomo privo di scrupoli che non esiterebbe un secondo a mettere in pericolo la vita dei suoi stessi sottoposti. Eppure, si rende conto freddamente Koji, lui e l'Armata Getter devono aver avuto una parte determinante nella liberazione del Giappone, se il suo esercito ha avuto buon diritto di avanzare una disputa territoriale sull'intera nazione.

Le porte della cabina del comandante si aprono.



Dentro, un ragazzo appoggiato a un muro, con un vistoso taglio a croce sulla faccia, che rivolge a Koji un ghigno feroce. Dietro a una scrivania, in piedi, uno scienziato con metà faccia pesantemente ustionata e un'espressione allucinata, da folle, sull'altra metà.
Seduto, mentre si fuma una sigaretta, Hayato, in completo elegante e occhiali scuri. Una pistola di piccolo calibro è sulla scrivania, a lasciare presagi ben poco rassicuranti nella mente di Koji. I militari puntano le armi sul pilota, che non cessa di rispondere con uno sguardo minaccioso.
"Koji Kabuto... che onore. Si sieda, la prego", dice Hayato indicando la sedia davanti a lui.
Cautamente, Koji si siede, senza staccare gli occhi da quello che ancora non è sicuro se chiamare alleato o antagonista.
"E' quantomeno... strano... vederti a bordo del tuo robot, e in vena di trattare"
"E' una storia lunga" esordisce Koji, conscio di quanto possano sembrare assurde le sue parole. Comincia a raccontare come lui e altri dell'Armata siano stati sbalzati nel futuro. L'esplosione di Raggi G, l'avaria ai sistemi di navigazione, il risveglio nei pressi di una Tokyo molto diversa da quella che ha lasciato.
Il ragazzo con la cicatrice scoppia in una risata di scherno, dando prova di non credere a nulla di ciò che è stato detto.
Lo scienziato guarda Hayato.
"La somiglianza è impressionante... ma potrebbe essere un androide con le sue fattezze, per quello che ne sappiamo"
Hayato non si scompone. Accende l'interfono.
"Fate entrare il nostro ospite", si limita a dire.
Nel giro di pochi minuti, nella cabina viene fatto entrare una persona che Koji conosce molto bene e la cui vista gli mozza il respiro.
"Dottor Morimori! Pensavo le fosse successo il peggio!"
Hayato guarda con un sorriso cupo Kabuto che si china sullo scienziato, decisamente provato da mesi e mesi di prigionia.
Lo vede voltarsi di nuovo verso le guardie. "Presto portategli dell'acqu..."

BAM!!!



Un colpo di pistola risuona nella cabina. Con gli occhi spalancati dall'orrore, Koji guarda Hayato con la pistola fumante in mano, e Morimori con una profonda ferita nello stomaco.
"MALEDETTO FIGLIO DI PUTTANA!", ruggisce Koji, facendo per sparare ad Hayato. I soldati, come se non aspettassero altro che quel momento, sparano a loro volta a Kabuto con fucili che non sembrano troppo dissimili dalla pistola del pilota.
Una scarica di laser paralizza Koji per qualche momento, facendogli cadere l'arma per terra.
Mentre stringe i denti in preda al dolore e soprattutto alla rabbia, sente Hayato rivolgersi al professore accanto a lui.
"No, Shikishima... non credo che una reazione simile sarebbe stata quella di un droide o di un clone. Mi sono convinto che c'è del vero nelle parole del nostro Kabuto"
Ancora scosso, Koji fa comunque per riprendere la pistola, prima che Hayato lo interrompa di nuovo. "Non lo farei, davvero. Se mi spari moriresti crivellato di colpi poco dopo, e nemmeno il buon dottor Morimori sopravviverebbe. Se invece continuiamo a discutere pacificamente, darò immediatamente ordine di farlo medicare. Le ferite allo stomaco portano alla morte in un tempo relativamente lungo... e noi abbiamo le attrezzature per spenderlo al meglio"
Quelli di Koji, adesso, sono occhi carichi di odio.
"Non c'era bisogno di questo. Ero venuto con le intenzioni migliori"
"Ho preferito togliermi il dubbio"

Con un senso di frustrazione crescente, Koji si rende conto di non avere molta scelta. Annuisce, con la rabbia che gli strozza le parole, e si rilassa - non molto, ma abbastanza per continuare a parlare - solo dopo che Hayato gli mostra le sue guardie portare Morimori in infermeria e dare inizio alle medicazioni.
In quel momento, il comunicatore di Koji suona.
Per un attimo, la sala è immersa nel silenzio. Poi, Kabuto risponde.
"Koji! Qui Umon... ci sono delle novità interessanti"
"Professore. Sono qui con il comandante dell'Armata Getter, Hayato Jin", replica Koji, con una voce bassa e piatta.
Stavolta, il silenzio è tutto dalla parte di Umon.
"Forse è meglio..."
"Professore, la prego. Parli". Koji, per quanto ha capito che Umon non abbia piacere a divulgare le sue novità a portata di orecchio di Hayato, ha ancora paura che un'eventuale reticenza possa avere conseguenze terribili sulla vita di Morimori.
"Riguarda l'uomo bendato che collaborava con Tetsuya... ma davvero preferirei..."
"L'uomo bendato?", chiede Shikishima ad Hayato.
E' un attimo. Koji intuisce di avere qualcosa che interessa ai generali dell'Armata Getter e decide di approfittarne, chiudendo in tempo la comunicazione con Umon.
"Va bene, ora vi dirò tutto"

Koji ripete la sua storia, l'attacco al Centro di Ricerche Spaziali, la fuga precipitosa. L'unica cosa su cui tace è Fleed e la presenza dei suoi compagni al suo interno.
"Anche a noi interessa la caduta di Mazinkaiser", conclude poi, aggiungendo che altri ancora sono interessati alla sconfitta del capo dell'Armata Mazinger, come gli altri piloti arrivati dal passato e quelli della resistenza. La proposta di Koji è incontrare i propri compagni in un territorio sicuro e negoziare una possibile alleanza: da lì mettersi in contatto con tutte le altre forze che potrebbero avere lo stesso fine comune.
Hayato annuisce, cercando - con la propria freddezza - di far passare in secondo piano l'espressione ansiosa di Shikishima.
"Va bene. Una squadra di Getter scorterà il tuo Mazinger Z fino a un luogo neutrale... la Corea andrà benissimo"
"Ovviamente, Morimori viene con me"
La bocca di Hayato si piega in un sorriso. "Ovviamente no. Morimori è la nostra garanzia che non farai scherzi. Non ti preoccupare, non gli verrà fatto nulla, hai la mia parola"
"Voglio che almeno gli venga un comunicatore, per sincerarmi delle sue condizioni"
"Questo non è un problema"
Mentre Koji sta per uscire, Hayato si rivolge al ragazzo con la cicatrice a croce sulla faccia.
"Esci anche tu con lui"
"Come vuoi", replica il ragazzo con aria annoiata.
"Sai quale robot prendere, e stai attento"
Il ragazzo si volta un attimo. "Non preoccuparti... Mondo Saotome non ingaggia uno scontro senza sapere di uscirne vincitore"



Mazinger, pochi minuti dopo, vola circondato da due Dragon e un Getter di colore nero, dal mantello stracciato. Gli occhi del robot hanno due pupille, come quelle che Koji ha visto spuntare ai robot dell'Armata Mazinger quando perdono il controllo. Tuttavia, non sembra essere un pericolo e presto, stufo del silenzio, Kabuto decide di attaccare bottone.
Sfiora con una mano del Mazinger il mantello del Black Getter che, a differenza dei robot che Koji ha visto finora, non sembra uno Scrander rigido, ma un vero manto di stoffa.
"Questa è la famosa Lega Polimorfica?"
"Già. Ti consiglio di non starmi attaccato... potrei perdere il controllo di questo bestione e staccarti la testa senza accorgermene"
Koji sbuffa. "Certo, certo... qual'è il tuo nome?"
"Mondo. Mondo Saotome. Beh... per te non c'è bisogno di presentazione"
"Già..."
"Sappi, riguardo alla tua storia, che penso siano un mucchio di stronzate"
"Felice di saperlo... è da molto che piloti quel coso?"
"Abbastanza. Ho cominciato poco dopo l'invasione dei mostri... hai presente com'erano messe le città, subito dopo?"
Koji, nel suo Pilder, fa un cenno di diniego un po' amareggiato, solo per se stesso. Ripensa all'anno passato in fondo al mare nella Fortezza delle Scienze, in attesa che i robot venissero potenziati per essere resi capaci di combattere con Mikeros, e i piloti addestrati allo stesso scopo.
Mondo continua a parlare, intanto. "Nessuna grossa città era un piedi, all'epoca... un dannato casino. Io e un mio compare eravamo rimasti intrappolati a Osaka. Dove non cercavano di ucciderti quelli di Mikeros, lo facevano altri morti di fame per un po' di cibo o acqua. I robot di mio padre ci hanno liberato, dopo qualche tempo"
"Sei il figlio del professor Saotome?"
"Sì, quel vecchio bastardo... lo conosci?"
"Solo di fama"
"Comunque adesso piloto uno dei Getter... e dovrei solo ringraziare Hayato. Non avevo idea di quanto fosse esaltante spaccare teste a bordo di un gigante come questo"
"Dovrebbero essere strumenti di pace...", replica Koji, a bassa voce.
Qualche minuto dopo, la costa della Corea si avvicina.
Koji è estremamente stupito che lui e la squadriglia Getter (che ha seguito Zeta e il Black Getter in configurazione Liger fino alla costa e in configurazione Poseidon dalla costa in poi) non siano stati ancora intercettati dai Mass Production.
"Siamo troppo veloci, per loro. E poi non riuscirebbero a vedere i Liger, sotto terra", spiega Mondo.
"Ok... ma vuoi farmi credere che non tengano tracciato anche il sottosuolo? Sapendo specialmente che siete voi i più attrezzati per sfruttarla come via di fuga?"
"Mettila così... quando Hayato stima che certe rotte siano sicure, lo sono al 100%. Non chiedermi come faccia, so solo che è così"

Gli occhi di Gaiking si accendono nel buio, contemporaneamente al risveglio di Sanshiro. Il pilota si guarda intorno, sentendo qualcosa.
Una presenza, qualcosa d'impalpabile. Una sensazione di rabbia che lo afferra allo stomaco che gli risale in un ringhio ferino, primordiale. Due pupille compaiono sugli occhi del robot, mentre il suo pilota cerca disperatamente di controllarsi.
"Tetsuya! Maria! Hiroshi!"
Un urlo in risposta da una delle grotte.
Sanshiro corre, senza sapere se lo sta facendo perchè preoccupato che stia succedendo qualcosa o per rispondere a un suo qualche istinto oscuro.



Un gigante - apparentemente sbucato dal buio della grotta in cui sono rifugiati - avanza verso Hiroshi e Maria. Ha zanne da lupo, muscoli da gorilla e nei suoi occhi brilla un fuoco primordiale che accende, ancor di più, la rabbia dei due piloti. Sempre di più.
Il gigante afferra Hiroshi, ancora in forma da combattimento, sollevandolo come una bambola. Urlando, il cyborg cerca di divincolarsi, picchiando il gigante a colpi di frusta, prima che il suo avversario non lo scaraventi con una violenza immane contro la parete.
Lo sconosciuto avanza poi verso Maria.
Estrae un coltello, un coltello a serramanico gigantesco, e sorride. I tentacoli alieni della ragazza si protendono verso di lui, in una terribile replica di quello che - per un essere umano - sarebbe una posizione di difesa.
Sanshiro entra proprio in quel momento: per un istante, il gigante guarda anche verso di lui. Il suo ghigno ferino si distende in un sorriso più rilassato, come se avesse appena incontrato un volto fin troppo conosciuto, un vecchio amico. Poi, anche dalla gola di Sanshiro si fa strada un urlo rauco, primitivo, pieno di furore cieco.
Quando la guardia di Duke (con Tetsuya, Duke stesso e Flora) irrompe, Sanshiro ha come prima reazione quella di avventarsi sui soldati. Poi si blocca, improvvisamente calmo, stanco.
Dietro di lui, fanno eco i singhiozzi di Maria.


Maria è davanti a Tetsuya e agli altri, trasformata. Anche Hiroshi è nella sua forma da combattimento e, lentamente, sta riprendendo quella abituale da cyborg.
Duke, dal canto suo, scosta i suoi soldati e si mette accanto a Maria, standole vicino e cercando di calmarla.
Lentamente, i tentacoli della ragazza si ritraggono fino a tornare nel suo corpo.
"Cosa... cosa sta succedendo?", chiede Tetsuya, con la voce strozzata. Per un attimo, i ricordi di ciò che lui e Daisuke videro all'Area 51 sono fin troppo forti nella sua memoria. Il clone di Maria che si inarcava all'indietro, file di zanne, occhi e possenti tentacoli che uscivano dal suo corpo, facendone ribollire la carne.
"E' il parassita. Anche se non è ancora sviluppato pienamente, ha percepito che il corpo del suo ospite era in pericolo di vita e ha reagito"
Tetsuya guarda Maria. I suoi occhi sgranati dal terrore, il corpo tremante.
Scuote la testa, chiudendo i suoi.
E' il comunicatore a interrompere il silenzio che si è venuto a creare.
"Una comunicazione da Kabuto", sussurra Tetsuya. Dentro la caverna, sono rimasti solo lui, Duke Fleed, Maria, Hiroshi, Sanshiro e Flora.
"Se non fosse lui e rispondessi, chiunque stia inviando questa comunicazione potrebbe tracciarci e scoprire dov'è il tuo regno. Se non risponderò, forse non avremo altre possibilità di metterci in contatto con Koji". Tetsuya guarda Duke Fleed negli occhi, appena nascosti dal casco.
"Devi decidere tu. Ho già approfittato a sufficienza della tua ospitalità, non voglio mettere la tua gente in pericolo", dice il pilota del Great.
Duke riflette per qualche secondo. L'incessante bip del comunicatore si fa ossessivo.
"Rispondi"
Senza riuscire a trattenere un moto di rabbia, Flora esce dalla grotta.
Koji parla con Tetsuya, spiegando per filo e per segno la situazione: il pilota del Great Mazinger parte quindi con Maria, Sanshiro e Hiroshi per incontrarsi con la delegazione della Squadra Getter. Le parole di Duke Fleed, le quali non descrivono l'esercito di Jin migliore di quello del Mazinkaiser, non tranquillizzano nessuno ma neppure impediscono di seguire quella che appare a molti come l'unica via per tornare a casa.
"Forse Maria dovrebbe restare qui", dice Tetsuya.
"No - risponde la ragazza, scuotendo la testa e ancora stordita da quanto è successo - Non è niente"
"Se dovessi perdere il controllo ancora..."
"Non succederà", dice Duke Fleed.
"Davvero? Sei disposto ad assumertene la responsabilità?"
"Credo di sapere meglio di te e degli altri come si comportano i parassiti Vegan", risponde il principe, con una voce asciutta.
Tetsuya annuisce, senza dire nulla. Poi fa un cenno a Maria e fa per allontanarsi verso il Brain Condor.
Prima di andarsene, la voce di Sanshiro lo inchioda lì, sul posto.
"Hai visto anche tu quel gigante?"
Tetsuya si volta. "Gigante?"
"Era vestito di stracci e con un enorme coltello... non posso averlo visto solo io!"
Il sangue si ferma, nelle vene del pilota del Great. "No... non l'ho visto"
"Da come sei impallidito, sembra che tu lo conosca fin troppo bene"
Tetsuya resta in silenzio. "Ti sbagli. Andiamo adesso, la strada è lunga"
In Corea, i piloti reduci dal passato si trovano davanti a Mazinger Z, circondato da due Dragon e dal Black Getter.
Basta un attimo: gli occhi del Black si accendono, contemporaneamente a quelli di Minerva. Per un attimo, la mente di Maria e di Mondo si offusca, e i due robot si lanciano l'uno contro l'altro, sotto gli occhi atterriti dei membri delle rispettive squadre. Quando sembrano entrati completamente corpo a corpo, entrambi i piloti riescono a recuperare la lucidità sufficiente a virare di colpo, allontanandosi in tempo.
I robot, uniti da un muto furore, restano a squadrarsi.

Koji, dal Pilder fa per dire qualcosa, prima di essere interrotto da una segnalazione sul radar.
Un oggetto in avvicinamento.
"Non preoccupatevi - mormora Mondo, con la voce ancora arrochita dalla rabbia - State per vedere la Balena"



Una grande corazzata a forma di pesce volante invade l'orizzonte.
Per quanto Koji e Sanshiro ironizzino sulla sua forma, e sul fatto che sembra una brutta copia della Gool di Hell, Tetsuya non sembra ricambiare l'allegria, sentendo montare una totale sfiducia nei confronti di colui con il quale stanno per trattare.
"E' lei il dottor Saotome?", chiede, aprendo una comunicazione con la nave.
Una voce divertita gli risponde. "Temo che il buon dottor non si faccia vedere da fin troppo tempo. Parlerete con me. Sono Hayato Jin, comandante della Torre"
La Kujira apre la "bocca", in realtà una grande rampa di atterraggio, invitando ogni robot, dell'Armata Getter e della vecchia Armata Mazinger, a salire a bordo, negli hangar. Jeeg è tra i primi a entrare, pur senza staccarsi dai componenti che dopo l'uscita di Koji dal Pilder.
Tetsuya, prima di entrare, chiede se sia presente anche Go Ichimonji, suo vecchio amico dai tempi di Edo. La voce divertita di Mondo spiega che il comandante Jin ha ritenuto opportuno lasciarlo lontano dalla vista dei Mazinger vista la sua reazione all'arrivo di Koji nel loro territorio.
Con toni decisamente più pacati, i nostri vengono portati nella sala di controllo, dove Hayato li attende con il sempre presente dottor Shikishima.


Dopo i freddi convenevoli, Hayato arriva immediatamente al punto.
"Un'intensità di energia Getter pari a quella che vi ha portato qui, sarebbe difficilmente replicabile, perfino da noi. La sua instabilità, inoltre, potrebbe portare a conseguenze non controllabili"
In preda a un insano entusiasmo, gli fa eco Shikishima. "Per quanto ne sappiamo potrebbe cancellare ogni cosa nel giro di svariati chilometri, o addirittura annullare questa stessa realtà"
Hayato lo interrompe. "Tuttavia, qualcosa in grado di generare una potenza simile esiste. E' sotto il Monte Fuji"
"Di che si tratta?", chiede sbrigativamente Tetsuya. Non ama nulla del suo interlocutore: nè i suoi modi, nè la sua glaciale disumanità, nè tantomeno l'aria perennemente sfuggente dietro i suoi occhiali.
"Un nucleo di Energia Getter che si è andato sviluppando nel corso degli anni. Vi siete mai spiegati il numero altissimo di Mass Production, rispetto alla quantità di Japanium richiesto per costruirlo?"
"Il Japanium può venir estratto solo dal Fuji...", mormora Koji, che sta cominciando a capire.
"Esatto. E' il motivo per cui le più grandi invasioni e guerre, da Hell al Generale Nero, hanno avuto il Giappone come epicentro"
"Vuoi dire che ogni metallo nelle rocce del Fuji, in seguito a un prolungato irradiamento con l'energia Getter nel Fuji evolve, trasformandosi in Japanium?", chiede Tetsuya.
"Esatto. Al momento, il nucleo è talmente attivo e potente che bastano poche ore di esposizione per far evolvere semplici Mass Production in lega di acciaio in corrispettivi in Japanium"
Hayato resta in silenzio per qualche momento ancora. "Se riuscissimo a impadronirci di quel nucleo, voi potreste avere la vostra porta per tornare a casa. Basterebbe solo capire come aprirla. Ma per far questo, è necessario scavarci un corridoio fin dentro il Geo Front dell'Armata Mazinger"
"Quell'energia è in grado di fare molte cose - dice il dottor Shikishima con una vena di allucinato compiacimento - Anche annullare questa stessa realtà, volendo"
Su uno schermo, compare una sezione del Geo Front: una struttura sotterranea, a imbuto, che non sembra tanto distante dai gironi dell'inferno ghiacciato di Fleed.
"L'ultimo livello del Geo Front - spiega Hayato - comunica direttamente con una cavità del Fuji in cui risiede il nucleo. E' inutile dire che è la struttura più sorvegliata di tutte quelle in Giappone. Forse anche più della famigerata Fortezza Anti-Vegan"
"E tu? tu cosa vuoi farci con quel nucleo?", chiede Tetsuya, fissando Hayato senza nessun'altra espressione oltre un sospetto manifesto.
"Ho i miei interessi"
"Noto con piacere che almeno non ci propini una menzogna su un possibile uso benefico per tutta l'umanità"
Il comandante della Torre fa un sorriso asciutto. "Eppure non sarebbe completamente una menzogna. Quell'energia è capace di fare ogni cosa. Non ne sappiamo ancora che il minimo indispensabile, ma per quel poco che conosciamo potrebbe portare i più grossi cambiamenti che si possano solo osare immaginare. E il Giappone ha bisogno di un cambiamento. Il Giappone e il mondo"
"Perchè non avete mai collaborato coi partigiani di Tetsuya, se volete distruggere il Mazinkaiser?", chiede Hiroshi, interrompendo la discussione.
"Non sapevamo chi fossero e dove fossero. Siete stati voi, ora, a darci le prime notizie consistenti della loro esistenza. E in ogni caso... non mi sembra siano stati così determinanti"
Sia Koji che Hiroshi devono trattenersi dal non assalire il comandante, dopo un'affermazione così sprezzante verso coloro che - solo poche ore prima - hanno sacrificato la loro stessa vita.
Tetsuya, pur non mascherando il suo disprezzo, rimette la discussione sulla strategia.
"Avrete visto cos'è quel mostro. Come pensate di sconfiggerlo?"
Hayato si lascia sfuggire un sorriso soddisfatto. "Diciamo che riteniamo di avere un'arma. Un'arma sviluppata apposta per sconfiggere Mazinkaiser"
"Forse non è il caso di continuare coi misteri, Jin"
"E perchè no? Per ora non mi avete ancora garantito la vostra alleanza. Anche voi state tenendo dei segreti... io terrò i miei"
A fine trattative, Hayato acconsente a dare ai piloti un Mass Production requisito alle forze dell'Armata Mazinger. Quando però Tetsuya cerca di trattare la liberazione di Morimori, il comandante della Torre non vuole sentire ragioni.
"Mi spiace. Lui è la mia garanzia nei vostri confronti"
"Hai paura che possiamo tradirti? Dove diavolo credi che andremmo?", replica Koji.
"Non lo so e non è affar mio. Ma finché c'è una possibilità che possiate fare scherzi, Morimori resta con noi"

Maria, intanto, nel lasciare l'hangar manda uno sguardo fugace al Black Getter. Mondo è lì vicino che sta badando ad alcune riparazioni.
"Prima ho provato qualcosa di strano", esordisce Maria.
Mondo si volta verso di lei, con un ghigno. "Carina, per pilotare quel mostro"
La replica della ragazza è decisamente fredda. "Ho sentito l'impulso di doverti distruggere"
Il volto di Mondo si irrigidisce per qualche istante, poi recupera in fretta il consueto ghigno strafottente. "Già, anche io. Non so perché... fatto sta che non mi dispiacerebbe nemmeno adesso, vedere chi dei due la spunta"
"Forse non ti converrebbe. E' stata una giornata piuttosto... delicata"
"Credimi, ho visto cose più spaventose della tua amichetta alata. In ogni caso, l'invito è sempre valido, bellezza"
Per quanto mascherato dall'atteggiamento spaccone, Maria intuisce in Mondo una totale mancanza di comprensione di quanto è successo, simile alla sua. Gli occhi del Black Getter e di Minerva X sembrano luccicare ancora una volta, mentre lei sale a bordo, come a intendere a loro volta che il tutto non finisce qui.
Il timore per quello che sta succedendo avvelena ogni discorso dei piloti, una volta lasciata la Torre.
Quando Tetsuya afferma in maniera netta di non fidarsi affatto di Hayato, Koji ribatte seccato.
"Di chi mi dovrei fidare, allora? Di Daisuke?"
"Almeno sembra l'unico che finora ci ha aiutati senza volere nulla in cambio"
Sanshiro sbuffa. "Ci ha traditi. L'ha già fatto una volta, niente gli impedisce di farlo ancora"
"E non dimenticare una cosa - aggiunge Koji - Se aveva così a cuore la salvezza della Terra, perchè non si è mosso prima? Aveva forse il robot più forte dell'Armata Mazinger ed è rimasto anni ad appassire tra i ghiacci"
Hiroshi, ancora aggrappato al Great, si volta verso di lui. "Robot più forte? Ce l'hai davanti, il più forte dell'Armata Mazinger!"
Dentro il Pilder, Koji scuote la testa. "Va bene, fate come se non avessi detto nulla"

Unica a restare silenziosa è Maria. Nessuno degli altri pare non considerare che, oltre a Daisuke, in Duke Fleed adesso c'è anche lei.



Giunti su Fleed, Koji va subito per parlare con Duke. Il suo scopo è proporgli l'alleanza con Hayato, in modo da formare un'armata abbastanza grande da contrastare l'esercito di Mazinkaiser.
Non è una grossa sorpresa, quando Duke Fleed risponde negativamente.
"Non hanno la minima di cosa sia l'Imperatore delle Tenebre. Quella cosa dev'essere distrutta, mentre loro vorrebbero trattarla alla stregua di una qualunque fonte energetica"
Irritato da come stanno andando le cose, dalla prigionia di Morimori e da un futuro che sembra essere sempre rivolto contro di lui, Koji non riesce a trattenersi.
"Almeno lui è un essere umano"
Duke Fleed resta freddamente a guardarlo, senza dire nulla.
"Non è questa la gente a cui dici di appartenere? I tuoi amici mostri?"
"Strano, sentirlo dire da quello che sarà più mostro di tutti", replica freddamente Duke.
"Quello su Mazinkaiser non sono io. La stessa cosa non può dirsi di te. Sei esattamente quello che ci ha tradito a Berlino"
"Io non vedo molte differenze tra te e il tuo doppio futuro"
Koji stringe i pugni in preda alla rabbia. "Ma davvero? Allora se tu invece ami tanto questa Terra, perchè non hai mai mosso un dito per combattere Mazinkaiser? O i Mikeros? Almeno Jin ha liberato metà Giappone... tu? Sei scappato come quando sei scappato a Berlino?"
"A Berlino non sono scappato"
"Strano, a tutti è apparso diversamente... codardo"
Per un momento l'aria si fa estremamente pesante.
"Non è stato per codardia, e i motivi li tengo per me. Avessi avuto paura, non vi avrei aiutato contro il Generale Nero"
"Io non ti ho ancora visto aiutarci... per quanto ne so potresti starci mentendo anche su questo"
"Io invece ho visto molto bene, mentre uccidevi la tua stessa gente sul tuo nuovo robot"
"Ti ho detto..."
"Non c'è differenza tra quelli che sei e quello che sarai. Non ci sono solo i ricordi di Daisuke, in me"
"Se ti riferisci a Maria, sappi che l'avremmo accettata. E che la consideriamo una di noi"
"Non essere ridicolo", sibila Duke Fleed. Poi, vedendo Hiroshi che guarda la scena con un mezzo sorriso di disprezzo, aggiunge: "E non accetto lezioni di umanità nemmeno da te. Non da qualcuno con un'espressione così felice mentre divora i propri nemici"
Hiroshi, in cui è vivo il ricordo di Mayumi, si incupisce e resta in silenzio, cercando di capire quanto Duke Fleed sappia di quello che davvero è successo o se, com'è presumibile, si riferisca solo alle volte in cui ha divorato parte dei mostri nemici sul campo di battaglia.
"In ogni caso, ora non è il momento di sistemare i nostri conti", dice freddamente Koji, cercando di tenere a bada il risentimento.
"Concordo"
La discussione tra i due si sposta su argomenti di pura e neutra logistica. Koji cerca di convincere Duke che le sue armate sono insufficienti per sostenere un attacco dal Geo Front del Mazinkaiser.
Il pilota di Grendizer, dal canto suo, promette che ci penserà su, continuando a non confidare nelle intenzioni del comandante della Torre.



Intanto Maria e Tetsuya si ritirano per parlare.
La ragazza spiega al pilota del Great Mazinger cosa è veramente successo all'interno della caverna, in seguito alla trasformazione di Hiroshi. Tetsuya sente un silenzioso tuffo al cuore: Maria le riconferma ogni sua minima paura riguardo al mostruoso gigante che ha preso a perseguitarlo.
"Tu sai cos'è?", chiede Maria, che legge la preoccupazione nel volto di Tsurugi, in maniera più eloquente che se gli avesse letto i pensieri.
"Credevo di essere solo io a vederlo...", sussurra Tetsuya, lo sguardo perso nel buio. Poi si volta verso Maria. "L'ho visto molte volte, mentre eravamo nel nostro tempo. Non so cosa sia... se sia reale, se sia una specie... una specie di spirito..."
"Anche lui deve avere una controparte in questo futuro. Forse ci siamo semplicemente imbattuti in essa"
Tetsuya scuote la testa. "No. E' sempre lui, sempre lo stesso. In qualche strano modo ci ha seguito. E' stato capace di seguirci dal passato e ha viaggiato con noi"
Le parole di Tetsuya fanno apparire ancora più lugubre la caverna. I due piloti, uno vicino all'altro, restano per molti minuti senza parlarsi.
"Eppure, quello che ha fatto è stato utile", dice Maria.
Tetsuya si volta verso di lei, senza riuscire sulle prime a capire.
"Ha alimentato la nostra rabbia fino all'estremo. Poi l'ha placata di colpo, impedendo a me e Hiroshi di ucciderci fra noi - spiega la ragazza - Certo, se fosse capace di fare una cosa simile mentre siamo a bordo dei nostri robot sarebbe molto peggio..."
Resta in silenzio per qualche secondo.
"... Koji avrebbe finalmente la sua scusa per abbattermi. La sua conferma che sono un mostro"
Il pilota del Great Mazinger resta per qualche secondo in silenzio.
"Maria...", esordisce poi.
La ragazza si volta, verso di lui.
"Io non credo che tu sia ancora da considerare una minaccia", dice semplicemente Tsurugi.
Maria resta a fissarlo con una strana espressione per qualche momento.
"Beh, grazie", dice poi freddamente, abbandonando la caverna.

Intanto, Hiroshi riflette. Finalmente con un attimo di calma, via via che le ore passano in discussioni e piani per un futuro a cui non partecipa, il cyborg ha tutto il tempo di tormentarsi ancora con il ricordo di Mayumi.
Cerca di rilassarsi. Rilassarsi, diceva la sua controparte futura, potrebbe aiutarlo a controllare i propri nanoidi, a riprendere una vaga parvenza umana, a...
Ancora, quell'urlo. Ancora quelle fauci che si chiudono su di lei, sua sorella.
"Sei triste?", chiede uno dei Bambini Randagi, venendogli vicino.
"Lasciami stare, per favore - replica Hiroshi, con un tono che cerca di essere gentile - Ho bisogno di stare solo"
"Lei è mia amica. Se vuoi te la do... così ti tiri su". Il bambino allunga a Hiroshi un legnetto, con sopra una lumaca. Il cyborg la guarda, per un momento.
"Grazie", dice. Il bambino sorride, allontanandosi.

Hiroshi guarda la lumaca. Il suo movimento lento, deciso, caparbio. La vede risalire la superficie del legno, arrampicarvisi e poi scendere sulla superficie ghiacciata della grotta. Camminare poco alla volta.
Poco alla volta...
Hiroshi si stende. Non potendo chiudere gli occhi, li tiene fissi sulla lumaca. Una marcia inarrestabile ma calma, tranquilla...
Un lento formicolio lungo tutto il corpo.
La pelle inizia a ricoprire la punta delle dita.

Quando, tempo dopo, Tetsuya e Maria ritornano dagli altri, gli sguardi di Koji e Sanshiro, atterriti, sono puntati su Hiroshi.
Hiroshi Shiba,un corpo ancora senza capelli e senza peli, ma coperto di pelle. Un corpo umano.

"L'ennesimo tassello del passato che segue la via tracciata da questo futuro", mormora Tetsuya, senza alcun entusiasmo.