lunedì, ottobre 24, 2005

Intermezzo: Come ogni sera (racconto di Nix)



Come ogni sera, notte forse è meglio dire, mi ritrovo qua, nei corridoi della base: come un vampiro vivo di notte, mentre tutti dormono, ma il sole non mi uccide di giorno, fa solo si che tutti possano vedere il mostro che sono diventato.
Ormai sono ore che sono qui a cercare qualcosa che nemmeno conosco, un modo per evitare che la piccola Mayumi diventi come me. Qualcosa nella testa di mio padre ci deve essere! Magari sono io che non riesco a trovarla… se solo sapessi usare meglio questi computer! Anche se non credo che possa servire a qualcosa… Già questi pc sono proprio complicati, e mi sento un inetto a confronto con le carocce di questa base: i vari prof, Koji… loro sono nati per questo… come del resto io sono nato per guidare! Se solo potessi rimettermi su di una quattro ruote…! Cavolo mi divertirei, e farei vedere a tutti quello che sono: un campione di automobilismo! Almeno lo ero…prima che quei mostri distruggessero il pianeta! Ho passato un anno nascosto con mio padre dentro una montagna, speravo che lui con la sua “scienza” ci avrebbe tirato fuori di la… se solo avessi immaginato quali orrori aveva in serbo… o si il mostro aveva in serbo per me una bella sorpresa.
Cacchio! Questi file sono protetti! Anche un bambino riuscirebbe a fare meglio di me con questi cosi! Queste macchine… questi cosi un poco simili a me… Il giorno che gli altri mi hanno trovato… bè non li invidio, trovare un uomo che si sta trasformando tra atroci sofferenze, non lo si augura a nessuno… sofferenze… non ho mai sofferto così tanto… come vorrei poter soffrire ancora. Quel giorno ho scoperto che mio padre aveva usato la sua scienza, si, ma per rendermi un mostro, un robot da usare contro dei mostri venuti dalla terra… quelli che ora sto combattendo…
Proprio quel giorno decisi che avrei lottato, non per me, non per lui, per nessuno, fino alla morte, fino all’ultimo sangue, tanto cosa avevo da perdere?! Nulla. Fu per questo che decisi di accettare una missione “suicida”, e mi infiltrai a yoshida, città comandata dai nemici. Cazzo, come diavolo mi sarà venuto in mente un nome tanto stupido: Kaiser Death! Sembra un nome per sigarette o birra! Bè, proprio nella città dove “cercavo” la morte, trovai invece un motivo per vivere e per lottare. Una ragazza, non credo di averla mai vista prima, aveva tratto in salvo un anno prima la mia piccola sorellina mayumi. Non pensai a nulla, se non a loro. Con quello spavento che quella bastarda della psicologa ci ha fatto prendere, mayumi ha accusato un sintomo poco piacevole… ho paura che in lei la trasformazione possa essere più rapida… Devo salvarla. È grazie a loro se ora sono qui, loro mi vogliono bene ed io ne voglio a loro, non credevo sarebbe stato più possibile, e ora devo lottare, per mia sorella e per Miwa, così la ragazza aveva detto di chiamarsi. Miwa, che coraggio! Una scenziata che pilota il mio jet di supporto… è l’unica con cui io sia riuscito a trovare affinità nelle mie manovre di agganciamento… e forse non solo, andiamo molto d’accordo. Le ho promesso che vegliero su di lei, stanotte, ma credo che lo farò sempre, seduto sul mio sgabello fuori dalla sua stanza. Adesso lei dall’altra parte del muro con mayumi, e si riposano. Ora che siamo qui, che miwa ha ritrovato in me quella poca umanità che credevo si fosse dissolta, che Mayumi comincia ad apprezzarmi, nonostante il mio aspetto, ora ho qualcosa per cui lottare e rimanere vivo. La speranza di salvare l’umanità è la speranza di ritrovare la mia di umanità, per dare a loro qualcosa che a me ha salvato la vita.

13: nuovi amici, nuovi nemici


Da un’intera giornata, Tetsuya non esce dalla sua stanza, ancora colpito e amareggiato dall’epilogo della vicenda con la Marchesa Yanus.
Il Direttore, intanto, versa in condizioni ancora incerte e altrettanto incerta è la situazione alla base, dove l’unica sicurezza è mantenere la rotta per gli Stati Uniti. Mentre Grendizer, Jeeg e Minerva X compiono incessanti perlustrazioni per prevenire ogni rischio di attacco, Koji inizia a esaminare i pretendenti al pilotaggio dei tre Spacer di supporto a Daisuke e del Mazinger destinato al defunto Kurobe.



Due tra loro si distinguono per non essere dei militari: uno è Sosuke Oshiba, l’altra è Hikaru Makiba. Quello che spinge i due a presentarsi è diametralmente differente: Hikaru vorrebbe stare a fianco di Daisuke, niente di più. Dopo qualche minuto di conversazione, Koji non fa fatica a rendersi conto che la ragazza non ha la minima esperienza di volo e che è solo il suo entusiasmo a farla parlare. Entusiasmo che ha una piccola spinta in più, pensando alla disapprovazione di Daisuke nel saperla a pilotare lo Spacer. Dopo una breve chiacchierata, la ragazza riesce a strappare a Koji la promessa di non dire nulla al pilota del Grendizer, mettendolo semplicemente di fronte al fatto compiuto nel caso venga ritenuta idonea a fargli da supporto.

Sosuke, d’altra parte la pensa in modo molto differente. Per lui le cose sono molto semplici: piloterà uno dei Mazinger solo per ricacciare il demonio all’inferno. Sosuke ha una rigidissima educazione cristiana e ritiene di essere stato chiamato a una missione divina, benché la presenza in squadra del demone di Yoshida (Minerva X) lo inquieti fortemente. Koji, più pazientemente che può cerca di spiegargli in tutti i modi che quelli che stanno combattendo non sono demoni, ma invasori di una civiltà pre-umana. Sosuke non sente ragioni in materia e ribatte con una frase che non manca di raggelare anche Kabuto: da quando Mikeros è giunta sulla superficie terrestre, gli uomini mutano d’aspetto, trasformandosi in demoni. Per questo le misure al villaggio vicino Yoshida erano così dure e sanguinarie.
Ripromettendosi di indagare sulla faccenda in un secondo momento, Koji insiste sul fatto che il giorno prima un suo ordine non è stato rispettato. Dopo aver cercato, invano, di giustificarsi dicendo che l’uomo a cui ha sparato in testa era posseduto, Sosuke rimane in silenzio, aspettandosi una punizione.
Non tarda ad arrivare, anche se non nei termini previsti: per imparare il rispetto per l’autorità, verrà allenato da Jun e Masai… una donna e un bambino, due categorie da cui Sosuke ritiene altrettanto umiliante farsi comandare.
Quando il silenzioso guerriero esce dallo studio di Koji, il pilota fa entrare entrambi i nuovi istruttori, spiegando qual è la situazione. La nota di disprezzo con cui Sosule ha fatto notare a Koji che Jun è solo una donna, viene puntualmente riferita. Il ghigno sulla ragazza sembra non promettere un periodo d’addestramento semplice.
Meno convinto sembra Masai, che non cessa di avere un atteggiamento piuttosto sottomesso sia nei confronti di Kabuto che in quelli di Jun.


Per i tre incaricati della perlustrazione, intanto, le cose sembrano essere piuttosto tranquille: Jeeg ha l’occasione di provare per la prima volta i suoi Mach Drill, facendosi trasportare dalla loro propulsione e provando a mettersi a proprio agio.
A un certo punto, però, Daisuke capta una comunicazione pirata sulla sua frequenza. E’ una voce maschile, la quale afferma chiede all’Armata Mazinger di presentarsi su un piccolo isolotto nel Mar del Giappone. Quando Daisuke chiede più volte con chi stia parlando, la voce risponde che il suo nome non ha importanza, essendo solo un servo di una non ben specificata Padrona.

Dopo alcune prevedibili perplessità, Yumi chiede ai piloti di andare.
Le condizioni di Mazinger Zeta spingono il dottore a chiedere a Koji di rimanere alla base, in attesa che venga riparato, ma il ragazzo vuole essere del gruppo d’esplorazione a tutti i costi, tanto da minacciare di seguire gli altri con il TFO, un piccolo UFO giallo a cui stava lavorando prima della battaglia conclusiva contro il Dottor Hell.
Come al solito, la complicità con MoriMori, Sewashi e Nossori fa sì che il Mazinger, pur ancora danneggiato, venga messo sulla pista di decollo.
Anche Miwa si offre volontaria per accompagnare Hiroshi, il quale continua a preoccuparsi per la scarsa premura della ragazza verso la propria stanchezza.

L’Armata Mazinger raggiunge in un tempo relativamente breve il punto convenuto: un piccolo isolotto al largo del Giappone, pieno di montagne.
E’ Maria la prima ad accorgersi che la delegazione di piloti è osservata e monitorata da qualcosa, più che qualcuno. Per quanto, infatti non percepisca forme di vita, è sicurissima di avere gli occhi di qualcuno puntati addosso.
Ma il particolare più inquietante è quello di cui si accorgono, atterrando, i piloti.

Una lunga fila di statue fa da corridoio ai lati di una gola, quella che bisogna percorrere - tra altissime pareti di roccia - per arrivare al punto convenuto.
Sono statue Haniwa, quelle che in Giappone vengono usate nei riti funebri. Sono state sistemate da una mano invisibile lungo tutto il percorso che i piloti dovranno compiere.
Poco più in là, via via che la luce cala, fiaccole sembrano accendersi, bruciando di una fiamma fredda e quasi immobile.
I piloti avanzano, coprendosi l’un l’altro, con solo la presenza muta e ossessiva delle statue.
Un guizzo dentro una roccia fa girare di scatto, repentinamente, Hiroshi, Koji e Daisuke. Nemmeno un respiro, quando vanno a controllare. Solo la roccia muta, immobile.



E’ un enorme masso, quello davanti a cui arrivano, una volta giunti al luogo convenuto. E proprio quando si voltano, per controllare la presenza di qualcuno, tutte le statue Haniwa si voltano verso di loro.
La roccia si contorce, si muove, prendendo forma umanoide.
Quello che ne esce fuori è un essere con un’aureola di stalattiti che gli circondano la testa, e occhi rossi come il sangue.

Amaso. Il mio nome è Amaso, dice la creatura.

L’essere si proclama ministro di una frangia di Mikeros comandata da una strega della tradizione giapponese, la Regina Himika. Hiroshi non riesce a nascondere la sorpresa, essendo Himika e il suo mito una percentuale notevole degli argomenti di studio delle ricerche del padre.
Amaso rivela che Himika ha previsto l’avvento di un nemico che spazzerà via entrambe le razze, quella di Mikeros e quella umana, e contro cui è necessario allearsi. Il nome di questo nemico è fin troppo noto all’Armata Mazinger: Vegan, il pianeta da cui provengono i misteriosi alieni dell’Area 51. In cambio dell’alleanza contro Vegan, Himika promette un aiuto all’Armata nella riconquista di Tokyo, quando verrà il tempo propizio. I piloti decidono di prendersi un po’ di tempo per pensarci. Quando fanno per allontanarsi dal luogo dell’incontro, le statue Haniwa si irrigidiscono ancora, facendoli passare. Prima di lasciare definitivamente l’isola, sia Hiroshi che Maria rivolgono una domanda ancora al mostro di roccia.
Il primo chiede se lui sa qualcosa a proposito di una campana di bronzo (dotaku, come il dotaku project del padre), ottenendo una risposta negativa. Maria chiede invece se la guerra contro Vegan potrà essere l’inizio per una convivenza pacifica tra le due razze. Non le viene data alcuna risposta.
Alla Fortezza, Yumi e Umon non sembrano dare parere diverso dall'aspettare: nessuno si fida di una creatura di Mikeros, per quanto ben intenzionata possa sembrare… il nome Vegan, però, appare una conferma di quello che Tetsuya e Daisuke hanno scoperto in America.
Visto che Amaso ritiene che non sia il caso di attaccare adesso il Generale Nero, anche gli scienziati della bae scelgono di osservare lo svolgersi degli eventi.

I giorni seguenti passano in uno strano clima: da una parte, i piloti sembrano più rilassati. Chiacchierano di vecchi cartoni animati, passano in tranquillità le loro giornate. Solo Daisuke, scoperta Hikaru nella sala simulazioni pretende spiegazioni, specie dopo aver visto Koji entrare e – una volta visti i due – uscirsene frettolosamente. Koji, inoltre sembra voler continuare – tramite Maria – a voler comunicare con Zeta, ritenendo che i cambi emozionali del robot siano soggetti a una dinamica di botta e risposta simile a quelle di Minerva.
Il clima generale è però tutt’altro che tranquillo. I militari della base sembrano guardare con un’ostilità maggiore i piloti… un’ostilità che non passa certo inosservata e che però non viene giustificata in alcun modo.

La situazione non migliora, quando Maria cerca di stabilire una comunicazione empatica con uno di loro: comunicazione che viene percepita come una vera e propria intrusione.

Ognuno ricorre alle proprie fonti di fiducia, per capire cosa stia accadendo: MoriMori e Masai per Koji, Ryu Takuma per Maria, Hikaru per Daisuke e Miwa per Hiroshi. Nessuno però sembra in grado di decifrare il palpabile clima di malcontento nella base.

Mentre assiste alle riparazioni di Mazinger Zeta (e cerca di spiegare a Masai un po’ di rudimenti tecnici per la manutenzione di Dyon Gamma) Koji viene fermato da un certo Tenente Goda, il quale gli chiede un colloquio privato nelle sue stanze.
“Privato” non è esattamente il termine appropriato, visto che ad attenderlo nelle stanze di Masaki Goda, lo attendono altri due militari.
Mentre Koji già presagisce una situazione estremamente difficile, Goda gli spiega le sue ragioni: i soldati sono infuriati con Tetsuya per aver tributato a un nemico più onori di quelli concessi ai caduti nella battaglia con Birdler. Sono terrorizzati dalla mostruosità di Hiroshi, dal fatto che Daisuke non nasconda la sua origine extraterrestre e dai poteri telepatici di Maria.
Pur capendo perfettamente le ragioni che muovono la rabbia dei soldati, Koji li avvisa sui modi con cui sembrano voler portare avanti la protesta.
Al pilota di Zeta viene però dato un ultimatum molto semplice: o con noi o contro di noi. E quando la presa di posizione del pilota sembra essere diventata un palese contro, Kabuto viene portato via nella sala mensa, strattonato con le armi.
La rivolta nasce immediatamente. In tutto il piano, le guardie e i soldati invadono i corridoi, prendono ostaggi e iniziano a minacciare personale militare e civile. Tetsuya, ancora indebolito dallo scontro precedente, viene stordito in poco tempo.
Daisuke viene catturato nei corridoi della base, mentre Hiroshi è costretto a trattenere la sua rabbia nel momento in cui un gruppo di soldati minaccia, fucili alla mano, Maria. Nel giro di pochi minuti, la Fortezza delle Scienze appare completamente irriconoscibile: i prigionieri (tra cui vecchi, donne, bambini) vengono ammassati tutti nella sala mensa.
Hiroshi, il più temuto del corpo piloti, cammina fieramente spoglio del solito poncho con cui camuffa le sue sembianze mostruose.
Anche la sua sicurezza, però, tracolla quando vede Mayumi con una pistola alla tempia, puntata da un militare che la tiene prigioniera.


Koji è l’unico a riuscire a scappare: approfittando di un momento di distrazione, spara alle sue guardie un colpo di laser, per poi intrufolarsi in un condotto di aerazione. Yumi, grazie agli sforzi congiunti suoi e di Maria, riesce ad essere avvertito in tempo della situazione, barricandosi con alcuni scienziati nella sala di controllo. La sua resistenza non dura molto: il giusto per mettere in comunicazione Koji e il Maggiore Tavirovich, che si è barricato ai piani di sotto assieme ai soldati che non hanno aderito alla rivolta. Su suggerimento di Kabuto, vengono inoltre disattivati gli accessi alla maggior parte delle porte.

La resistenza di Yumi non dura molto: presto anche lui viene catturato e portato con gli altri. La richiesta dei soldati è semplice: da adesso in avanti saranno loro a difendere la base coi robot, eliminando i mostri che l’hanno fatto finora.
Daisuke scoppia in una risata sarcastica, affermando che se il problema è solo quello, di Grendizer se ne sbarazza volentieri.
Hiroshi è molto meno divertito: consapevole che è lo stress ad accelerare il processo alla base del Dotaku Project, non può non essere sgomento, nel vedere Mayumi raggomitolarsi in posizione difensiva.
Proprio come fa lui.
Prima di mutare.

Koji riesce intanto a strisciare fino ai soldati di Tavirovich: il vecchio maggiore acconsente a parlare a Goda tramite i sistemi di comunicazione interni e gli altoparlanti, cercando di far leva sull’umanità dei ribelli e di farli ragionare.
Intanto i soldati del maggiore si preparano a un raid per liberare i prigionieri.

E’ solo allora che gli allarmi cominciano a suonare, i radar a emettere il solito, insopportabile lamento.
Mikeros sta attaccando.

La situazione precipita in fretta: i soldati ribelli, presi in pieno dall’emergenza non hanno la minima idea di come sbrogliare la situazione. Solo allora, i piloti prendono in mano la situazione, andando verso gli hangar dei loro robot senza che i carcerieri osino muovere un dito. Daisuke esce amareggiato, con un ghigno ironico sul volto; Maria ordina, con rabbia e disgusto, di prendersi cura dei civili; Hiroshi passa accanto a Goda e, con un’aria divertita, gli dice che le offerte per pilotare i robot e difendere la Base sono ancora valide.

In mezzo a una folla di civili e soldati terrorizzati, Maria sembra l’unica ad avanzare con la tranquillità che hanno i samurai con troppe battaglie e morti sia nel passato che nel futuro.
“Sei pronta, Minerva?”
Un’ondata di rabbia in risposta.

Koji e una scorta di soldati di Tavirovich si fanno strada fino all’hangar di Mazinger Zeta, dove un seccato dottor MoriMori ordina ai militari che gli puntano i fucili addosso di farsi da parte.



L’Armata Mazinger esce allo scoperto dalla Base.
Mazinger e Grendizer si prendono cura di un mostro volante: un rapace con due antenne sulla schiena che terminano in forme umanoidi.
Minerva (sott’acqua) e Hiroshi (sul ponte, con suo Space Bazooka) affrontano una creatura sottomarina, in grado di sputare una fanghiglia rossa simile a ruggine.

Gli scontri non sembrano creare il minimo problema ai piloti e in pochissime battute vengono risolti. La Melt Shower di Grendizer e gli Iron Cutter di Mazinger, sembrano aver ragione sui ripetuti attacchi laser del mostro volante, fatto esplodere in maniera definitiva dallo Space Thunder del robot di Daisuke.



I colpi di Bazooka di Jeeg, d’altro canto, aprono la strada al colpo di grazia dato col Koshiryoku Beam di Minerva X, all’altro mostro.
Lo scontro è però necessario per riequilibrare la situazione. C’è un silenzio opprimente ad accogliere i piloti, al loro ritorno.
I ribelli sono già nell’area di detenzione, accompagnati dai militari di Tavirovich e dagli altri che non hanno aderito alla rivolta. Pur con qualche difficoltà, Yumi sta preparando di nuovo la sala di controllo.
Hiroshi si informa sulle condizioni di Mayumi, che per fortuna non pare aver risentito in modo irreversibile della situazione.

Un silenzio imbarazzante scende anche tra i piloti, una volta riuniti. Ognuno di loro è stato messo di fronte all’odio e alla tensione che la sua diversità potrebbe generare; improvvisamente c’è molto meno aria di casa alla Fortezza delle Scienze.
Gli amici sembrano diventati nemici e viceversa.
Koji, comprendendo le motivazioni che hanno spinto i soldati a quell’azione, chiede il minimo della pena, salvo l’espulsione dal corpo militare della Base e una misura un po’ più dura con Masaki Goda. Chiede anche che i piloti parlino ai militari, cercando di rassicurarli sulla loro importanza all’interno delle operazioni di riconquista terrestre.
Se perfino Hiroshi riesce ad essere d’accordo, Daisuke e Maria sembrano più turbati e riluttanti. Le battute di Koji agli altri piloti riescono a smorzare l’atmosfera, ma in tutti loro c’è la consapevolezza di quello che è successo.

E, forse, non tutti saranno inclini al perdono.

martedì, ottobre 11, 2005

12: La verità ha sempre due facce



Alla Fortezza delle Scienze i preparativi iniziano molto presto.
Fin dalla prima mattina, tutto il personale viene svegliato per farsi sottoporre alle analisi mediche richieste dal dottor Yumi.
Sono analisi mediche e psicologiche, condotte come sempre dalla dottoressa Asamiya, incaricata di avere in cura tutti i piloti della base. Nella sua seduta, Maria dice di sentirsi stanca, arrabbiata e delusa per essere sempre messa da parte da tutti quanti gli altri piloti. Sente pesantemente il sospetto verso di lei e verso il suo robot. Sospetto che reputa ingiustificato.
La dottoressa, come al suo solito, annota, ascolta e registra, risultando tranquillizzante pur senza dare giudizi. Alla ragazza confida che non parteciperà al funerale di Ran, Kurobe e gli altri: controllerà Ryo Asuka, il cui comportamento di totale indifferenza non è per lei solo imputabile allo choc. Maria, comprendendo la situazione, le raccomanda solo di farlo senza dare nell’occhio. Il sospetto che il fratello abbia in sé qualcosa di sbagliato, unita alla rabbia per il fatto che lui sopravissuto e la sorella no, la mettono in una posizione di deciso sospetto.



Anche Tetsuya viene sottoposto a una seduta con la dottoressa. Ancora una volta, come mille altre, si confida sui suoi dubbi e sulle incertezze verso l’operato suo e della base. Non è una novità: la dottoressa Asamiya, prima di essere l’esperta in analisi dell’Armata Mazinger, era soprattutto incaricata di badare alla crescita psicologica del piccolo Tsurugi e di Jun.
Quando Tetsuya le dice che per lui il Great Mazinger non ha ancora espresso il suo vero potenziale, restando quasi illeso negli scontri, lei si rivolge al pilota chiedendogli se – al solito – egli non sia troppo esigente verso le sue stesse capacità che verso quelle del robot.

Koji intanto presenta a Hiroshi i primi due componenti per Jeeg: Mach Drill e Bazooka, e comincia a illustrarne il funzionamento.

Più tardi, il pilota del Great Mazinger riceve una comunicazione estremamente disturbata sul suo segnalatore. Dopo qualche difficoltà nel comprendere chi sta parlando e cosa dice, Tetsuya si rende conto che il suo interlocutore è il Maggiore Schwartz, conosciuto all’Area 51. L’ex graduato americano sta comunicando da una base statunitense e chiede di poter trasmettere sulle frequenze della base. Tutti i piloti vengono chiamati nella sala delle comunicazioni e vengono presentati al capo della resistenza americana, le cui novità sono impressionanti.

Dopo aver preso una base, i soldati di Schwartz hanno infatti trovati una serie di documenti relativi a una nuova corazzata: dotata di un equipaggio totalmente umano, ma al servizio dell’impero sotterraneo, ha la forma dello scheletro di un drago, e viene usata per operazioni di rastrellamento. Schwartz fa passare alcuni progetti della base semovente, soffermandosi su un robot da combattimento decisamente simile (oltre che a un’ennesima variante di Mazinger) al guerriero di Mikeros su cui, un anno prima, fu trovata Maria. Schwartz non esclude che il dottor Daimoni, a capo del progetto, abbia sfruttato parte della tecnologia dell’Area 51. Il Drago Spaziale, come viene chiamata la corazzata sembra inoltre fare la spola tra gli Stati Uniti e un’isola sul Pacifico non segnata sulle mappe.
Il capo della ribellione non esclude che la maggior parte delle sue operazioni saranno in Messico, ora “territorio caldo” della guerra civile in America.
Quando Koji chiede quali siano i suoi prossimi piani, Schwartz risponde dicendo di avere in programma un raid a una base texana, in cui dovrebbero essere custoditi dei robot realizzati con la tecnologia del dottor Tachibana. Tachibana, ricorda Yumi, è uno scienziato giapponese che collaborò poco prima dell’Invasione con l’Istituto di Ricerche Fotoatomiche. Il suo scopo era rendere la Superlega Z più leggera e flessibile, in modo da permettere a Mazinger una maggiore libertà e possibilità di movimento.
Al momento, però, Schwartz è piuttosto sfiduciato sulla possibilità di tenere anche solo la base appena conquistata a lungo: una spedizione punitiva dell’esercito americano, insieme a Mikeros, è imminente.
Stupiti dalla determinazione dei partigiani e consapevoli dei vantaggi nella loro sopravvivenza, i piloti dell’Armata Mazinger decidono di rimandare la spedizione in Corea per aiutare Schwartz a impadronirsi almeno dei robot di Tachibana. L’altro obbiettivo è “abbordare” il Drago Spaziale in modo da catturarne l’equipaggio e avere utili informazioni sul nemico.

Non è però una scelta semplice: più a lungo si ritarda la sortita in Corea, più si rischia che all’arrivo ci siano solo dei morti. Discutendone, i piloti si rendono conto che, in una guerra, spesso bisogna scendere a patti con la propria coscienza in nome dell’utile. E’ una lotta per la sopravvivenza e quindi va combattuta prendendosi ogni vantaggio possibile. Il viaggio, buona parte per mare, richiederà una settimana per controllare la sicurezza delle rotte e cercarne di sicure. Una settimana in cui i piloti dell’Armata Mazinger sperano non accada nulla agli ex soldati americani.

Koji inizia a cercare piloti papabili per gli Spazer da affiancare a Grendizer, vedendosi presentare i più assurdi candidati: Danbei, Boss, perfino un dottor Mori Mori in splendida forma. Tra le tante, anche Hikaru, la quale non ha mai pilotato nulla, ma vorrebbe solo stare a fianco di Daisuke. Koji, ancora piccato per la discussione con Sayaka, mette un annuncio anche per un nuovo pilota a Dianan A.
Dal canto suo, Miwa, sempre più in ansia per la sorte di Mayumi, dice a Hiroshi di non avere più tempo per allenarsi col Big Shooter. La priorità per la salute della sorellina di Jeeg è fondamentale. A malincuore, Hiroshi aggiunge a sua volta un annuncio per un nuovo pilota del suo mezzo di supporto.



Dopo una discussione con il Direttore, in cui si conclude che il Drago Spaziale potrebbe essere anche una risposta agli interrogativi su Maria, Tetsuya va in palestra ad allenarsi con Jun. Ogni colpo è una domanda, una frase.
Tetsuya chiede alla sua partner di combattimento il motivo per cui il Capo stia lasciando sempre di più il potere decisionale nelle mani dei piloti.
“Forse siamo cresciuti”, risponde la ragazza.

Sul ponte, intanto fervono i preparativi per il funerale. Masai chiede a Koji (il quale cerca ogni volta di convincerlo a non chiamarlo “signore”) che tutti i robot vengano esposti ai funerali. Il giovane Kabuto acconsente di buon grado e chiede agli altri piloti di fare lo stesso. L’unica che ha delle perplessità in materia è Maria: la ragazza sa benissimo che molti non hanno la minima simpatia per Minerva X e teme che il gesto di esporla sul ponte venga visto sotto una luce molto più cupa del previsto. In realtà, la ragazza passerà anche buona parte del funerale a sondare mentalmente la presenza della spia: per questa ragione teme di poter perdere il controllo su Minerva, con conseguenze irreparabili.
Sayaka sembra essersi calmata… delle accorate scuse a Koji per il comportamento tenuto fanno eco alla promessa di combattere con Dianan A, una promessa a cui il pilota di Mazinger non sa se dar credito o no.
Tetsuya e Jun si uniscono agli altri finiti gli allenamenti.

Per qualche minuto, c’è un continuo andirivieni di persone tra l’interno della Fortezza e il ponte. Pochi rimangono dentro: tra civili e militari, tutti tengono a dare l’estremo saluto a chi li ha abbandonati, nel desiderio di costruire un’esistenza libera dai mostri che hanno invaso la superficie. Sono funerali militari, molto semplici ma molto sentiti. Sulle bare dei piloti viene posta la bandiera della nazione da cui ogni caduto proveniva e, sopra di essa, il casco. Poi le bare vengono lasciate in mare, in modo che il silenzio delle onde accompagni e culli il loro ultimo viaggio.
Il discorso di Koji cerca di portare prospettive per un domani migliore, un domani di libertà, in cui il sacrificio di questa gente non sarà reso vano.
I Bambini Randagi intonano una melodia triste e malinconica, un canto senza parole che accompagni Kurobe ovunque egli sia andato e ne celebri la dipartita. Sayaka scoppia in un pianto disperato, mentre Jun fa di tutto per non tradire la sua durezza e si trattiene dal fare altrettanto.
I piloti di Taekwon V e Mazinger X cercano di parlare a Koji, esprimendo tutta la loro vergogna per quello che è successo e promettendo di diventare i migliori piloti possibili, per ripagare il sacrificio di chi è morto al posto loro. Sono parole dure, quelle che vengono loro rivolte in cambio, escludendo ogni possibilità di riappacificazione.





Anche un uomo allampanato, guercio e con un’espressione cupa avvicina il giovane Kabuto. Dice di chiamarsi Sosuke Oshiba: Tetsuya e Koji lo riconoscono come quello che, nel villaggio vicino Yoshida, uccise numerosi militari della base a colpi di katana, prima di essere catturato con i suoi compagni.
Sosuke dice che da questo momento metterà la sua spada al servizio di Mazinger Z, e chiede di poter pilotare il robot destinato a Kurobe. Senza nulla da aggiungere, Koji gli chiede di presentarsi l’indomani alla sala delle simulazioni, per verificare le sue capacità.

E’ in quel momento che Maria percepisce un’intrusione psichica di estrema potenza provenire dall’interno della base.
Nello stesso momento, proprio mentre tutti avvertono un piccolo brivido alla base del collo, la Fortezza delle Scienze erige la barriera.
Ogni tentativo di comunicare con l’interno non sortisce effetto. Tetsuya sale sul Brian Condor a bordo del Great per vedere da una posizione sopraelevata cosa sta succedendo nella sala di controllo.
Alcuni soldati stanno occupando con le armi la Sala, come posseduti.
Koji, Maria e gli altri scattano dentro. Il Great Mazinger rimane bloccato sul ponte con la cupola che ne ostacola i movimenti, mentre Hiroshi attende il momento buono per trasformarsi.
La Fortezza inizia a inabissarsi, mentre il fondale, di contro, comincia a scuotersi e ribollire.

Jun, Sayaka e parte delle guardie all’esterno cercano di riprendere il controllo della Sala Controllo, ai cui occupanti anche Tetsuya, stringendo una parte di parete con la mano del Great Mazinger ordina di cessare ogni resistenza.
Maria intuisce come questo sia solamente un diversivo. Dopo aver cercato di comunicare senza successo con il Direttore, la telepatie percepisce che la spia sta scappando verso le capsule di salvataggio, insieme al capo della Fortezza delle Scienze. Insieme a Koji, Masai e Sosuke insegue i due, cercando di penetrare il più possibile le difese dell’aggressore e cercando di capire chi sia.
Un sospetto si forma sempre più nella sua mente, un sospetto che prende il volto dell’enigmatico Ryo Asuka, l’oscuro fratello della defunta Ran.
Due guardie si parano innanzi ai piloti.
Aprono il fuoco, come possedute.

“Cercate di non ucciderle!”, urla il pilota di Mazinger Zeta, appena prima che un deciso colpo di Sosuke apra la testa di una delle due. Masai cerca di fermare l’altra, mentre Koji e Maria continuano il loro inseguimento.

Intanto l’insurrezione nella Sala Controllo sembra essersi placata. Tetsuya ordina che sia tolta la barriera e che le manovre di immersione vengano invertite.
Hiroshi corre verso il ponte proprio quando la situazione sembra essersi placata. Facendo per uscire, Chiede alla Sala di Controllo che vengano lanciati, non appena la barriera verrà annullata, Big Shooter e Bazooka.
Il cyborg, per si raggela proprio quando sta per uscire: Maria infatti è riuscita a sfondare le difese della spia, telepate come lei e provata dallo sforzo di controllare le menti dei soldati alla base.
La rivelazione è agghiacciante.

“MALEDETTA! MALEDETTA BASTARDA!”, urla Hiroshi.

Non appena crolla la barriera, il Great Mazinger si lancia all’inseguimento della capsula di salvataggio, di cui Koji e Maria non sono riusciti a impedire la partenza.
Minerva X e Mazinger Z partono pochi muniti dopo.

Tetsuya si inoltra sempre di più negli abissi. Il fondo si fa sempre più nero, un nero che non lascia spazio ad alcuna luce oltre quella del monitor per le comunicazioni, che si accende di colpo.
La trasmissione è disturbata all’inizio. Poi, la telecamera sembra riprendere il corpo esanime di un uomo dalle mani di acciaio, con il volto fuori inquadratura.
A essere inquadrato, è il volto della dottoressa Asamiya.





Via via che Tetsuya si inoltra verso il fondale, la dottoressa gli parla con la sua voce pacata, rassicurante. Gli racconta di quando fu scelta, per le sue doti di empatia e immedesimazione, per controllare il nemico. Gli racconta della prima volta in cui ha visto il piccolo Tetsuya volare a bordo del Great Mazinger e di come ha dovuto sopprimere un brivido, al pensiero che stavano trasformando un bambino in un’arma e di quello che ne sarebbe stato.

“Tutto questo finirà, Tetsuya. Ci sono parti del mondo che ancora non sono sotto il nostro controllo. Vattene. Non ti verremo a cercare. Vivi la tua vita. Qui non durerà. Il Direttore non è più un problema. Puoi essere libero da lui, puoi essere libero dal Great Mazinger. Vivi, Tetsuya…”

Poi, sotto gli occhi attoniti del pilota del Great, il suo collo si torce, fino a che la sua testa non ruota completamente. Allora, ogni pilota (ognuno vede la trasmissione sul suo monitor) vede un secondo volto sulla nuca della dottoressa.

Io sono la Marchesa Yanus, dell’Impero di Mikeros.

Tetsuya parte all’attacco, proprio mentre quattro mostri combattenti risalgono dai fondali marini per proteggere la fuga della capsula.





Frattanto, il Big Shooter vola accanto a Jeeg e lo fa salire sulla sua superficie, dopo l’innesto dello Space Bazooka. La manovra è perfetta, dimostrando una coordinazione con i movimenti di Jeeg mai visti prima.
Insieme corrono verso il punto in cui la capsula di salvataggio si sta lentamente inabissando.





Il Great Mazinger, intanto è in pesante difficoltà: concentrato sul recupero della capsula, presta poca attenzione ai movimenti dei mostri, che riescono in poco tempo a immobilizzarlo: l’arrivo di Mazinger Zeta e Minerva X sembra cambiare per qualche istante le cose, ma anche i due robot (di cui uno è ancora pesantemente danneggiato) sembrano avere qualche difficoltà di fronte alla ferocia dei mostri combattenti.
E’ lo stesso campo di battaglia a risultare ingeneroso nei confronti dei robot, rendendo inutilizzabili o scarsamente efficaci buona parte delle loro armi.

Il fondale marino, nel frattempo sembra scuotersi sempre di più, fino a iniziare a spaccarsi.

Masai partecipa al suo battesimo del fuoco, e ben presto viene raggiunto da Hiroshi. Jeeg, buttandosi nelle profondità oceaniche, inizia a sparare ai nemici con il suo Space Bazooka in caduta libera.
Mentre Jeeg e Minerva X (col Koshiryoku Beam) rendono inutilizzabili parte dei mostri combattenti, Mazinger Zeta si getta a testa bassa a prendere la capsula. Un ennesimo, letale colpo dello Space Bazooka di Jeeg riesce a distruggere uno dei mostri che trattengono il Great, il quale a sua volta riesce a liberarsi del tutto.

Prima che le profondità marine riescano a inghiottire del tutto la capsula, Mazinger Zeta cerca di afferarla al volo con un Rocket Punch: la manovra è ai limiti dell’impossibile e consiste nel serrare nel pugno lanciato la capsula, senza danneggiarla, in modo da poterla catturare.
In un momento di estrema tensione, Koji spara la sua arma.
Le dita del Rocket Punch si chiudono sulla capsula, strette ma non abbastanza da distruggerla.

I mostri si gettano infuriati verso Mazinger Zeta.
Il Great Mazinger riesce miracolosamente a prevenire i loro movimenti, impadronendosi del pugno (e annessa capsula) del robot di Kabuto, mentre Jeeg e Minerva X continuano a infierire sugli avversari.
L’intervento provvidenziale di Venus Alpha fa sì che il robot di Tetsuya (con lo Scrander ormai distrutto) si aggrappi a lei per risalire in superficie a gran velocità. Mazinger Zeta si frappone tra lui e gli ultimi mostri rimasti, per coprire i compagni dai colpi nemici: presto le ferite a Zeta diventano troppe e Kabuto ne perde completamente il controllo. Minerva X riesce ad agire appena in tempo, recuperando Jeeg (che da il colpo di grazia all’ultimo mostro rimasto) e il Dyon Gamma di Masai, prima che scompaiano sotto il fondale, ormai completamente crepato. Mazinger Zeta viene salvato dalla stessa fine grazie all’intervento di Grendizer.

Quando Tetsuya arriva sul ponte della nave, la Marchesa Yanus è già morta, uccisa da un’ingestione letale di veleno. Tutti i segreti sull’Impero Sotterraneo e sulla sua vita passata, vengono sepolti insieme a lei.
Ma questo, al pilota del Great Mazinger non importa. Dopo aver fatto portare via il Direttore per essere curato (poco prima che arrivi Koji), prende tra le braccia il corpo esanime della Marchesa. Pur con le sue ormai scarse forze, la porta in braccio.
Non porta in braccio il nemico di Mikeros… porta in braccio la donna che ha sempre saputo ascoltarlo e consigliarlo, fino all’ultimo.
Il personale della base lo fa passare, terrorizzato sia dall’aspetto mostruoso della Marchesa bifronte, sia dallo sguardo allucinato di Tetsuya, che lascia una lunga e profonda scia di sangue dietro di sé. Passo dopo passo, porta il cadavere della Marchesa all’inceneritore della base. Passo dopo passo, gli sguardi dei soldati alla abse si fanno sempre più carichi di disprezzo verso la donna e verso il pilota che le sta tributando un tale rispetto.





Ma di questo, Tetsuya non se ne cura. Lascia bruciare il corpo della Marchesa Yanus, fino a che non rimane che cenere. Quella cenere, poi, la ripone con cura nel suo casco.

Hiroshi, nel frattempo, mitiga la sua rabbia verso la traditrice con la sola consapevolezza che, a guidare il Big Shooter è stata Miwa, offertasi volontaria non appena le circostanze hanno richiesto il suo apporto. Ancora tremante per l’emozione di aver guidato la navicela per la prima volta, la ragazza si abbandona nell’abbraccio di Hiroshi, che la porta in trionfo dentro la base.





Koji si informa intanto sulle condizioni del Direttore. E’ molto grave, non si sa quando o se si riprenderà. Non è nell’infermeria, ma un’equipe di medici sta badando a lui direttamente nelle sue stanze. Nell’infermeria invece, c’è ancora un enigmatico Ryo Asuka, che scruta Maria con l’aria di qualcuno che sa molto di più di quanto non darebbe a vedere. La telepate gli dice che i due dovranno parlare, molto presto. La palese ostilità dell’una viene ricambiata con la solita, quasi divertita indifferenza dell’altro.

Poco prima che la Fortezza delle Scienze dia il suo definitivo arrivederci al Giappone, Tetsuya chiama Jun sul punto. Tra le sue mani, il casco, pieno delle ceneri della Marchesa.

“Hai qualcosa da dire?”, le chiede.
La ragazza resta in un ostinato silenzio.
Dopo un lungo momento di silenzio, Tetsuya confida a Jun che l'offerta della Marchesa per un attimo gli è sembrata allettante, fin troppo allettante. Solo quando si è palesata come una creatura di Mikeros, tuti i condizionamenti di una vita d'allenamenti sono tornati a galla.
"Non è molto confortante", mormora Jun. Poi, senza voltarsi indietro, corre infuriata e ferita all'interno della Fortezza.

Senza dire nulla, il pilota del Great Mazinger lascia che il vento porti via le ceneri della spia di Mikeros, della Marchesa Yanus, della dottoressa Asamiya.

La barriera viene eretta subito dopo, quasi a volerli separare ulteriormente.

La Fortezza delle Scienze salpa, in cerca del suo domani.

mercoledì, ottobre 05, 2005

Puntata Pilota: "Sorella..."



E’ tempo di smobilitazione, per la Fortezza delle Scienze.
Preparandosi a partire, tutto il Japanium disponibile viene caricato (perlopiù da un riluttante Boss) sulla base, mentre gli ultimi laboratori rimasti attivi alla Build Base vengono smantellati in poco tempo.
Tetsuya, con il Great Mazinger, e Jeeg danno una mano. Il cielo è pieno di cargo ed elicotteri che fanno la spola tra i territori conquistati – e costretti all’abbandono – e la Fortezza. In tutti i febbrili preparativi per la partenza, però, solo una cosa sembra essere davvero cambiata in meglio: il cielo, ora sgombro dagli orrori volanti che l’avevano riempito fino a solo un giorno prima.


Tetsuya non perde occasione per provocare Boss e Koji, proponendo al teppista di usare lo Scrander di Mazinger Zeta per far volare il suo Borot e agevolare le manovre di trasporto.
Il pilota di Zeta, seduto sul palmo della mano di Jeeg insieme a Tetsuya, illustra durante una pausa i piani di lavorazione del Mach Drill e dello Space Bazooka, i nuovi componenti per Hiroshi. Quando il cyborg fa notare che sia lui che i suoi add-on sono in acciaio, e alla base si sta caricando quasi solo Japanium, ottiene un silenzio tra l'imbarazzato e il divertito da parte dei due piloti.
Koji, intanto, sovrintende agli ultimi ritocchi per la realizzazione dei nuovi robot dell’Armata Mazinger: Dianan Ace, che sostituirà Aphrodite (i cui resti sono ancora a Bados), Dyon Gamma (pilotato da Masai) e un Mazinger ancora senza nome, armato semplicemente di una versione appena più debole della Blade in dotazione al Great.


Quest’ultimo robot è privo di pilota: doveva essere il guerriero dato a Kurobe, prima che il ragazzo venisse ucciso durante i combattimenti con Birdler. Il giovane Kabuto sente ancora il peso della tragica fine di un suo sottoposto. Per questa ragione, non riesce a sopportare le rimostranze di Sayaka.
La ragazza ,infatti, dapprima attribuisce a un guasto del simulatore il fatto che Dianan A non sia in grado di volare. Quando il pilota del Mazinger Zeta, le rivela invece che davvero il suo robot non è dotato né di un apparato per il volo, né di un add-on adatto come uno Scrander, Sayaka non riesce a fare nulla se non sfogare tutto il suo risentimento nei confronti del ragazzo. In realtà sente il peso e l’umiliazione di dover dipendere dagli altri robot (tra cui la Minerva X dell’odiata Maria) per operazioni che richiedano viaggi aerei. La scelta di Koji è in effetti inevitabile: la quantità limitata di Japanium disponibile deve essere utilizzata sia per le riparazioni, che per la fissione in Energia Fotoatomica che, ancora, per la costruzione di nuovi robot e mezzi di supporto. Dotare i Mazinger che sta costruendo di un apparato per il volo, significa spendere quantità inaccettabili di Japanium.
Sayaka, dal canto suo, lamenta l’essere trattata sempre come l’ultima ruota del carro: la prospettiva che si sta progettando una sorta di avanzato Scrander per Grendizer (il Double Spazer) non aiuta certo a tranquillizzare i toni. Il pilota di Mazinger, per una volta, è ben poco disposto a sottostare ai capricci della sua eterna fidanzata, avendo appena visto morire un bambino sul Taekwon V per salvare tutti quanti.

“Almeno il Big Shooter poteva volare”, mormora Hiroshi con un sorrisetto divertito, di passaggio alla sala simulazioni, mentre guarda soddisfatto la reazione di Sayaka che fugge via in lacrime.

Finita la sfuriata con Sayaka, Koji si sfoga con un preoccupato Yumi, che ben sa a quali eccessi di testardaggine possa arrivare la figlia. A Yumi confida anche la volontà di far guidare Il Mazinger destinato a Kurobe a Boss, ma il dottore sostiene che né lui né nessuno del suo trio sono ancora maturi per pilotare un robot “serio”. Finita la discussione, Koji si dedica alla progettazione del Double SPazer e di altri due mezzi simili, che dovrebbero agevolare Grendizer a seconda del campo di battaglia in cui potrebbe venirsi a trovare.



Maria viene intanto chiamata d’urgenza in infermeria, dove i medici hanno da riferirle qualcosa.
Il tono misterioso e impaurito di uno dei dottori, nonché il suo accennare continuo a un miracolo avvenuto, pongono Maria tra la curiosità e il sospetto.
Ryo, fratello di Ran Asuka sembra essersi miracolosamente ripreso. Perfettamente in grado di parlare e con un’ottima mobilità delle sue protesi, sembra completamente differente da quando era solo un “uomo-cane” al servizio di Slum King. La sua guarigione, viene detto al pilota di Minerva, è perfettamente coincidente alla morte della sorella e, forse, a quello della ragazza che condivideva la sua penosa sorte.
Non è solo questo, a gettare ombre sul bellissimo e glaciale fratello di Ran: a Maria basta parlargli per pochi minuti per percepire una freddezza disumana, che non viene scossa neppure quando la telepate riferisce la sorte toccata ad Asuka. Infastidita e inquietata dall’indifferenza ostentata da Ryo, Maria decide di sondargli la mente, non trovando altro che uno spesso e lucido muro.
Nemmeno i suoi tentativi di comunicare nella sua mente sembrano sortire alcun risultato. Preoccupata, ne parla ai medici, chiedendo che alcune guardie sorveglino costantemente la zona dell’infermeria.



Frattanto, gli allenamenti a cui si sottopone Miwa sono sempre più frequenti. La ragazza non sembra trovare un attimo di calma, presa com’è sia dalle simulazioni per il Big Shooter (che comunque continua a prendere senza l’idea di pilotarlo davvero) sia dalle continue ricerche sulle origini del Dotaku Project. Hiroshi stesso sembra un po’ preoccupato e le consiglia spesso di prendersi più riposo. Intanto, comincia a organizzarsi per una simulazione combinata tra la sua trasformazione, il decollo del Big Shooter e il lancio dei componenti.

Il resto dell’Armata Mazinger decide di includere nella smobilitazione anche i Bambini Randagi. A Koji e Maria infatti non va giù che vengano abbandonati in un Giappone in mano al Generale Nero. Il pilota di Mazinger Z ne parla a Yumi, che acconsente a mandare due elicotteri cargo per portare i bambini alla base.
Sotto le malinconiche note della chitarra di Daisuke, Ryo Takuma e la sua tribù di bambini mette di nuovo piede sul ponte della Fortezza delle Scienze. Non c’è la stessa curiosità infantile della prima volta: al giovane capo bastano poche parole con Maria per accorgersi che qualcosa di grave è successo e che qualcosa di ancora più grave sta succedendo.
E’ Koji a parlare chiaramente, seduto sul bordo del ponte insieme a Ryo, mentre Maria rifocilla gli altri nella mensa: è ora di abbandonare il Giappone, per chissà quanto tempo. E’ ora di far sapere che Kurobe è morto e che i suoi funerali saranno celebrati l’indomani.

KUROBE E’ MORTO!, ripete Ryo, rabbioso, agli altri bambini, spalancando la porta e facendone precipitare molti in una crisi di pianto.

Sono in effetti in molti a chiedersi cosa ne sarà adesso degli altri bambini.
A tal proposito, Koji indice una riunione nella sala di controllo della Fortezza, a cui tutti i piloti, o quasi, sono presenti.
Il quasi è dato da Hiroshi: a fianco di una Miwa sempre più nervosa, la simulazione inizia.
Ogni cosa è riprodotta realisticamente: il rombo dei macchinari, il lancio dal Big Shooter.

MIWA, LANCIAMI I COMPONENTI!
JEEG, BUILD-UP!!

Tutto sembra perfetto. Dalle tempistiche, alla sincronia, a quella cosa indefinibile di cui si avvertiva la mancanza nelle esercitazioni con Sayaka e a cui solo adesso Hiroshi riesce a dare un nome: affiatamento. Quando la simulazione si interrompe, Jeeg sa di aver trovato la donna che senza ormai più alcun dubbio piloterà il Big Shooter accanto a lui.

La donna responsabile della sua stessa vita. Anche Miwa è esausta, come se la navicella l’avesse pilotata davvero.




Alla riunione, il clima è molto meno idilliaco: se da una parte Koji e Maria sono assolutamente d’accordo nel voler portare in salvo i bambini, sia Tetsuya che Daisuke sostengono che, nell’unica base in grado di fronteggiare le forze di Mikeros, sarebbero solo molto più esposti e in pericolo.
Quando Maria tenta di esprimere la sua opinione, Tetsuya – ancora scioccato da ciò che ha visto nell’Area 51 – la zittisce malamente, provocando il suo risentimento. Ma più grave è l’alterco tra Koji e Daisuke. Quando Masai dice che i Mazinger (tra cui il suo) saranno in grado di fronteggiare i pericoli per gli altri Bambini Randagi, il pilota del Great accoglie l’affermazione con scetticismo e sarcasmo, mentre Daisuke afferma che la permanenza alla Fortezza non farà altro che renderà il ragazzino un altro pilota assetato di sangue. Quando il pilota del Grendizer conclude la sua arringa indicando Koji come un perfetto esempio di questo, Kabuto non riesce più a trattenersi e colpisce il volto dell’altro con un pugno. In breve, sotto gli attoniti occhi di Umon e Yumi, si scatena una rissa, resa ancora più surreale dall’agghiacciante risata divertita di Hiroshi.

Anche il Direttore fa sentire la sua voce ricordando, con una logica spietata, che non sarà possibile accogliere ogni profugo della guerra.

Il gruppo riesce a raggiungere una sorta di compromesso solo nell’ammettere che la sistemazione dei bambini non può che essere provvisoria. Altri dissensi serpeggiano nella squadra sulla meta da raggiungere: Tetsuya vorrebbe andare a Berlino, cercando di capire anche da Blocken qualcosa di più sulle armate di Mikeros. Daisuke è in pesante disaccordo, ribadendo il suo rifiuto ad aiutare in qualunque modo l’ex gerarca nazista.
Pensando a ciò di cui più hanno bisogno i Generali di Mikeros (pezzi di ricambio e parti organiche per trapianti) Maria e Koji sono più orientati verso zone a bassissima densità di popolazione, scartate dalle armate del Generale Nero per il momentaneo scarso interesse.
Alla fine, viene deciso di portare come promesso aiuto alla Corea e da lì dirigere le operazioni.
Grendizer, dall’alto, perlustrerà il cielo e parte della superficie marittima mentre gli altri procederanno in fondo agli abissi dell’oceano.
Con un tono tagliente, Daisuke dice che combatterà per il bene del Giappone. La sua ironia non viene assolutamente apprezzata dagli altri. Koji, in particolare, ribatte dicendo che senza militaristi come i piloti di Mazinger, nemmeno lui avrebbe potuto portare avanti la sua lotta pacifista, nella dittatura del Dottor Hell.

Finita la riunione, Maria parla di Ryo Asuka a Umon e Yumi.
Ha anche un piano da esporre ai due scienziati: il giorno dopo, dice, al funerale tutti avranno i pensieri indirizzati al defunto o alla funzione. Sarà quindi più facile captare una qualche “discordanza” sospetta e avere una traccia in più per la cattura della spia.

Tetsuya e Daisuke, nel frattempo, si sentono in obbligo di raccontare quello che davvero hanno visto all’Area 51 anche a Koji, esternando la preoccupazione che a Maria possa accadere qualcosa di orribile da un momento all’altro. Ogni pilota ne parla a sua volta al “suo” scienziato di fiducia: se Koji riferisce a un allarmatissimo dottor Yumi, Tetsuya fa rapporto a un compassato Direttore.
Tetsuya sostiene che Maria sia un pericolo, un pericolo in grado di risvegliarsi da un momento all’altro. Il Direttore risponde con una logica assolutamente priva d’emozionalità, dicendo che allora è meglio abbandonarla in Giappone, suscitando una reazione piuttosto combattuta nel pilota del Great. Alternativa, sarebbe sottoporla a una serie di analisi estremamente invasive, da cui non è detto che la ragazza esca viva. Senza dare una risposta definitiva, indugia su altri argomenti di interesse, per lui, maggiore: il robot rosso che ha aiutato l’Armata Mazinger in battaglia e che lui sospetta essere frutto di finanziamenti governativi; il fatto, per lui senza senso, che i Generali dell’Impero Mikeros parlino un ottimo giapponese e abbiano nomi propri – come Birdler – che sembrano la storpiatura di una lingua che, per l’antichità che si attribuiscono, non dovrebbero conoscere.



Il peggio, però, deve ancora venire. Passeggiando per i corridoi della base, Koji si imbatte in una guardia, che sta portando via uno dei bambini, con un braccio visibilmente rotto. Quando il pilota di Zeta, stupito e allarmato, chiede cosa sia successo, la guardia si limita a indicare fuori dal ponte.
Fuori dal ponte Ryo Takuma sta cercando di rassicurare gli altri spaventatissimi bambini, mentre una Mayumi in lacrime viene consolata da Shiro e da Goro.

Koji rabbrividisce.
E’ un attimo capire cosa sia successo.

Gentilmente, parla alla bambina, la quale – terrorizzata e dispiaciuta – ammette di aver perso il controllo, quando uno dei Bambini Randagi ha cercato di infastidirla.
Era molto arrabbiata. La sua forza, in quel momento, è diventata spaventosa.
Il lugubre countdown del Dotaku Project sentito la prima volta all’interno della Build Base, sembra venire scandito ancora una volta nella mente di Koji Kabuto.

Prendendola per mano, la lascia davanti alla porta della sala di controllo, in cui entra da solo per parlare di nuovo col dottor Yumi. Yumi decide di sottoporre tutto il personale della Fortezza, l’indomani, a una serie di analisi pre-partenza, con la scusa di tenere sotto controllo la salute di tutti per il lungo e imprevedibile viaggio. In realtà, così verranno fatte analisi più approfondite sia su Mayumi che Maria, cercando di vedere cosa stia davvero succedendo loro.

Un sempre più angosciato Koji lascia Mayumi alle cure di Miwa, nella sala simulazioni, preparandosi a dire cosa sia successo a Tetsuya, Daisuke e Hiroshi. La reazione di quest’ultimo è più affranta che irata. Maledicendo il padre per l’ennesima volta (definito pazzo anche da Daisuke, senza troppi complimenti), si avvia a parlare con Miwa.

La discussione con la ragazza è lunga e tormentata.
Jeeg svela la sua vera identità di Hiroshi Shiba, figlio del dottor Shiba, e cavia del Dotaku Project. Le parla della sorella, Mayumi, e di quello che le sta succedendo. Miwa afferma di voler lasciar perdere gli allenamenti sul Big Shooter, perché la ricerca sul progetto del dottor Shiba è molto più importante. Promette anche che lavorerà tutta la notte, pur di andare avanti nelle ricerche. Hiroshi, che solo grazie a lei ormai mostra una facciata umana, le raccomanda di non distruggersi e di darsi un po’ di pace.

Nel dubbio e nell’incertezza, la notte avvolge i nostri eroi.