lunedì, giugno 13, 2005

08: la mente, il demone, l'acciaio

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I Bambini Randagi arrivano alla Fortezza delle Scienze.
Ad aspettarli, è una base che - per tranquillizzarli - riduce il personale militare sul ponte e aumenta sensibilmente quello medico. Tra i vari dottori, spicca la personalità della professoressa Asamiya. Molti piloti, sottoposti periodicamente ad accertamenti, la riconoscono come lo psicologo più competente della base: una donna sui quarant'anni, discreta e decisamente competente nel suo lavoro.
Per Tetsuya, è la donna che conosce molti dei suoi dubbi e dei suoi blocchi, maturati in tutti questi anni alla Fortezza delle Scienze.


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Daisuke si riprende solo adesso dalle condizioni in cui versava. Sta bene: solo leggermente frastornato, si fa spiegare cosa sia successo, per poi andare a sua volta a vedere cosa stia succedendo sul ponte della Base.

I bambini, non appena scendono, sono in preda al più totale disorientamento: alcuni, vedendo i pur pochi militari presenti, si stringono tra loro spaventati dalle armi; altri restano a guardare in preda allo stupore l'edificio più grande che abbiano mai visto nella loro vita. Maria, percependo lo stato di assoluta confusione in cui versa la maggior parte dei nuovi ospiti, prende da parte Ryu per tranquillizzarlo. Il giovane capo dei Bambini Randagi è diviso tra la sua posizione di comando e la sua età: per il pilota di Minerva è naturale percepire il disagio del ragazzino, anche quando si impone di farsi carico delle sue responsabilità rassicurando gli altri.

Koji, intanto, ha appena finito di parlare con Sayaka, proponendole di pilotare il Big Shooter, ormai agli ultimi stadi di realizzazione. La ragazza, dapprima stupita per il riavvicinarsi del pilota di Mazinger Zeta, reagisce molto freddamente alla proposta. Convinta infatti che il farle pilotare una navicella di supporto sia una punizione per ciò che è successo con Minerva, acconsente solo per un breve periodo di tempo. Fino a quando, cioè, non le verrà costruito un nuovo robot da combattimento. La ragazza, inoltre, non nasconde la diffidenza e l'antipatia che nutre per Hiroshi.

Tetsuya, per mettere a proprio agio i nuovi ospiti, scende intanto all'hangar di Boss, ancora preso con la manutenzione del suo Boss Borot. Il pilota del Great Mazinger, valutando per bene le parole da usare, affida a Boss un compito che nemmeno Kabuto riuscirebbe mai a portare a termine. A nulla valgono i dubbi dell'amico Nuke e di Moocha... il capo dello sgangherato trio accetta immediatamente, non appena Tetsuya gli parla di dimostrare le incredibili doti di destrezza del suo robot.

L'attenzione dei bambini è però, al momento, tutta concentrata su Koji Kabuto, non appena fa il suo ingresso sul ponte: buona parte di loro è cresciuta nel mito delle imprese di Mazinger Zeta e, per tutti, lui è ancora l'unico vero eroe del Giappone. Non appena mette il naso sul ponte, Koji viene letteralmente sommerso da tutti i bambini che vogliono abbracciarlo, attaccarsi a lui o semplicemente ripararsi dietro il suo corpo.

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Poi, improvvisamente, il montacarichi di uno degli hangar si apre, gettando i piccoli nello scompiglio: Boss fa la sua trionfale entrata in scena, coperto da un logoro mantellino e in una posa che sembra fin troppo simile a quella di Mazinger Zeta. Dopodiché, inizia la sua "prova di destrezza".
Numeri da giocoliere, fatti passandosi grossi bidoni di latta da una mano all'altra.
Aspettandosi già come andrà a finire, Maria fa allontanare un po' di gente dalla zona: pochi secondi più tardi, infatti, Boss perde clamorosamente l'equilibrio, facendo fragorosamente cadere prima i bidoni e poi se stesso per terra.

Impietosamente, il montacarichi lo porta giù, proprio mentre Borot fa un impacciatissimo segno di vittoria verso il suo pubblico di bambini, vagamente divertiti dall'esibizione.
Il povero Koji ha un attimo di respiro solo quando Maria parla di portare i bambini a mangiare: anni di privazioni e stenti, hanno avuto decisamente il loro peso.
Koji riesce a entrare nella Sala di Controllo con ancora un paio di bambini ataccati alle spalle o sulle gambe. Riesce a mandarli via solo con la promessa di farli assistere a un combattimento tra Mazinger e la sua brutta copia cattiva, promessa fatta guardando con un piccolo ghigno Tetsuya, che non pare raccogliere.

Dentro la Sala di Controllo, Daisuke dice a Yumi e Umon che vuole indire una riunione con tutti i piloti, per parlare di qualcosa di molto importante. Poi, raggiunge Maria alla Sala Mensa, intrattenendo i bambini con la chitarra.

Hiroshi parla con Sayaka. La ragazza, che a stento riesce a guardare il cyborg negli occhi, ribadisce che non sarà il pilota del Big Shooter per molto tempo. E che, soprattutto, allenarsi insieme non implicherà diventare amici.
Hiroshi, dal canto suo, afferma che diventare amici non è neanche da escludersi e - in una sincerità corrosiva per la figlia di Yumi - si professa felice del fatto che le abbiano dato una seconda possibilità. In preda al più potente imbarazzo, Sayaka chiude al giovane Shiba la porta della cabina in faccia, rifiutandosi di addentrarsi oltre nella discussione.
Hiroshi resta molto tranquillo: poco prima ha infatti avuto una soddisfacente discussione con Miwa, la ragazza che a Yoshida s'è occupata della sua sorellina Mayumi. Miwa dice di essere una scienziata specializzata in bioingegneria, e di aver collaborato col dottor Shiba in alcune delle sue ricerche. Quando Hiroshi le propone di dare un'occhiata ai ritrovati appunti di suo padre, la ragazza si professa entusiasta, anche solo per ripagare il debito d'esser stata salvata nella città distrutta dalle truppe di Mikeros. Per Hiroshi è un sollievo: il ragazzo è infatti sempre più preoccupato per la sorte di Mayumi, altra cavia del loro genitore per il Dotaku Project.

Poche ore dopo, tutti vengono richiamati in Sala Controllo, per una riunione. E' Daisuke che insiste per parlare a tutti, suscitando curiosità e apprensione sui motivi che lo spingono a farlo.
Il pilota di Grendizer comincia a raccontare del suo scontro col mostro di Mikeros.

Ripete le parole del mostro, quelle che nessuno oltre lui è stato in grado di sentire.
Ha detto che arriveranno dal cielo, quando la luna diventerà rossa. E che io... io sono in qualche modo legato a loro, chiunque siano.
La possibilità che un nuovo nemico stia sorgendo, e che ci sia qualcun altro oltre Mikeros con cui confrontarsi, getta nell'inquietudine i piloti, che fanno varie congetture sulla natura dell'ipotetico avversario. Solo Umon spezza la tensione, portando avanti l'idea - condivisa da Tetsuya - che l'esercito di Mikeros non sia semplicemente così unito come si potrebbe credere e che forse il mostro ha accennato a una delle tante fazioni di invasori. Sotto suggerimento del pilota del Great Mazinger, viene fatta analizzare la rotta del mostro che ha combattuto con Grendizer, in modo da approssimarne la provenienza.

Ma ciò che Daisuke ha da dire non è solo questo. In un soffio, abbassando lo sguardo, egli pronuncia le parole che cambieranno la sua esistenza.

Ha anche detto che io non sono di questo pianeta. Io sono un alieno. Un alieno chiamato Duke Fleed.
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I piloti non sembrano credere davvero a questa rivelazione.
E' Umon a spezzare il silenzio, dopo una pausa di estrema reticenza. Con voce bassa, esitante, spiega che, alla sua nascita, Daisuke è stato trovato a bordo di Grendizer, per poi essere adottato dall'ufologo. Tetsuya ribatte che questo non dimostra nulla, considerando soprattutto che l'anatomia di Daisuke non presenta la minima differenza con quella di qualunque terrestre.
Maria parla a Daisuke, affermando che è tempo che si scopra perchè i due sono in qualche modo legati.
Il pilota di Grendizer sembra al solito molto reticente, ma Maria è altrettanto determinata. Parla del sogno che fa ogni notte, quello in cui Grendizer sovrasta la città in fiamme da cui sia lei che Duke Fleed provengono. Un sogno che anche Daisuke ha fatto.

Lo insinua nella mente dei piloti, facendolo rivivere direttamente nella loro memoria. Al termine della sconvolgente visione, Yumi suggerisce che il segreto di tutto quello che è accaduto potrebbe essere celato nel luogo da cui è scappata Maria: l'Area 51 in New Mexico.

Tetsuya si propone di recarsi lì col Great Mazinger, insieme al Grendizer. La missione avrebbe un duplice scopo: far luce sul passato dei due piloti più misteriosi alla Base e accertarsi dello stato in cui versa l'America, in modo da poter chiedere soccorso o da potervisi installare come insediamento più sicuro.
Maria avverte i suoi compagni che il mostro di Mikeros con cui l'hanno vista a Bados, proveniva da lì. Probabilmente, il governo americano sapeva e studiava gli invasori già da molto tempo prima del loro arrivo.
La riunione viene interrotta da uno degli scienziati: la rotta del mostro con cui si è scontrato Grendizer sembra provenire da Tokyo. La notizia suscita un certo stupore, perchè Tokyo - stando a tutti i rapporti ricevuti - è la città occupata dal Generale Nero in persona.
Koji sospetta che tra gli uomini del comandante delle forze di Mikeros possa esserci una spia. Non fa in tempo a finire la frase, però, che tutti si accorgono di una guardia che estrae una pistola di nascosto. La violenta sparatoria che ne segue fa quasi perdere una mano al sicario, ma non prima che abbia avuto modo di sparare a Yumi che, gravemente ferito, cade a terra privo di sensi.

Tetsuya ha ragione della guardia in poche mosse di combattimento: dopo averlo immobilizzato è però chiaro che l'uomo è in evidente stato di choc e non si rende assolutamente conto di quanto ha fatto.

Portato in cella, viene lasciato in balia (sotto gli occhi volutamente chiusi dei militari di piantone) di un furibondo Hiroshi, che cerca di indurlo a parlare passando dalle minacce a violente percosse fisiche. La guardia però non cessa di versare nella più totale confusione, con un buco di memoria che copre l'intero accaduto.

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Maria si rifugia insieme a Ran in una stanza, cercando di sondare la base per percepire la presenza di una mente talmente forte da poter usare il personale della Fortezza a suo piacimento. Koji manda dietro di loro due militari a sorvegliarle, non fidandosi particolarmente nè dell'una nè dell'altra.
Qualcosa, Maria la riesce ad avvertire, ma le sue percezioni sono imprecise e inesatte: è solo allora che si accorge che Ran - invece di aiutarla - la sta involontariamente ostacolando. La ragazza infatti sembra erigere delle barriere fortissime, non appena si trova a stretto contatto con il pilota di Minerva. Dopo un po', Maria interrompe l'esperimento, turbata da quel poco che è riuscita a sentire.

Tetsuya va a parlare col Capo.
Davanti alla porta coglie una conversazione dietro la porta tra lui e una voce di donna.
- Se lo reputi davvero un figlio...
- Lui E' mio figlio
- Bene... se così è, allora smettila di trattarlo come un oggetto da mandare in giro per il mondo, armato solo di un pupazzo in Superlega
- Siamo in guerra. Anche lui dovrà capirlo. Lo ha già fatto, forse.

La porta si apre. Tetsuya si trova davanti alla dottoressa Asamiya.
I due sono l'uno di fronte all'altro, in un crudo e imbarazzato silenzio. E' di lui che il Capo che stava parlando? E' lui che considera un figlio? E' lui che la psicologa stava difendendo a spada tratta?
Con una freddezza provocata dall'emozione, quasi turbato dalle parole della donna, che suggeriscono di non trattarlo solo come un'arma, Tetsuya suggerisce alla dottoressa che è più prudente girare con una scorta, ed entra.

Il Direttore concede al pilota del Great di raggiungere insieme a Grendizer l'Area 51. Quando però il ragazzo chiede cosa abbia intenzione di fare con Blocken, il Direttore afferma che - con la possibilità di sfruttare la base americana - l'alleanza con Berlino potrebbe non essere più una priorità.
Conscio del fatto che Berlino verrà presumibilmente attaccata tra poco tempo, Tsurugi afferma che i cittadini tedeschi non meritano le stesse punizioni di Blocken.
Il Capo non sembra badare alle sue parole. Il suo tono gelido fa pensare che non tornerà sulle sue posizioni.

Koji, Sayaka e tutto il personale del vecchio Laboratorio per le Ricerche sull’Energia Fotoatomica, si riuniscono al capezzale di Yumi. Koji comunica che di lì a poco dovrà parlare a tutti loro, ma la discussione viene interrotta da una comunicazione dalla Sala Controllo.

Un furgoncino del Gedokai (la banda di ex-Yakuza al soldo di Slum King) è arrivata nei pressi della roccaforte – adesso vuota – dei Bambini Randagi.
Si rivolgono direttamente ai bambini, e fanno scendere gli uomini-cane dal mezzo, per poi ricattare psicologicamente i piccoli.

Se non uscite fuori, gli spareremo! E la colpa sarà solamente vostra.

Daisuke e Koji fremono di rabbia, non distinguendo tra la crudeltà del Gedokai e quella – sperimentata a Yoshida – di Humanos.
Umon, a sua volta pieno di sdegno, ordina ai piloti di uscire.
Con i loro robot.
“Arrendetevi”, intima Koji, parlando attraverso il comunicatore dato a Slum King quando è stato portato da lui.
“Oppure guardate a ovest, e iniziate a pagare le conseguenze delle vostre azioni”

Quando i mafiosi del Gedokai guardano nella direzione indicata da Koji, tre demoni metallici stanno già arrivando verso di loro: Grendizer, Jeeg e il Great Mazinger.
Pieni di paura, abbandonano gli uomini-cane ai piedi della roccaforte dei Bambini Randagi e mettono in moto, pregando di partire in tempo.


Maria e Ran entrano in quel momento nella Sala di Controllo, uscendo dalla stanza in cui si sono chiuse per i monitoraggi psichici. Ran guarda lo schermo.
Urla, fuggendo in preda a una crisi isterica dalla Sala.
Malgrado le insistenze di Koji, che la vorrebbe a bordo del Pilder per respingere al meglio le intrusioni psichiche delle Queen, Maria corre diero a Ran, preoccupata per la sua reazione.
La trova rannicchiata in un angolo appena fuori dalla Sala, in lacrime, e le uniche parole che il pilota di Minerva X riesce a farsi dire la gettano nello sgomento.

Uno dei due uomini cane… è… è Ryo. Mio fratello.

In preda al furore, Maria raggiunge Koji a bordo del Pilder.

Intanto, Grendizer e Jeeg sono andati a intercettare il furgoncino del Gedokai. L’operazione è estremamente facile: mentre Grendizer taglia la strada all’automezzo, Jeeg lo attira a sé con il suo potere magnetico.

I membri del Gedokai dentro al furgone sono in mano di Jeeg. Il robot d’acciaio li guarda e dice una sola e unica frase.

ORA INDICATEMI LA STRADA.


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Grendizer e Jeeg vanno in direzione del villaggio di Slum King, mentre il Great Mazinger resta a badare agli uomini-cane fino all’arrivo di Koji e Maria con Mazinger Zeta.

La Fortezza d’Acciaio non tarda ad arrivare, ma non è foriera di buone notizie: cercando di connettersi alle Queen, Maria percepisce infatti un potere mentale molto più forte, che sta velocemente sorgendo dalle viscere della terra, uscendo dal rifugio dei Bambini…

Grendizer e Jeeg, intanto vedono il villaggio di Slum King in preda alla fuga generale: la previsione della vendetta dei robot della Fortezza delle Scienze è evidentemente arrivata presto. Slum King non c’è e Jeeg, dopo aver estorto la direzione verso cui è scappato, decide di seguirlo. Grendizer, avendo ricevuto la segnalazione d’allarme dai suoi compagni, torna indietro, dai due Mazinger.

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Li trova che stanno già combattendo contro un mostro di Mikeros: un’armatura femminile con una testa enorme che sembra formare la struttura intera del corpo. Quando il robot apre la bocca, svela al suo interno, tenuta stretta da cavi su cavi, una donna smembrata ma ancora viva.
Il mostro sembra essere dotato di evidenti poteri mentali, perché – dopo i primi e devastanti colpi inferti da Tetsuya e Koji – sembra esser riuscita a erigere una barriera in grado di assorbire la maggior parte delle armi dei loro due robot.
Grendizer arriva proprio quando il mostro lancia il suo devastante attacco.

Per un momento un mal di testa fortissimo impedisce ai piloti di tenere aperti gli occhi.
Poi, ognuno di loro si riprende e si accorge di non essere più lì.

Per Tetsuya, le luci si accendono.
Vengono sparate direttamente nei suoi occhi. Non gli danno fastidio. Si sente abituato a sopportare cose peggiori. E’ stato costruito con la rabbia e il sangue e l’acciaio.

Le paratie si aprono. Voci distorte all’altoparlante. Messaggi di allarme, permessi accordati.

Li vede entrare. Suo padre, e dietro di lui, l’altro.
E’ un bambino. Sembra piccolo. Minuscolo. Si potrebbe schiacciare con una leggera pressione del dito. Ha un’aria smarrita… spaventata? mentre si guardano.

Ha paura. Lo sente. E sente come stia cercando di dominarla per… per sembrare all’altezza.
Eppure sembra così fragile.

"Se davvero dici di considerarlo come un figlio… "
"Lui E’ mio figlio!"

Le parole si confondono... si accavallano... la voce che le pronuncia si fa sempre meno riconoscibile.

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Koji si trova in un laboratorio, e urla attorno a lui stanno diventando acute e laceranti. Sembra che chi le emette possa strapparsi da un momento all’altro. Una lievissima luce, che illumina due volti decrepiti, proprio davanti a lui.
Due vecchi, con la facce da incubo. A uno manca un occhio. Juzo Kabuto?

“Non ha retto”
“Dobbiamo far cessare questo progetto. Il mondo non è pronto per un nuovo dio. E noi lo siamo ancora di meno”, dice l’altro vecchio.
“Mikeros è un pericolo. Non possiamo affrontarlo con questo… surrogato!”
“Mikeros non è un...”

Due occhi si illuminano davanti. Solo la percezione di una sagoma enorme, davanti.
Una sagoma che brandisce una grossa spada.
Una placca d’acciaio, con una Z incisa sopra, risplende per un attimo nel buio.


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Daisuke, all’inizio sente solo voci.

Poi, solo fiamme intorno. Solo fiamme, nella sua città distrutta. In quel fuoco riesce appena – per il tempo di un battito di ciglia - a intravedere i contorni imprecisi di un volto. Due occhi, una bocca.

Stringe la sua mano d’acciaio, e non osa aprirla.
Una sagoma sfocata in mezzo alle fiamme. Sembrerebbe una sorta di scheletrico Pegaso. Lo vede mentre distende le ali. Uno o l’altro. La sua vita finirà comunque qui.


Maria, grazie ai suoi poteri, riesce a respingere l’attacco. E quello che vede la riempie di terrore: una smorfia omicida negli occhi di Koji. Poi, solo la furia, e Mazinger Zeta che si lancia contro Grendizer.

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“JIN, GO!”, è l’urlo di Koji. Jin… non Majn.
“IO NON MORIRO’!”, grida Daisuke di rimando.

Jeeg ha intanto trovato Slum King. Come prima, coi suoi poteri magnetici avvicina la macchina alla sua mano.
Poi guarda Slum King, da dietro il parabrezza dela sua lussuosa Mercedes.

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“HAI QUALCOSA DA DIRE?”
Slum King non dice nulla. In lui c’è la consapevolezza della sconfitta, e che la sua vita finisce oggi.
Jeeg lo tira fuori dalla macchina. Lo tiene in mano, per un po’.

Per poi schiacciarlo.

Poi appiattisce le portiere e il tettuccio della macchina, per impedire alla Queen rimasta all’interno di fuggire. Rompe le ruote, e abbandona la macchina nella desolazione della Piana del Kanto.
Solo dopo, corre a raggiungere gli altri.

Arriva quando anche il Great Mazinger ha perso il controllo e scaglia il suo Thunder Break su compagni e avversari, non distinguendo più gli uni dagli altri.
Il mostro di Mikeros lancia di nuovo il suo attacco.

Stavolta anche Maria e Hiroshi ne vengono colpiti.

Maria apre gli occhi.
E’ un attimo.
Nessun passato. Nessun Futuro. Le basta solo flettere certi muscoli della testa, e le sue ali si spalancano, insieme al primo vagito.
Sua madre sta continuando a partorire. Partorisce esseri dai corpi di acciaio e di carne. Urla di dolore per ogni parto… non di dolore, anzi. Urla per una sorta di consapevolezza amara.

Il suo primo vagito.
Sua madre volta la testa verso di lei, tra le lacrime.
Ha bellissimi capelli rossi che le incorniciano il viso in buffi riccioli.
Fa un sorriso. E’ un grosso sforzo ma ci riesce.

Poi urla di nuovo, e riprende a partorire.

Hiroshi, vede sua madre.
Sua madre lo guarda.
Scuote la testa e cerca di abbracciarlo.
E’ venuta mentre dormiva, gli ha dato un bacio leggero… un bacio bagnato da lacrime nascoste a fatica.

"Mamma… che cos’hai? Perché sei così triste? "
"Non è niente. Non è niente, Hiroshi".

"Mamma!"
"MAMMA! NON VOGLIO VEDERTI STARE MALE! "

“Mi dispiace”, sussurra.
“Ti voglio bene”. Esce dalla stanza, per non tornare mai più.

In preda al più assoluto furore, Jeeg si lancia contro la barriera mentale del mostro, cercando di infrangerla con la forza.
Ruggisce.
Avanza di un piccolo passo.
Poi un altro.

Tetsuya, Koji e Duke Fleed, nel frattempo sembrano riaversi e rendersi conto di quello che stavano facendo. Proprio mentre Maria, accecata dalla rabbia, si lancia contro Koji, che la stordisce con la sua pistola laser.

L’Iron Cutter del Mazinger Zeta squarcia la corazza del mostro, e un colpo della Double Harken di Grendizer la distrugge definitivamente.



Ansimanti, i piloti guardano i resti metallici dell’essere che per un attimo ha avuto ragione delle loro menti… e di quelle dei loro robot.
L’unico che non riesce a uscire dalla frenesia è Jeeg, che ancora per alcuni minuti non tempesta di pugni i resti del mostro di Mikeros, fino a trovarsi sangue e poltiglia sulle nocche.

Poi, ripresosi, torna a prendere la Queen per portarla alla base.

Tutti tornano alla base, a parte Tetsuya. Tornato ai margini del piccolo bosco in cui si è fermato a riflettere dopo la battaglia di Yoshida, il pilota scende dal suo robot, e inizia a tempestarlo di pugni.
Uno dopo l’altro, finchè dalle sue mani esce il sangue. Nella sua mente è ancora vivo lo sdegno per quel bambino fragile e indifeso, guardato con gli occhi del Great Mazinger nell'allucinante visione causata dai poteri del mostro.
“IO DIVENTERO’ FORTE! IO DIVENTERO’ PIU’ FORTE DI TE!”

“… ci vorrà del tempo”, mormora, cupamente, la voce dell’uomo che ha incontrato poco tempo addietro, in questo stesso posto.
Ma Tetsuya non ci bada e non si volta, continuando a colpire il Great Mazinger.

Koji, alla base si riunisce con tutto lo staff di Yumi, che non accenna a migliorare. E’ tempo di trovare un sostituto momentaneo, finché il professore non si riprenderà. Viene scelto il dottor Mori Mori, che rimane sinceramente stupito e imbarazzato. Lo staff propone a Koji i progetti per la costruzione di altri robot da supporto, che adesso è possibile realizzare con il Japanium estratto dalla Build Base.

Maria parla a Daisuke.
Gli dice che adesso è ora che affronti la verità che accomuna entrambi, qualunque sia. Maria gli dice semplicemente di non rifiutarla, questa verità. Per quanto difficile possa essere accettarla.

Ore dopo, i bambini insistono per parlare con i piloti. Li salutano, dicendo che torneranno dov’erano prima, nella Pianura del Kanto. Le loro leggi si basano su equilibri che non possono essere infranti, e riavvicinarsi ora alla civiltà non avrebbe più senso.

“Le nostre scelte sono già state prese dal disastro di un anno fa”
Daisuke dice che nessuno ha scelta, in questa guerra.
Per quanto possa essere vero, per quanto possa essere amara la decisione di Ryu Takuma e dei suoi, nessuno se la sente però di metterla in discussione. Il Kanto viene restituito ai Bambini Randagi, l'unica vera speranza di una futura e migliore umanità.


Koji dà a Ryu un segnalatore da polso, in modo da tenersi in contatto se le cose andassero male.

Hiroshi regala ai bambini l’elmo di Slum King.
L’elmo vuoto di un vecchio fantasma che non fa più paura.

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12 commenti:

Anonimo ha detto...

com'è finita?
siete morti tutti?
è venuto mazinger x a salvarvi il culo?
si è scoperto che la sorella di jeeg è il generale nero?
voglio sapereeeeee

Anonimo ha detto...

Immagino tu sia Diasuke...

Anonimo ha detto...

...kabuto ha ragione...
...lo si capisce dalla bavetta che sgocciola da ogni carattere...

Magus

Anonimo ha detto...

Siamo vivi, jeeg mai ferito ed in berserk!
Aggiorna!

Anonimo ha detto...

...voglio solo fare i complimenti al caro generale nero per la sessione di questa domenica... veramente intrigante narrativamente... e gestita così bene che alla fine mi è davvero sembrato di assistere ad una puntata di un ipotetico anime...
...una vera figata...
...concordi daisuke?...

...ah... tranquilli ragazzi... i due robot più fighi della serie stanno tornando a darvi man forte...

Magus-Tetsuya

Anonimo ha detto...

concordo concordo, in particolare le ultime due che ho giocato sono state entrambi un gran figata.
Se sopravviviamo avremo un sacco di cosucce di cui parlare, preparatevi :P
Grendaiza go

Andrea Daisuke

Generale Nero ha detto...

:)))))

grazie :))))))

Anonimo ha detto...

Eh...Parlare, se restiamo vivi parliamo, bello....vojo parlare io!
Minerva spacca! Uga!
Qualcuno ha visto lo Zeta?
^___^

Anonimo ha detto...

AGGIOOOOORNAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA!

Ma tu pensa...

Anonimo ha detto...

Ero solo andato a fare il bagno, certo questo prima che mi strappassero entrambe le braccia e mi fiondassero nuovamente IN FONDO AL MARRRRRR!
P.S.
Io allo zeta ci vojo bene!!!!!

Generale Nero ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
Generale Nero ha detto...

Rieditando, è stata fatta una modifica grossa per rendere la storia coerente col seguito:

le parole di daisuke - nel riportare il suo dialogo "muto" col mostro - in origine sono diverse. Il mostro dice infatti che, visto che Duke non vuole collaborare col Generale, lo ucciderà in nome del suo "vero" signore. Il "vero signore" del mostro era Argos, in un periodo in cui pensavo di rendere più acceso lo scontro tra i due e puntarlo anche sulle sorti di Daisuke: il Generale era interessato al Principe di Fleed, su consiglio di Himika, e invece Argos era fermamente intenzionato a ucciderlo. Per quanto abbia mantenuto qualcosa (il fatto che il Generale Nero creda fermamente alla profezia di Himika su Duke come unica salvezza contro Vega), ho preferito lasciar perdere il resto, e ho trasformato la scena dell' "outing alieno" di Duke in un primo accenno alla minaccia di Vega.