venerdì, aprile 20, 2007

37: "Aphrodite A, Dianan Ace... MAJIN GO!"



"Non puoi chiedermi di tradire Hayato. Quando Edo è caduta per i rastrellamenti dell'Armata Mazinger, è stato solo grazie a lui che sono sopravvissuto. Capisco che può sembrare uno stronzo, ma un debito grosso, con lui"
"Non ti sto dicendo di tradirlo. Ti chiedo però di guardare cosa sta succedendo. Jin ha sparato a un uomo a sangue freddo. Ti ha mai detto il motivo per cui combattete questa guerra?"
"Cavarsi quel maledetto mostro dalle palle, una volta per tutte"
"... e se ci fosse altro?"
"Dannazione, Tsurugi, perché non parli chiaramente?"
"Non c'è molto da dire. Voglio solo che tu faccia attenzione. Per il momento, finchè si tratterà di distruggere Mazinkaiser andremo tutti d'accordo. Ma quando cadrà, se noi non saremo tornati al nostro tempo..."
"..."
"... allora sì. Allora forse ti chiederò di tradire Hayato Jin. In nome di Edo e di tutto ciò che rappresentava"


Go Ichimonji fa un sorriso sprezzante. E' passato molto tempo da quando lui venne accolto nel villaggio di Edo, un centro di profughi giapponesi in fuga dai mostri di Mikeros. Ed è passato molto tempo anche da quando Tetsuya vi arrivò, poco dopo la scoperta che il Direttore della Fortezza delle Scienze era il padre di Koji e poco prima della devastante battaglia di Berlino.
C'è voluto molto, a Tetsuya, per convincere Go - adesso tenente dell'Armata Getter - della verità delle sue parole, quando gli ha raccontato di essere giunto dal passato e di essere contro Mazinkaiser.
Go accarezza pensosamente la superficie lucida della sua Getter Machine.
"Così, finalmente hai anche tu un robot", commenta Tetsuya con un mezzo sorriso, ricordandosi tutte le volte in cui Ichimonji si lamentava di non avere mezzi del genere per proteggere il suo villaggio.
"Il Neo Getter, dici? è un modello sperimentale. Non va nemmeno a Energia Getter"
"Forse questo lo rende migliore di altri", dice Tetsuya.
Poi, a sua volta risale sul Brain Condor.
"In bocca al lupo, Ichimonji"
Go si volta verso di lui, prima di prendere posto sul suo Neo Eagle. "Non preoccuparti, non ho intenzione di farmi ammazzare da quel fottuto bastardo"

La Torre si erge davanti agli altri piloti. Alcuni la rivedono dalla Kujira, altri dai robot, altri dalla tremenda Yamata No Orochi.

"Ancora una volta, è riuscito a non prendere decisioni nette, professore", mormora cupo Koji, alludendo alla discussione di prima a proposito dell'equipaggio del Drago.
"Ti sbagli - replica Umon con tranquillità - L'ho presa eccome. Koji, tu non puoi saperlo, ma anche se le tue intenzioni sono buone, le tue motivazioni giuste... è esattamente così che è cominciata. Con ottime intenzioni"
"Mmm... quando tornerò nel mio tempo, toglierò loro il Drago in anticipo", dice Koji, scherzandoci su.
Morimori si intromette nella discussione. "Ci sono cose che è bene sappiate su Mazinkaiser. Le stavo studiando prima dei rastrellamenti di ostaggi dell'Armata Getter. Dite che possiamo parlarne anche con il signor Jin e gli altri?"
Koji guarda cupamente la Torre, una lapide nera, gigantesca, piantata tra cielo e terra.
"Sono i nostri alleati, dopotutto", mormora senza troppa convinzione.



Ad accogliere i piloti sulla Torre, c'è un'atmosfera da battaglia imminente: lo scontro con Mazinkaiser, forse accelerato dai piloti arrivati dal passato, è ormai prossimo. Soldati si preparano e volano sui giganteschi Getter Dragon, Liger e Poseidon. Altri si dedicano a un'ulteriore fortificazione della base, occupandosi della manutenzione delle batterie di missili, dei cannoncini a energia e dei generatori per la barriera.
Altri ancora si stanno addestrando. Buona parte di loro sembra si dedichi anche ad alcuni esercizi di meditazione, ascoltando gli insegnamenti di un corpulento istruttore. Proprio quest'ultimo, nel veder scendere Hayato e Ryoma si stacca per un istante dai suoi allievi andando a parlare al capo della fortezza.
Sanshiro, intanto, sta guardando con rabbia i suoi compagni del Drago venir portati via dalle guardie.
"Perchè non gli hai raccontato ogni cosa?", urla il ragazzo bendato a Sakon, mentre sono scortati verso l'area di detenzione.
"Non sarebbe servito a niente", risponde amareggiato l'altro.
La frase non sfugge al pilota del Gaiking, che manda uno sguardo fin troppo eloquente a Koji.
"L'ultimo disperato tentativo di arrampicarsi sugli specchi", commenta con fastidio quest'ultimo.



"Dai nostri studi - dice Morimori - siamo giunti alla conclusione che il modo in cui Mazinkaiser fa comparire la Kaiserblade dal suo petto e dalle sue spalle sia in realtà un fenomeno di smaterializzazione simile a quello usato dalla corazzata Demonica per teletrasportarsi e, più in piccolo, simile a quello che vi ha portato qui"
"Vuol dire che anche Mazinkaiser usa l'Energia G?", chiede Tetsuya.
"Questo no. Però pensiamo che sia in qualche modo direttamente e perennemente connesso all'Imperatore delle Tenebre. E' come se, attraverso un canale che non siamo in grado di individuare, venisse rifornito di continuo di altissimi quantitativi energetici"
Le osservazioni di Morimori portano a molte altre discussioni, ma il consiglio di guerra non procede bene come sperato.
In un clima piuttosto gelido, viene discussa l'eventualità - proposta soprattutto da Tetsuya e Hiroshi - di andare a liberare i prigionieri del Centro Anti-Vegan, tra cui soprattutto il professor Yumi, chiuso lì dentro da anni sotto false accuse per essersi rifiutato di collaborare con l'Armata del Mazinkaiser.
"E' una follia. Un inutile spreco di uomini, in previsione dell'attacco al Geo-Front", ribatte Hayato, la cui principale preoccupazione sembra essere invece la presa del quartier generale dell'Armata del Mazinkaiser, nelle cui profondità giace il nucleo di energia Getter che da alcuni viene chiamato Imperatore delle Tenebre.
Koji annuisce, trovandosi stranamente d'accordo con il comandante dell'Armata Getter. "Se non riusciremo a tornare indietro, non solo il nostro mondo, ma anche questo avrebbero molte possibilità in meno. L'unico modo per possiamo davvero cambiare qualcosa è non facendolo mai avvenire"
"E se non fosse così? - replica Tetsuya - Se non potessimo tornare o questo non cambiasse nulla? Non possiamo lasciare in mano a Mazinkaiser e a te stesso tutti quanti"
"Allora facciamolo durante l'attacco al Geo Front! Almeno costringeremo le loro forze a dividersi"
"Non è affatto così semplice - dice Hayato, interrompendo Koji - Potremmo trovarci in difficoltà noi. Le loro risorse restano un po' più numerose delle nostre, pur con tutta l'Armata Getter e Fleed riunite. Potremmo essere noi a subire le conseguenze di un fronte diviso"
"Creiamo un diversivo - insiste Tetsuya - Se le forze di Duke Fleed simulassero un attacco in forze a Tokyo, buona parte dei Mass Production verrebbe mandata lì, dando tempo a poche persone di entrare nel Centro Anti-Vegan. Credi sia possibile fingere un attacco?"
Rivolto a Duke Fleed, Tetsuya calca molto la voce su quel fingere, ancora turbato sia dalla mostruosità dell'esercito del pilota di Grendizer, sia dal suo disinteressamento all'umanità.
"E' possibile fingerne uno - risponde Duke, mostrando di aver capito il sottinteso - Hai la mia parola"
"Anche a me piacerebbe venire, ma temo che la mia presenza verrebbe scoperta più facilmente di quella di altri. Tuttavia, se oltre a dissidenti politici ci sono anche davvero degli esseri umani infettati dai Vegan, c'è un modo anche per organizzare un diversivo interno... forse hai capito ciò che intendo", dice Maria.
Duke resta un attimo in silenzio. Poi annuisce, lievemente turbato.
"E' solo uno spreco di energie", ripete Hayato, suscitando un cenno d'assenso da parte di Koji.
"Io non intendo partecipare a questa cosa. Dobbiamo tornarcene nel passato, è questa l'unica priorità", taglia secco Sanshiro.
"Diamoci del tempo - suggerisce Koji, visto che ognuno pare rimanere nelle sue posizioni - E' inutile programmarci adesso che i nostri mezzi sono troppo danneggiati per entrambe le operazioni. Ripariamone il più possibile e aggiorniamoci"
Gli altri annuiscono, anche se nessuno - in cuor suo - ha la minima intenzione di tornare indietro sui suoi passi.
E' solo quando Koji fa per uscire che Hayato lo ferma sulla porta, assicurandosi che nessun altro sia rimasto.
"Kabuto... ricordati una cosa. Quando Mazinkaiser sarà distrutto, se voi non tornerete indietro, dovrete fare una scelta"
"Che genere di scelta?"
"Stare dalla parte di chi ha liberato il Giappone con te o dalla parte dei mostri", risponde il comandante della Torre, senza mezzi termini.
"E chi mi dice che l'hai davvero liberato come dici? Io non ho potuto vederti mentre lo facevi"
"Se ciò che dici è vero, lo vedrai. E comunque, meglio dei mostri, no?"
Koji alza le spalle. Nessun segno di ironia, nella sua voce.
"Onestamente, mi ci sto abituando"

"Ho già visto abbastanza. Flora, andiamocene", ordina seccamente Duke Fleed alla sua guardia del corpo, terminata la discussione.
"Aspetta!"
Quando Duke si volta, dietro di lui c'è Maria.
"Vengo con te. Hai promesso di farmi parlare con Rigarn, ricordi?"
Dopo un attimo di silenzio, Duke annuisce. "Seguici con Minerva X"

Senza dire altro, Maria si dirige verso Minerva. Senza avvertire nessuno, l'arpia robotica e Yamata No Orochi decollano alla volta dell'Himalaya.

Koji, intanto è in riunione con Hiroshi, Umon e il solito trittico Morimori, Sewashi e Nossori.
"Se c'è una minima possibilità che io possa diventare come in questo futuro, va scongiurata", esordisce Koji.
Sostenendo gli sguardi interrogativi degli altri, Koji continua tranquillamente il discorso. "Questo è un progetto che ho ideato. Si basa in larga parte sul funzionamento dei tuoi nanoidi, Hiroshi. Te ne estrarremo un po', appena una goccia di sangue, e cercheremo di riprogrammarli. E' un sistema di sicurezza: non appena darò segni di squilibrio, un tuo comando vocale attiverà i nanoidi che mi inietterò"
Quando Hiroshi gli chiede a cosa i nanoidi serviranno, Koji sostiene tranquillamente il suo sguardo. "A distruggere il mio sistema nervoso e uccidermi"
"E' inaccettabile", sbotta Umon. Scuote la testa e lo ripete più volte. "E' così che vogliamo sempre risolvere ogni situazione? Con la più totale sfiducia?"
"Io ho fiducia in Hiroshi", replica Koji.
"Ma perchè? Perchè io?", chiede Hiroshi, sempre più confuso.
"Consideralo un risarcimento per tutte le volte che ho disattivato i tuoi componenti", ghigna Koji.
Hiroshi rimane senza parole. Poi annuisce.
"Immagino che non possiamo dire nulla per farti cambiare idea, vero?", dice Morimori, estremamente angosciato.
"Esatto", annuisce Koji con un sorriso triste.
Morimori manda uno sguardo agli altri due. "Va bene".
Umon squadra i tre scienziati come se non credesse ai propri occhi, come se non potesse accettare che proprio le ultime figure rimaste in vita del Laboratorio per l'Energia Fotoatomica si creino così pochi problemi nel creare una simile condanna a morte per Koji.
"Dovrai registrare tre parole, Hiroshi - spiega Kabuto - Questo sarà il nostro comando vocale"

L'antro di Rigarn sembra più scuro degli altri dentro Fleed.
Flora e la scorta di soldati di Duke Fleed lasciano Maria proprio lì davanti, sola, senza alcuna difesa.
Maria è ancora lì a osservare quel buio infinito, quando Duke spezza il silenzio.
"C'è una cosa che mi chiedevo"
Maria si volta verso di lui, esortandolo silenziosamente a continuare.
"A Berlino, quando scelsi di stare dalla parte di Himika, hai giurato di uccidermi. Eppure, adesso, non sembrerebbe che ancora la pensi in questo modo"
Maria lo guarda senza parlare. Poi cerca i suoi occhi dietro l'elmo inespressivo. "Non ti nascondo che è anche perchè una parte di me vive fusa in te. Ma non è l'unica ragione. Per quanto ancora adesso le nostre strade possano essere profondamente diverse, sei molto cambiato. E' come se ci fosse un motivo preciso per quello che fai e che sei, un motivo lucido che ti spinge a seguire questa strada. E io questo lo rispetto"
Duke Fleed annuisce, con un'espressione indecifrabile negli occhi. "Buona fortuna, con Rigarn"
"Grazie", mormora Maria, entrando.



Nel buio, si sente solo il respirare profondo di una creatura gigantesca. Una creatura di cui l'ombra nerissima fa appena indovinare la sagoma: una criniera leonina, un torso umano, il corpo di una bestia di stazza massiccia, quasi un mostruoso ippopotamo.
Due occhi che si illuminano ad altezza della testa.
Altri due occhi che si illuminano ad altezza del torso e un ghigno, un ghigno terribile.
"Cosa vuole un simile microbo da me?"
Maria fronteggia il suo sguardo.
"Parlare. Non abbiamo mai parlato, noi e voi. Eppure credo che discutere porterebbe dei vantaggi a entrambi. Ho notato delle cose, combattendo contro il Mazinkaiser, ripensando a determinate cose successe in questa guerra. E credo che ci siano domande a cui solo voi potete dare una risposta"
"Potrei ucciderti. Sarebbe facile, sai? Ucciderti qui e adesso"
"So che potresti farlo. Ma so anche che esiste un onore tra i guerrieri, di qualunque schieramento essi siano"
Il Generale Rigarn ghigna orribilmente. "Sono stato responsabile della caduta del Grande Generale Nero, il più nobile che sia mai esistito tra le nostre fila. Non avrei la minima esitazione nello schiacciarti come si schiaccia un insetto, non appena mi volteresti le spalle"
L'espressione di Maria, dura, determinata, non accenna a cambiare nè a mostrare paura. "Allora so di confidare almeno sulla tua sincerità"
"Sei coraggiosa, umana. Bene... facciamo così: risponderò alle tue domande, se solo accetterai di fare una cosa per me... e quale sia questo prezzo, lo saprai solo alla fine della nostra discussione"
Per un attimo, Maria si sofferma sull'amara ironia di sentirsi chiamare umana dalla creatura più mostruosa con cui ha avuto occasione di parlare. Poi annuisce. "Accetto"
La ragazza accenna ai suoi dubbi. "I miei compagni mi hanno riferito di aver visto Mazinkaiser cadere e che il suo corpo è stato avvolto da una fiamma vivida, prima di rialzarsi di nuovo. La stessa cosa che abbiamo visto fare a voi, molte volte in combattimento..."
"Quindi - la interrompe Rigarn - vuoi la verità su questo. Sarà un piacere, sai? Saprai tutta la verità... saprai davvero ogni cosa su di noi. E alla fine, quando ritornerai indietro nel tempo questa consapevolezza distruggerà te e i tuoi compagni"
Con una risata terribile, rimbombante e carica di odio, il Generale Rigarn comincia a parlare.
A raccontare una storia che nessuno, oltre Maria, ha mai sentito finora.



Nell'area di detenzione della Torre, Koji e Hiroshi sono alle prese con Sakon.
"Guarda chi è venuto a farmi visita... il piccolo Blocken", commenta il capitano del Drago Spaziale.
"Certo, il piccolo Blocken... senti, non sono qui per litigare. Puoi spiegarmi cos'è successo, una volta per tutte?", replica Koji, cercando di fare appello a tutta la sua pazienza.
"Com'è che adesso ti interessa improvvisamente saperlo?"
"E' il tuo amico che ha parlato di cose che non ci avevi detto"
Sakon è inizialmente molto reticente, nel raccontare. Ogni tentativo di dialogo di Koji e Hiroshi si traducono in uno sbuffo seccato e nella considerazione che non cambierà nulla.
"Vi abbiamo aiutati e siamo a marcire in una cella"
"Non era questo che volevo. Dirò ad Hayato di tirarvi fuori di qui"
"Per stare in una cella un po' più grande? Chissenefrega"
Con durezza, Sakon comincia a raccontare quello che è successo. A Berlino i militari di Schwartz, poco dopo la battaglia finale con Mikeros, hanno cominciato a trasformarsi in esseri mostruosi. Esseri che, subito, Koji e Hiroshi ricollegano alle aberrazioni tenute nascoste nei centri studi della Human Alliance. Nessuno sa perché sia cominciata questa mutazione di massa, ma Schwartz e i suoi hanno finito per incolparne Grace - da loro odiata perché portatrice del parassita Vegan - scatenando una folle caccia alle streghe. Masai non è stato capace di gestire la situazione e l'ammutinamento si è risolto in un bagno di sangue. Nel tentativo di far scappare Grace (poi rifugiatasi come altri nella sua situazione a Fleed) e di salvare Masai, molti uomini del Drago hanno perso la vita. Da quel momento, Schwartz si è impadronito del Drago e ha sfruttato Sakon e gli altri per la costruzione delle altre due corazzate e dei robot. Ha lavorato come mercenario neutrale sia per l'Armata Getter che per l'Armata Mazinger, facendosi dare da questi ultimi come pagamento per un lavoro i familiari dell'equipaggio del Drago. Così, quelli che un tempo erano partigiani impavidi e determinati, hanno finito per operare le stesse identiche scelte che i loro nemici fecero un tempo.
"Dammi un motivo per cui dovremmo ridarvi il Drago"
Sakon fa un sorriso stanco. "Non ve ne darò nemmeno uno e vi dirò di più. Io mi auguro fortemente che moriate tutti, in questa guerra. Tu, i tuoi amici, Mazinkaiser e la gente di Jin. Il mio più grande sogno è che nessuno di voi sopravviva. Perchè qualunque parte in campo vinca, non cambierà niente: siete solo un branco di nazisti capaci solo di distruggere e rovinare le vite altrui"
"Non abbiamo altro da dirci", risponde Koji, alzandosi.
Quando lui e Hiroshi escono dalla cella, Morimori avverte al comunicatore che i nanoidi sono stati riprogrammati e pronti a essere innestati nel sistema nervoso di Kabuto.
"Tra poco inizieranno l'operazione. Vieni con me?"
"Più tardi - fa Hiroshi con un sorriso sinistro - prima vorrei fare due chiacchiere con gli uomini di Schwartz"




La guardia di piantone alla cella di Lambert, il secondo di Schwartz, fa finta di non sentire lo schiocco dell'osso che si rompe e l'urlo del prigioniero.
Nè tantomeno la risata bassa e compiaciuta del demone d'acciaio che è entrato lì dentro.
"Adesso fai il bravo e rispondi alle mie domande", ghigna cupo Hiroshi, vedendo Lambert che si stringe l'indice fratturato della mano, trattenendo le lacrime dal dolore.
Lambert però non fornisce una versione troppo differente da quella di Sakon: si limita a giustificarsi, dando come alibi per le atrocità che lui e gli altri uomini hanno compiuto il doversi difendere da dei mostri. Quando Hiroshi gli chiede chi abbia commissionato a Schwartz l'attacco al villaggio della resistenza, Lambert afferma di non saperlo: solo il loro capo aveva rapporti con i committenti. Si limitava a dare agli altri i dettagli delle operazioni e a dividere l'incasso, senza nessuna spiegazione. E, finchè i soldi non mancavano, agli altri andava bene così.


"Vedremo. Farò le mie ricerche. E se scopro che hai mentito... tornerò", minaccia Hiroshi.
Con una profonda soddisfazione, vede il terrorizzato Lambert rincantucciarsi sulla sua branda, in preda alla più profonda paura.

A Fleed, Duke guarda l'espressione sconvolta di Maria, tornata dalla discussione con Rigarn.
"Ti ha detto ciò che volevi sapere?"
"Sì. Credo di sì"
"Capisci perchè ho cercato di tenervelo nascosto? E perchè mi sembra opportuno che ancora tu non dica niente agli altri?"
Maria annuisce, senza dire nulla. Il volto è ancora tirato, decisamente scuro e meditabondo.
"Cos'ha voluto in cambio?"
"Ha voluto che gli dicessi che cosa lui sia davvero"


Sanshiro, intanto sta guardando la corazzata di cui l'Armata Mazinger si è impossessata. Un'equipe di tecnici della Torre sta analizzando ogni macchinario, capeggiata da un ben poco rassicurante scienziato con metà faccia bruciata.
"Che cosa fai qui?"
"Davo un'occhiata. In fondo questa roba interessa più a me che a ogni altro", risponde Sanshiro, pronto a far valere in modo pesante le proprie ragioni. Ma Shikishima risponde con un ghigno da pazzo, per nulla infastidito dalla sua presenza.
In preda a un entusiasmo ben poco rassicurante, spiega che la corazzata terrestre che hanno requisito si chiama Daichi-Maryu. L'altra, non appena Sanshiro la descrive al dottore, viene invece riconosciuta come Tenku Maryu. Sono state entrambe sviluppate e costruite da Sakon, sotto pressione di Schwartz. Ma le sorprese non sono finite: il Raiking non è infatti l'unico robot realizzato a somiglianza del robot di Sanshiro. Dentro il Daichi Maryu ne è alloggiato un altro, decisamente più massiccio, chiamato Vullking.
Sanshiro osserva con uno sbuffo di disprezzo entrambi i robot. "Sono solo delle copie", commenta.
"Sono molto più che delle copie! - ribatte Shikishima - Raiking e Vullking sono dotati di parti removibili che, combinate al Gaiking, possono corazzarlo in una configurazione molto più potente, il Gaiking the Great!"
"Gaiking... the Great?", ripete Sanshiro, alzando un sopracciglio decisamente perplesso.
Shikishima si lancia in una lunga descrizione sui micidiali armamenti della nuova configurazione. Quando Sanshiro chiede se sia possibile testarla sul suo Gaiking, Shikishima scuote decisamente la testa.
"Da quel poco che abbiamo visto, i componenti di Raiking e Vullking non sono compatibili col tuo robot. Non c'è da stupirsi del resto: evidentemente Sakon progettava di ricostruire il Gaiking da cima a fondo, dopo che il tuo robot è stato completamente distrutto nella battaglia contro il Generale Nero"
Sanshiro, non ancora abituato all'idea di essere ufficialmente morto in questo futuro, annuisce gravemente.



Ore dopo, tutto è pronto per l'operazione a Koji. Le nanomacchine prelevate da Hiroshi stanno per essere riprogrammate, gli attrezzi per l'impianto del distruttivo microchip tutti pronti. Morimori, Sewashi e Nossori hanno ottenuto da Hayato il permesso di poter usare una parte dell'infermeria e delle sue attrezzature a questo scopo. Koji guarda i bisturi in bella fila vicino al suo lettino.
Nessun ripensamento.
"Hiroshi. Devi registrare il comando vocale che attiverà il processo di distruzione"
Hiroshi, davanti a un computer annuisce.
Pensa, con un brivido, a quali parole Koji vorrebbe sentire prima di morire. Le parole che lo condanneranno a morte, attivando il distruttivo processo delle nanomacchine.
"Aphrodite A... Dianan Ace... MAJIN GO"
Koji, con un mezzo sorriso, annuisce. Poi si stende sul lettino e l'operazione comincia.
"Chiamatemi, quando avete finito", mormora Hiroshi, scuro in volto, prima di uscire dalla sala operatoria.

Ciò che fa il cyborg nell'attesa dell'esito dell'operazione, è cercare le scatole nere dei robot e delle corazzate abbattute. Anche Tetsuya si unisce a lui: entrambi vogliono capire chi ha commissionato a Schwartz l'ordine di attaccare il villaggio in cui Umon e gli altri membri della resistenza erano stati portati.
Difficilmente, riflettono i due piloti, potrebbe essere stata l'Armata di Mazinkaiser: il Koji Kabuto di quest'epoca non avrebbe avuto alcun problema a portare personalmente un attacco. La sua ferocia e la sua potenza sarebbero stati più che sufficienti per una simile operazione.
"Forse Mikeros, quello che ne resta... Shiro diceva che gli Stati Uniti sono ancora sotto il controllo del Generale Hardias", riflette Hiroshi.
Tuttavia, per quanto spregevole si sia dimostrata la sua condotta, il pensiero che Schwartz abbia prestato servizio anche ai mostruosi nemici di un tempo non risulta credibile, specialmente considerato che lui e i suoi uomini sono impazziti dopo che molti di loro hanno cominciato a trasformarsi in esseri altrettanto disumani dei Mikeros.
Visto che ogni cosa a bordo del Daichi Maryu, scatole nere comprese, sembra esser stata portata via da Shikishima e la sua equipe, Tetsuya decide di recarsi a bordo del Brain Condor, assieme a Hiroshi, per perlustrare il Tenku Maryu, lasciato ancora abbandonato dopo la battaglia.



Il viaggio viene compiuto a grandissima velocità. Con un'espressione tesa, Tetsuya ripete ancora una volta a Hiroshi di non fidarsi affatto di Hayato Jin e del suo esercito e teme fortemente che gli uomini dell'Armata Getter abbiano già ripulito anche la seconda corazzata.
Non è così: i resti del Tenku Maryu sembrano ancora abbandonati. Tuttavia, una comunicazione improvvisa gela il sangue nelle vene dei due piloti.
"Qui GM Mass Production 025... chi siete? identificatevi!"
Cercando di vincere il panico improvviso, Tetsuya ripete il codice del Mass Production dato loro da Hayato, sul cui Condor stanno volando in questo preciso istante.
"Chiedo un codice d'identificazione del pilota"
Tetsuya guarda Hiroshi. "Dobbiamo sbrigarci. Ora siamo veramente nei guai"
Poi, armeggiando con la radio, simula un disturbo di ricezione, per prendere tempo.

Il Brain Condor atterra all'interno dell'hangar del Tenku Maryu, passando attraverso l'hangar divelto. Rendendosi conto di non avere molto tempo, i due piloti iniziano a incamminarsi lungo la sala di controllo della corazzata.
Il puzzo di morte, dentro, è nauseante: il sangue sembra essere schizzato fino a coprire le intere pareti.
I morti non sono solo quelli causati dallo schianto della corazzata. Sembra che le torture e le crudeltà fossero all'ordine del giorno, nel cupo regno di terrore di Schwartz. Nessuno dei due piloti osa aprire del tutto gli sportelli socchiusi a lato del corridoio che stanno attraversando. Nel buio della corrente elettrica saltata via, il tanfo è così insostenibile che il pilota del Great Mazinger è spesso in preda a conati di vomito, repressi a fatica. Febbrilmente, Hiroshi e Tetsuya iniziano a rovistare tra le apparecchiature di bordo, fino a trovare la scatola nera.

La situazione è spaventosa.
Sono soli in una base abitata ormai solo da cadaveri.
Tra poco, i Mass Production arriveranno.
"Presto", sibila un'altra volta ancora Hiroshi.

Senza sapere cosa aspettarsi, consultano le registrazioni della scatola nera e delle telecamere di bordo.
Presto, arrivano al filmato che a loro interessa, risalente ad appena un giorno prima l'attacco: un volto in ombra impartisce delle istruzioni a Schwartz.
- Non mi interessa del modo in cui lo farai, ma riportami indietro quell'uomo. Lo riconoscerai: è coperto di bende e in pieno stato confusionale. Le mie fonti dicono che dovrebbe essere insieme agli altri ribelli.
- Non si può fare una frittata senza che si rompa qualche uovo... potrebbero esserci danni collaterali.
- Degli altri non mi importa. Ma se succede qualcosa a quell'uomo, non credo che le conseguenze ti piaceranno. Sono stato chiaro?
- ... chiarissimo.

Hiroshi trattiene a stento la rabbia. Tetsuya scuote la testa, come se trovasse la prova tangibile di qualcosa da sempre sospettato.
La voce del committente è inequivocabile.

Hayato Jin.

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