venerdì, aprile 27, 2007

Intermezzo: l'ombra del padre






L'uno davanti all'altro, il prigioniero e Hiroshi si confrontano.
Hiroshi, in una cella appositamente preparata dentro il Drago Spaziale, guarda il volto arrogante e allo stesso tempo intimamente spaventato del soldato dell'Armata del Mazinkaiser, appena catturato.
Ore di minacce, domande, ruoli tra poliziotto buono e poliziotto cattivo.

Com'è strutturato il Geo-Front?
Quali sono i codici di comunicazione dei Mass Production?

... Come funzionano le tue nanomacchine?

Con una tacita sensazione di paura, Hiroshi torna con la memoria al momento in cui lui e Tetsuya, dopo aver preso le informazioni di cui erano in cerca dentro al Tenku Maryu, sono stati braccati da uno stormo di Mass Production e costretti a un atterraggio di emergenza.
Ricorda la loro fuga in una piccola macchia di bosco, dopo che il Brain Condor aveva smesso per un momento di funzionare.
Hiroshi ricorda ancora quel momento, lui e Tetsuya mimetizzati tra le foglie e i soldati nemici che si avvicinano al Condor vuoto.
E si trasformano in creature uguali alla forma cyborg di Jeeg, come se nei loro corpi fossero stati iniettati gli stessi nanoidi.

Se non fosse stato per l'intervento tempestivo di Koji, Maria e Sanshiro, ora i ruoli tra prigioniero e carceriere sarebbero invertiti.

Il prigioniero, l'unico rimasto vivo di quel gruppo di soldati, è un ragazzo. Un ragazzo fin troppo fiero e orgoglioso di far parte dell'Armata del Mazinkaiser. Sono solo le truppe di elite, pochi in tutto il mondo, a ricevere le nanomacchine nel proprio corpo.
Parla con un linguaggio diverso da quello delle persone che l'hanno catturato: dove loro usano il termine sperimentazioni, lui intende privilegi. Dove loro nominano massacri e ditattura militare, lui risponde definendole conseguenze inevitabili per la sicurezza. Quando Koji entra a interrogarlo, il prigioniero non crede a una sola parola sul viaggio temporale che la vecchia Armata Mazinger ha suo malgrado sperimentato. Pensa sia un clone che i ribelli hanno creato, un droide, in tutto simile al glorioso pilota di Mazinkaiser, tutto per debilitarlo psicologicamente.

Hanno provato in ogni modo a farlo parlare. Alla fine, Koji ha minacciato di usare le loro conoscenze sui nanoidi per bloccargli le funzioni vitali, se non fornirà entro un giorno le informazioni di cui hanno bisogno.
Il prigioniero, per tutta risposta, ha chiesto di farsi portare una copia dell'Hagakure.


Un paio di volte, ha provato a scappare prima che Hiroshi lo ricacciasse di forza dentro la cella.
E ora sono solo loro due, con Hiroshi che riprende la consueta sequela di domande e minacce.
Il cyborg prova una strana forma di pena, per il prigioniero. Conosce una storia falsa in più punti, è totalmente incapace di vedere l'orrore che i suoi superiori stanno scatenando, pensa di essere un soldato scelto mentre è poco più di una cavia.
Parlano.
Solite domande. Solite risposte, rabbiose e orgogliose.
Finché...

Una scarica improvvisa di energia elettromagnetica fa saltare le telecamere, che brancolano cieche nel buio. Ogni sistema di allarme, apertura delle porte, comunicazione con l'esterno. Tutto in tilt, di colpo.
Hiroshi tende i suoi muscoli d'acciaio, prevedendo una prossima trasformazione del prigioniero e l'ennesimo, conseguente, tentativo di fuga.
Invece, l'altro cade ginocchioni, urlando e tenendosi la testa.
Jeeg fa un passo in avanti.
L'altro lo guarda. Nell'oscurità, il suo sorriso si fa luminoso.
"Figlio", dice il prigioniero, con la voce del dottor Shiba.

"E' tutto inutile, figlio mio"
Superato il primo istante di choc, Hiroshi freme di un lungo e basso ringhio. "Mostro schifoso... quando torneremo indietro giuro che ti ammazzo!"
Il volto del prigioniero si tende in un sorriso. Per un momento, nell'oscurità il suo volto ha molte più rughe addosso, quasi che la faccia del dottor Shiba voglia farsi spazio tra i lineamenti del suo ospite.
"Sai che non puoi farlo"
"Formatterò ogni computer della Fortezza delle Scienze, se necessario, a cominciare da quello che abbiamo portato via dalla Build Base. Cancellerò ogni piccola probabilità che tu possa replicarti o tornare a esistere... padre"
Il dottor Shiba sorride a quel padre sputatogli in faccia con tale disprezzo.
"Non potrai farlo. Dovresti uccidere te stesso, per riuscirti"

Per un momento, Hiroshi resta parole.
"Che intendi dire?"
"Io vivo in te, Hiroshi. Quando l'ho modificata, ho trasferito i miei dati nei nanoidi di Mayumi e questi sono poi entrati a far parte di te. Tutta la Machine Father che avete trovato anni fa nella Build Base vive ed è continuamente aggiornata dentro al tuo corpo... figlio"
I pugni di Hiroshi si stringono in una morsa di rabbia, frustrazione, paura.
"Sei l'ultimo hardware in cui la mia memoria è depositata. In te vivo io, vive Mayumi... riuniti e benedetti come la famiglia che siamo dai nanoidi che scorrono nel tuo sangue!"
"STAI MENTENDO!"
"Tu SAI che è vero. Sai che il tuo destino è diventare l'essere perfetto che ho sempre voluto tu fossi"
E' tutto vero, sembra dire una voce dentro Hiroshi.
Come spiegare l'esilio autoimposto del suo futuro alter ego, altrimenti?
"Cos'è veramente il Dotaku Project?"
"E' la garanzia, Hiroshi, che non puoi morire. Nemmeno io posso morire. Quando sarà tempo, trasferiremo le nostre coscienze dentro ogni macchina, ogni computer, ogni circuito. Fai come ti dico, figlio, non ti ho creato per alcun obbiettivo se non renderti un dio"
"Un... dio"
La mente è una ragnatela di possibilità, timori, implicazioni in cui i pensieri restano aggrovigliati.
La lama di Sosuke che lo trafigge, senza ucciderlo.
I nanoidi, che gli privano ogni bisogno di cibo, sonno per... per quanto tempo?
Se davvero non potesse morire, se non potesse farlo nemmeno provando a togliersi la vita, non sarebbe la prova che suo padre ha ragione?
Ha ragione ad affermare che non si può sfuggire al proprio destino?

Tutto, nel passato, sembra andare nella direzione indicata da quel futuro orribile che stanno vivendo.
Non esiste via d'uscita?
Non ne esiste alcuna, oltre diventare il dio biomeccanico creato dal dottor Shiba?

Via via che il prigioniero riacquista coscienza e la voce di suo padre ammutolisce, la rabbia sale dentro Hiroshi, rimasto come al solito senza risposte.
Senza nessuna risposta.

Oltre quelle oscure e fatali dettate dal suo cuore.

8 commenti:

Generale Nero ha detto...

piccolo esperimento... visto che in questa sessione era successo poco, ho descritto la parte più interessante grossomodo come un racconto di intermezzo... a voi dirmi se è riuscito o no...

Anonimo ha detto...

...ehi...
...ma hai del tutto ignorato la parte in cui tetsuya fichissimamente ruba un mass production e decapita gli altri due!!...

...vabbè vabbè...
...comunque mi piace l'esperimento...
...e soprattutto...
...mica la sapevo sta cosa di hiroshi...

...un "dio"...
...urca...

...e non può morire...
...urca...

tsurugi

Anonimo ha detto...

eh lo so... ho fatto dei tagli per farlo più dal punto di vista hiroshi...

GGN

Anonimo ha detto...

Più vado avanti più il tuo lavoro mi sembra spettacolo puro!!!!
Reika

Generale Nero ha detto...

grazie tantissime Reika!
non sai perchè, ma stasera in particolare mi hai detto una cosa graditissima!

Anonimo ha detto...

inchinatevi tutti di fronte a me, miseri umani (e mezzi umani): l'immortale Jeeg avrà pietà per i suoi amici e distruggerà i suoi nemici!! ^_^
Nix

Anonimo ha detto...

vaglielo a dire a tua sorella che sei immortale...

Sosuke

Anonimo ha detto...

dov'è il tuo dio ora che sei morto e schizofrenico?? inchinati al futuro padrone del mondo!!! ah, se vuoi puoi fare il mio braccio destro... ora intimidisci anche me.. un pochino ^_^