Il giorno dopo l'immersione della Fortezza delle Scienze, Koji, Tetsuya, Daisuke, Jun e Sayaka vengono chiamati a discutere insieme a Yumi e Umon delle decisioni prese con il perennemente assente Direttore della base.
A Daisuke viene chiesto di addestrarsi per pilotare l'UFO che ha portato dal Laboratorio di Ricerche Spaziali: quando Koji chiede il motivo per cui non affidarlo a piloti più esperti (come alcuni tra i militari che circolano nella base), Tetsuya anticipa le risposte di Yumi e Umon, dicendo che evidentemente il robot è di Daisuke e che non accetterà di essere pilotato da altri. Per quanto strana la risposta possa sembrare, nessuno dei due scienziati la nega esplicitamente, dicendo che alcuni piloti hanno provato a farlo funzionare prima che la base si inabissasse, senza alcun risultato.
Daisuke, ancora provato dallo scontro precedente, è nettamente contrario all'idea di riprendere il controllo del robot. Tuttavia, comprendendo la situazione critica in cui versa la difesa della base, decide comunque di sottoporsi alle sessioni nei simulatori virtuali di pilotaggio, dove i valori di Mazinger Z e dell'UFO sono stati già immessi nel database (basandosi sulle registrazioni degli scontri a Bados e alla base di Umon) .
A Daisuke viene chiesto di addestrarsi per pilotare l'UFO che ha portato dal Laboratorio di Ricerche Spaziali: quando Koji chiede il motivo per cui non affidarlo a piloti più esperti (come alcuni tra i militari che circolano nella base), Tetsuya anticipa le risposte di Yumi e Umon, dicendo che evidentemente il robot è di Daisuke e che non accetterà di essere pilotato da altri. Per quanto strana la risposta possa sembrare, nessuno dei due scienziati la nega esplicitamente, dicendo che alcuni piloti hanno provato a farlo funzionare prima che la base si inabissasse, senza alcun risultato.
Daisuke, ancora provato dallo scontro precedente, è nettamente contrario all'idea di riprendere il controllo del robot. Tuttavia, comprendendo la situazione critica in cui versa la difesa della base, decide comunque di sottoporsi alle sessioni nei simulatori virtuali di pilotaggio, dove i valori di Mazinger Z e dell'UFO sono stati già immessi nel database (basandosi sulle registrazioni degli scontri a Bados e alla base di Umon) .
Daisuke riceve anche una buona notizia. Il fatto che il "fratellino" Goro - contrariamente a quanto prospettato da Hikaru - si sia salvato grazie a una trasfusione fatta proprio col sangue di Daisuke, rende il ragazzo un po' meno nervoso.
Yumi mostra ai tre piloti gli appunti del dottor Juzo Kabuto - nonno di Koji e progettista di Mazinger Zeta - in cui sembrano esserci alcuni accenni a Mikeros. In un tono profetico, Kabuto parla delle Sette Armate che al comando del Gran Generale Nero metteranno a ferro e fuoco la Terra. Jun, improvvisamente innervosita, liquida il tutto come il delirio di un pazzo, suscitando le ire di Koji. Il commento di Tetsuya, su quanto tutti abbiano sperimentato sulla propria pelle la verità di quei deliri, la fa non troppo comprensibilmente uscire di testa e andarsene sbattendo la porta.
Finita la riunione, Tetsuya viene chiamato a discutere del punto della situazione nei piani più bassi della base, dove equipe su equipe di scienziati stanno studiando il corpo del mostro in cui è stata trovata Maria. Il "Capo" prospetta a Tetsuya una permanenza negli abissi marini che potrebbe essere più lunga del previsto, mentre il pilota osserva con sentimenti contrastanti il corpo del mostro fremere di dolore, sotto i macchinari della base che lo stanno sezionando in più punti e ne stanno registrando i valori.
Le prime missioni simulate con Tetsuya, Koji e Daisuke sono un disatro: sotto gli occhi attoniti dei tre più fidati assistenti di Yumi (Morimori, Sewashi e Nossori), i tre piloti sono più impegnati ad appianare le loro divergenze continue attaccandosi tra loro, che non lavorando di comune accordo.
Daisuke intanto, inizia a trovarsi a suo agio nella cabina di pilotaggio del suo UFO (benchè sia una cabina di pilotaggio virtuale). Ciò che lo conforta molto, è l'incoraggiamento di Goro, finora sempre molto invidioso del piccolo fratellino di Koji, Shiro Kabuto (anch'egli presente alla base) per essere imparentato con un famoso pilota di robot. Daisuke trova anche un nome al suo robot, in qualcosa che sembra un'intuizione improvvisa, quasi un ricordo celato nelle più profonde pieghe della sua mente. Grendizer.
Gli allenamenti tra i loro robot, legano i piloti in maniera piuttosto strana: ed è quando riescono a concludere (per la prima volta) una missione tutt'insieme, che si accorgono di come i loro allenamenti siano diventati un'attrazione per buona parte dei rifugiati nella Fortezza, che accolgono con un'acclamazione il loro primo combattimento riuscito.
Tetsuya, intanto, ha modo di parlare con Jun. La ragazza si confida con l'unica persona che più si avvicini a un amico riguardo a come si sono svolte le cose quando - ormai mesi fa - è volata con Venus Alfa verso Tokyo, per fronteggiare le prime avanguardie di Mikeros mentre gli altri erano impegnati nello scontro a Bados. Jun dice di aver visto quello che Juzo Kabuto chiama Gran Generale Nero. Nella più totale vergogna, ammette di non essere riuscita a combattere, tanto era il terrore che il comandante in capo delle forze di Mikeros le ha trasmesso alla sola vista. Jun vive nella frustrazione di essere fuggita, di sentirsi inadeguata, della paura mista a una rabbia furiosa per non aver potuto fare nulla.
A nulla serve il parere di un Tetsuya che comunque condivide lo stesso senso di impotenza.
"Tu non l'hai visto - gli fa notare freddamente Jun - Tu non puoi capire"
A Tetsuya, nel freddo e nel buio della sala d'addestramento non riesce altro che sferrare un pugno carico di rabbia repressa contro lo schermo del simulatore di pilotaggio, dopo che Jun è uscita dalla stanza.
Un anno e mezzo passa così, nella calma e nella convivenza forzata.
In seguito a quest'anno, i tecnici della Fortezza - con una certa sorpresa - osservano che il tasso di radioattività è drasticamente calato. Troppo poco, per delle normali nucleari.
Dopo mesi di oscurità forzata, la base finalmente riemerge, nella più totale felicità e contentezza dei suoi occupanti. Finalmente, dopo tanto tempo, rivedono un sole di cui si erano quasi dimenticati.
La Fortezza riemerge nell'azzurro intenso delle acque del Pacifico e di un cielo immediatamente solcato dalle acrobazie di Mazinger Zeta e di un Koji fuori di sè dalla gioia.
Sulla terraferma, intanto, alcuni sopravvissuti hanno già iniziato a uscire dai bunker in cui si erano rifugiati, e a fondare improvvisate comunità lontano dalle grandi città in cui Mikeros ha posto i suoi insediamenti.
Tra questi sopravvissuti, c'è un ragazzo di nome Hiroshi Shiba.
Hiroshi, prima del disastro, era un campione di Formula Uno con una storia particolare alle spalle. Rimasto in fin di vita da bambino, venne salvato dalle cure di suo padre, che lo strappò dalla morte operando letteralmente un miracolo.
Yumi mostra ai tre piloti gli appunti del dottor Juzo Kabuto - nonno di Koji e progettista di Mazinger Zeta - in cui sembrano esserci alcuni accenni a Mikeros. In un tono profetico, Kabuto parla delle Sette Armate che al comando del Gran Generale Nero metteranno a ferro e fuoco la Terra. Jun, improvvisamente innervosita, liquida il tutto come il delirio di un pazzo, suscitando le ire di Koji. Il commento di Tetsuya, su quanto tutti abbiano sperimentato sulla propria pelle la verità di quei deliri, la fa non troppo comprensibilmente uscire di testa e andarsene sbattendo la porta.
Finita la riunione, Tetsuya viene chiamato a discutere del punto della situazione nei piani più bassi della base, dove equipe su equipe di scienziati stanno studiando il corpo del mostro in cui è stata trovata Maria. Il "Capo" prospetta a Tetsuya una permanenza negli abissi marini che potrebbe essere più lunga del previsto, mentre il pilota osserva con sentimenti contrastanti il corpo del mostro fremere di dolore, sotto i macchinari della base che lo stanno sezionando in più punti e ne stanno registrando i valori.
Le prime missioni simulate con Tetsuya, Koji e Daisuke sono un disatro: sotto gli occhi attoniti dei tre più fidati assistenti di Yumi (Morimori, Sewashi e Nossori), i tre piloti sono più impegnati ad appianare le loro divergenze continue attaccandosi tra loro, che non lavorando di comune accordo.
Daisuke intanto, inizia a trovarsi a suo agio nella cabina di pilotaggio del suo UFO (benchè sia una cabina di pilotaggio virtuale). Ciò che lo conforta molto, è l'incoraggiamento di Goro, finora sempre molto invidioso del piccolo fratellino di Koji, Shiro Kabuto (anch'egli presente alla base) per essere imparentato con un famoso pilota di robot. Daisuke trova anche un nome al suo robot, in qualcosa che sembra un'intuizione improvvisa, quasi un ricordo celato nelle più profonde pieghe della sua mente. Grendizer.
Gli allenamenti tra i loro robot, legano i piloti in maniera piuttosto strana: ed è quando riescono a concludere (per la prima volta) una missione tutt'insieme, che si accorgono di come i loro allenamenti siano diventati un'attrazione per buona parte dei rifugiati nella Fortezza, che accolgono con un'acclamazione il loro primo combattimento riuscito.
Tetsuya, intanto, ha modo di parlare con Jun. La ragazza si confida con l'unica persona che più si avvicini a un amico riguardo a come si sono svolte le cose quando - ormai mesi fa - è volata con Venus Alfa verso Tokyo, per fronteggiare le prime avanguardie di Mikeros mentre gli altri erano impegnati nello scontro a Bados. Jun dice di aver visto quello che Juzo Kabuto chiama Gran Generale Nero. Nella più totale vergogna, ammette di non essere riuscita a combattere, tanto era il terrore che il comandante in capo delle forze di Mikeros le ha trasmesso alla sola vista. Jun vive nella frustrazione di essere fuggita, di sentirsi inadeguata, della paura mista a una rabbia furiosa per non aver potuto fare nulla.
A nulla serve il parere di un Tetsuya che comunque condivide lo stesso senso di impotenza.
"Tu non l'hai visto - gli fa notare freddamente Jun - Tu non puoi capire"
A Tetsuya, nel freddo e nel buio della sala d'addestramento non riesce altro che sferrare un pugno carico di rabbia repressa contro lo schermo del simulatore di pilotaggio, dopo che Jun è uscita dalla stanza.
Un anno e mezzo passa così, nella calma e nella convivenza forzata.
In seguito a quest'anno, i tecnici della Fortezza - con una certa sorpresa - osservano che il tasso di radioattività è drasticamente calato. Troppo poco, per delle normali nucleari.
Dopo mesi di oscurità forzata, la base finalmente riemerge, nella più totale felicità e contentezza dei suoi occupanti. Finalmente, dopo tanto tempo, rivedono un sole di cui si erano quasi dimenticati.
La Fortezza riemerge nell'azzurro intenso delle acque del Pacifico e di un cielo immediatamente solcato dalle acrobazie di Mazinger Zeta e di un Koji fuori di sè dalla gioia.
Sulla terraferma, intanto, alcuni sopravvissuti hanno già iniziato a uscire dai bunker in cui si erano rifugiati, e a fondare improvvisate comunità lontano dalle grandi città in cui Mikeros ha posto i suoi insediamenti.
Tra questi sopravvissuti, c'è un ragazzo di nome Hiroshi Shiba.
Hiroshi, prima del disastro, era un campione di Formula Uno con una storia particolare alle spalle. Rimasto in fin di vita da bambino, venne salvato dalle cure di suo padre, che lo strappò dalla morte operando letteralmente un miracolo.
Hiroshi non sa molto di suo padre. Solo che faceva parte di uno centro di ricerche da cui venne cacciato e che, in seguito a ciò, ha continuato i suoi studi in una piccola base bunker vicino a Capo Omae.
Dal giorno in cui venne salvato, Hiroshi è sempre stato sano in maniera innaturale: ha avuto più di un incidente in macchina restando perfettamente illeso, ha vissuto molte altre situazioni in cui una persona normale sarebbe uscita molto più malmessa di quanto non ha fatto lui. Mai un'influenza, mai nulla. Ben presto a Yoshida (la sua città natale) gli è stato dato il nome di Uomo d'Acciaio.
Questa fama non gli ha assolutamente giovato, nel post-disastro. I sopravvissuti, terrorizzati dall'esistenza di quelli che chiamano demoni, hanno iniziato una sommaria caccia alle streghe, costringendo Hiroshi a rifugiarsi nella base del padre.
Dal giorno in cui venne salvato, Hiroshi è sempre stato sano in maniera innaturale: ha avuto più di un incidente in macchina restando perfettamente illeso, ha vissuto molte altre situazioni in cui una persona normale sarebbe uscita molto più malmessa di quanto non ha fatto lui. Mai un'influenza, mai nulla. Ben presto a Yoshida (la sua città natale) gli è stato dato il nome di Uomo d'Acciaio.
Questa fama non gli ha assolutamente giovato, nel post-disastro. I sopravvissuti, terrorizzati dall'esistenza di quelli che chiamano demoni, hanno iniziato una sommaria caccia alle streghe, costringendo Hiroshi a rifugiarsi nella base del padre.
Ed è qui che il ragazzo ha rivisto il suo genitore...
Alla Fortezza, già in stato di allarme per l'avvistamento di una creatura volante di Mikeros (sfrecciata a velocità incredibile nello spazio radar) viene ricevuto un messaggio di soccorso proprio dalla base vicino Capo Omae.
Dalle comunicazioni si capisce che il messaggio è stato effettivamente mandato da Hiroshi Shiba, il quale dice di trovarsi dentro il bunker con suo padre.
Yumi riconosce il luogo da cui arrivano le trasmissioni come la Build Base, usata molto tempo prima del disastro per l'estrazione e la raffinazione di Japanium (il materiale utilizzato per la Superlega Z). Andare in soccorso sarebbe un doppio vantaggio perchè permetterebbe di riappropriarsi delle risorse necessarie alla manutenzione dei robot esistenti e all'eventuale costruzione di nuovi.
Tetsuya, Daisuke e Koji vengono mandati senza robot, in modo da non dare nell'occhio, ma a portata di soccorsi dalla Fortezza in caso di necessità.
Uscendo dalla piccola macchia di vegetazione vicino a cui atterrano, riescono a vedere il primo villaggio di esseri umani con cui hanno a che fare da almeno un anno a questa parte. Lo spettacolo è terrificante.
Decine di teste impalate, con una piccola croce disegnata sulle fronti, segnano il perimetro dell'area abitata. Attraverso i loro binocoli, i tre vedono un'umanità imbarbarita con una tale velocità che non manca di stupirli.
Stando accuratamente alla larga dal villaggio, finalmente raggiungono la Build Base.
Ad accoglierli, Hiroshi, che guida Koji - andato a parlamentare in avanscoperta e presto raggiunto dagli altri - nella sala di controllo della base, che dà l'aria di essere inutilizzata da molto. Poi, l'ex pilota presenta il padre ai tre.
Il "padre" è un computer che trasmette, con una registrazione vocale, lo stesso messaggio in continuazione.
Bioweapon. Dotaku Project. 80%
Bioweapon. Dotaku Project. 80%
Bioweapon. Dotaku Project. 80%
Hiroshi si rivolge per tutto il tempo al computer come se fosse una persona reale. Koji e gli altri, accorgendosi dello stato di choc in cui il ragazzo versa, mandano una comunicazione alla Fortezza delle Scienze, per decidere il da farsi. Nessuno, alla base, ha idea di cosa possa essere il Dotaku Project (nota: in giapponese, dotaku sta per "campana di bronzo") e si decide di mandare un'equipe di scienziati a risolvere la situazione, e una di militari a circondare il perimetro del villaggio vicino per evitare problemi.
Daisuke, Koji e Tetsuya cercano di cavare qualche risposta da Hiroshi, non ottenendo altro che accenni confusi ai barbari che abitano il villaggio vicino, al fatto che suo padre sarà felice di avere nuovi collaboratori. A questo si aggiunge presto la rabbia palese per l'assenza di Mazinger Zeta nel momento in cui maggiormente si aveva bisogno di lui. Le collutazioni con Koji in seguito a queste affermazioni, fanno notare al pilota di Zeta come Hiroshi sia più resistente e forte di una persona normale.
Il computer "padre" frattanto non smette di ripetere lo stesso messaggio.
Bioweapon. Dotaku Project. 80%
Bioweapon. Dotaku Project. 80%
Bioweapon. Dotaku Project... 81%
Gli scienziati e i tre piloti iniziano ad allarmarsi. Hiroshi, con l'aria sempre più allucinata, ringrazia suo padre per ciò che ha fatto. Tetsuya, intanto esce, anche per vincere il senso d'oppressione, e va a controllare come procede l'isolamento del villaggio da parte delle truppe militari della Fortezza.
Gli abitanti del villaggio vengono messi fuori combattimento con armi non letali. Uno degli autoctoni però, armato di quella che sembra una katana, riesce a uccidere due soldati prima di venire sedato.
"...uomini che uccidono altri uomini..." è il cupo commento del pilota del Great Mazinger, prima di tornare alla Build Base.
Da una radio della Build Base, viene colta un'altra frequenza su cui si sta trasmettendo qualcosa. Il messaggio, che sembra provenire da Berlino, annuncia come la zona sia stata ripulita dai mostri. Koji, Daisuke e Tetsuya si interrogano su cosa possa aver avuto la meglio su Mikeros. Frattanto, la percentuale di completamento del Dotaku Project sembra crescere con una velocità che - a detta di Hiroshi - non è mai stata così alta in tutto quest'anno di permanenza nel bunker.
Daisuke e Tetsuya decidono di far ritorno alla Fortezza, mentre Koji - preoccupato per le condizioni mentali di Hiroshi e per la conseguente sicurezza degli altri scienziati che stanno studiando senza successo i progetti custoditi nella Build Base - sceglie di restare.
Hiroshi si siede su una delle seggiole della sala di controllo, e fa sedere Koji davanti a lui.
Mentre i due parlano, la percentuale di completamento sale inesorabilmente.
Tetsuya e Daisuke arrivano mentre stanno portando i due capi del villaggio alla base: uno è un ragazzo vestito con un'uniforme scolastica, e l'altro è bardato da sacerdote cattolico. Daisuke parla ai militari che li stanno portando in uno degli alloggi, cercando di assicurarsi che non vengano trattati troppo male.
Tetsuya parlando con il Capo, chiede se le divise con cui gli "ospiti" sono vestiti non siano ricollegabili a qualcosa. Il Capo risponde che sono uniformi scolastiche abbastanza comuni... lasciando a Tetsuya, che nella sua infanzia non ne ha mai vista una, un certo inspiegabile fastidio nella frase.
Il conto alla rovescia intanto giunge al completamento.
Koji fa scappare tutti, Sayaka compresa che è arrivata a far atterrare il Pilder nei dintorni, per dare a Kabuto la possibilità di entrare in azione con Zeta.
Ognuno degli occupanti della Build Base fugge precipitosamente, mentre Hiroshi si accascia a terra urlando e alzando una amno verso il computer "padre" per un ultimo gesto che potrebbe essere un ringraziamento o una supplica.
Un cortocircuito spegne tutti i computer della base.
Koji si avvicina per aiutare Shiba.
La pelle di Hiroshi si rompe, lasciando intravedere uno strato di metallo sotto.
Great Mazinger, Grendizer e Mazinger Zeta si mobilitano immediatamente, certi di dover contrastare un soldato Mikeros.
Quello che vedono uscire dalla base, urlando e contorcendosi dal dolore, è una piccola figura di grandezza umana, ma che di umano non ha più nulla...
Alla Fortezza, già in stato di allarme per l'avvistamento di una creatura volante di Mikeros (sfrecciata a velocità incredibile nello spazio radar) viene ricevuto un messaggio di soccorso proprio dalla base vicino Capo Omae.
Dalle comunicazioni si capisce che il messaggio è stato effettivamente mandato da Hiroshi Shiba, il quale dice di trovarsi dentro il bunker con suo padre.
Yumi riconosce il luogo da cui arrivano le trasmissioni come la Build Base, usata molto tempo prima del disastro per l'estrazione e la raffinazione di Japanium (il materiale utilizzato per la Superlega Z). Andare in soccorso sarebbe un doppio vantaggio perchè permetterebbe di riappropriarsi delle risorse necessarie alla manutenzione dei robot esistenti e all'eventuale costruzione di nuovi.
Tetsuya, Daisuke e Koji vengono mandati senza robot, in modo da non dare nell'occhio, ma a portata di soccorsi dalla Fortezza in caso di necessità.
Uscendo dalla piccola macchia di vegetazione vicino a cui atterrano, riescono a vedere il primo villaggio di esseri umani con cui hanno a che fare da almeno un anno a questa parte. Lo spettacolo è terrificante.
Decine di teste impalate, con una piccola croce disegnata sulle fronti, segnano il perimetro dell'area abitata. Attraverso i loro binocoli, i tre vedono un'umanità imbarbarita con una tale velocità che non manca di stupirli.
Stando accuratamente alla larga dal villaggio, finalmente raggiungono la Build Base.
Ad accoglierli, Hiroshi, che guida Koji - andato a parlamentare in avanscoperta e presto raggiunto dagli altri - nella sala di controllo della base, che dà l'aria di essere inutilizzata da molto. Poi, l'ex pilota presenta il padre ai tre.
Il "padre" è un computer che trasmette, con una registrazione vocale, lo stesso messaggio in continuazione.
Bioweapon. Dotaku Project. 80%
Bioweapon. Dotaku Project. 80%
Bioweapon. Dotaku Project. 80%
Hiroshi si rivolge per tutto il tempo al computer come se fosse una persona reale. Koji e gli altri, accorgendosi dello stato di choc in cui il ragazzo versa, mandano una comunicazione alla Fortezza delle Scienze, per decidere il da farsi. Nessuno, alla base, ha idea di cosa possa essere il Dotaku Project (nota: in giapponese, dotaku sta per "campana di bronzo") e si decide di mandare un'equipe di scienziati a risolvere la situazione, e una di militari a circondare il perimetro del villaggio vicino per evitare problemi.
Daisuke, Koji e Tetsuya cercano di cavare qualche risposta da Hiroshi, non ottenendo altro che accenni confusi ai barbari che abitano il villaggio vicino, al fatto che suo padre sarà felice di avere nuovi collaboratori. A questo si aggiunge presto la rabbia palese per l'assenza di Mazinger Zeta nel momento in cui maggiormente si aveva bisogno di lui. Le collutazioni con Koji in seguito a queste affermazioni, fanno notare al pilota di Zeta come Hiroshi sia più resistente e forte di una persona normale.
Il computer "padre" frattanto non smette di ripetere lo stesso messaggio.
Bioweapon. Dotaku Project. 80%
Bioweapon. Dotaku Project. 80%
Bioweapon. Dotaku Project... 81%
Gli scienziati e i tre piloti iniziano ad allarmarsi. Hiroshi, con l'aria sempre più allucinata, ringrazia suo padre per ciò che ha fatto. Tetsuya, intanto esce, anche per vincere il senso d'oppressione, e va a controllare come procede l'isolamento del villaggio da parte delle truppe militari della Fortezza.
Gli abitanti del villaggio vengono messi fuori combattimento con armi non letali. Uno degli autoctoni però, armato di quella che sembra una katana, riesce a uccidere due soldati prima di venire sedato.
"...uomini che uccidono altri uomini..." è il cupo commento del pilota del Great Mazinger, prima di tornare alla Build Base.
Da una radio della Build Base, viene colta un'altra frequenza su cui si sta trasmettendo qualcosa. Il messaggio, che sembra provenire da Berlino, annuncia come la zona sia stata ripulita dai mostri. Koji, Daisuke e Tetsuya si interrogano su cosa possa aver avuto la meglio su Mikeros. Frattanto, la percentuale di completamento del Dotaku Project sembra crescere con una velocità che - a detta di Hiroshi - non è mai stata così alta in tutto quest'anno di permanenza nel bunker.
Daisuke e Tetsuya decidono di far ritorno alla Fortezza, mentre Koji - preoccupato per le condizioni mentali di Hiroshi e per la conseguente sicurezza degli altri scienziati che stanno studiando senza successo i progetti custoditi nella Build Base - sceglie di restare.
Hiroshi si siede su una delle seggiole della sala di controllo, e fa sedere Koji davanti a lui.
Mentre i due parlano, la percentuale di completamento sale inesorabilmente.
Tetsuya e Daisuke arrivano mentre stanno portando i due capi del villaggio alla base: uno è un ragazzo vestito con un'uniforme scolastica, e l'altro è bardato da sacerdote cattolico. Daisuke parla ai militari che li stanno portando in uno degli alloggi, cercando di assicurarsi che non vengano trattati troppo male.
Tetsuya parlando con il Capo, chiede se le divise con cui gli "ospiti" sono vestiti non siano ricollegabili a qualcosa. Il Capo risponde che sono uniformi scolastiche abbastanza comuni... lasciando a Tetsuya, che nella sua infanzia non ne ha mai vista una, un certo inspiegabile fastidio nella frase.
Il conto alla rovescia intanto giunge al completamento.
Koji fa scappare tutti, Sayaka compresa che è arrivata a far atterrare il Pilder nei dintorni, per dare a Kabuto la possibilità di entrare in azione con Zeta.
Ognuno degli occupanti della Build Base fugge precipitosamente, mentre Hiroshi si accascia a terra urlando e alzando una amno verso il computer "padre" per un ultimo gesto che potrebbe essere un ringraziamento o una supplica.
Un cortocircuito spegne tutti i computer della base.
Koji si avvicina per aiutare Shiba.
La pelle di Hiroshi si rompe, lasciando intravedere uno strato di metallo sotto.
Great Mazinger, Grendizer e Mazinger Zeta si mobilitano immediatamente, certi di dover contrastare un soldato Mikeros.
Quello che vedono uscire dalla base, urlando e contorcendosi dal dolore, è una piccola figura di grandezza umana, ma che di umano non ha più nulla...
Nessun commento:
Posta un commento